In prima bolognese, lo spettacolo del circense paroliere Alessandro Bergonzoni, trasmette e riceve frequenze positive tra il pubblico.
In scena dal 12 al 21 dicembre 2014 al Teatro Arena del Sole di Bologna, lo spettacolo “Nessi” di Alessandro Bergonzoni riscuote successo. In quasi due ore, le parole che si librano nell’aria tra la platea, assumono forme inconsuete ma legate a se stesse da semplici strette di mano. Figlie di una molteplice spiegazione, si prestano al gioco dell’attore, disegnando illusioni pittoriche naturalistiche o pentagrammi di note raffigurate da semplici ma importanti vocali e consonanti, che ne mettono a nudo a volte la solitudine del noi stessi, collegati per via telematica e distaccati dal resto del mondo fisico.
Il senso drammatico della morte e ciò che ne consegue, affrontato con vitalità in tutte le sue forme. Un monologo che assume una conversazione tra molteplici personaggi, gli stessi messi in scena, che seppur inventati prendono corpo e anima e ce li ritroviamo tra noi. Difficilmente verrebbe in mente a ognuno di noi chiamare un figlio Invano ma quel nome, rievoca il Nessuno assunto da Ulisse come fuga da Polifemo, il ciclope da un occhio solo. Ecco come l’Invano tenta la fuga dall’ovvietà delle cose e dalle scontate circostanze, racchiuse in un circo di stanze comuni, appropriandomi indebitamente del linguaggio Bergonzoniano.
Nessi, non è solo uno spettacolo teatrale, ma lo spettacolo della vita portata sul palcoscenico con una nota di colore umoristica in chiave drammatica, per quanto le realtà non siano effimere ma concettuali e presenti. Nessi è uno spettacolo composto da una moltitudine di parole, le stesse che si dileguano, diventano eremite nello spettatore quanto nel trovarsi a riconoscere nel surrealismo un quadro di Dalì.
Stupore e sconcerto, risate e riflessioni, anche queste sono connessioni con chi è andato via pochi secondi fa e con chi è giunto due secondi dopo, Bergonzoni è stato un perfetto Virgilio nel farcele ritrovare, sottraendoci goliardicamente da una selva oscura, che racchiude in noi seppur a volte celato, un pizzico di egocentrismo.