Nell’anno appena trascorso, tra tutti i film visionati, ho ritenuto di stilare la mia personale e simbolica classifica.
Le ragioni di questa (soggettiva) classifica sono dovute prima di tutto alla passione personale. “Cloud Atlas” è in cima perché nel mare magnum delle pellicole banali, rappresenta una complessa sfida fantascientifico filosofica sul passato, sul presente e sul futuro diretta dai Fratelli Wachowski e da Tom Tykwer (entrambi registi cult). “La migliore offerta” è stata la prima vera sorpresa italiana del 2013, segnando in primis il ritorno di Giuseppe Tornatore a 3 anni da “Baaria”, con una pellicola molto vicina per atmosfere ed eleganza stilistica a “La sconosciuta”.
“La vita di Adele” è arrivata nelle sale con il traino della Palma d’Oro 2013, e con un certo scandalo, suscitato dalla lunga scena di sesso lesbo tra le due protagoniste, ed una durata che sfiora le tre ore; un film non per tutti, ma destinato a fare epoca. “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino è stato accolto dal New York Times come “La dolce vita” ai tempi di Berlusconi, ma è troppo esemplificativo definirlo così. In realtà è una grande opera celebrativa di vizi e virtù della Roma contemporanea, delineata in tutta la sua sfavillante bellezza dalla fotografia di Luca Bigazzi, e dalla recitazione sopra le righe del leggendario Toni Servillo.
“Il grande Gatsby” di Baz Luhrmann è invece quello che ci si può aspettare dal regista di “Moulin Rouge”: fastosità e grandezza scenografica, corredato da un supercast capeggiato da un Leonardo Di Caprio sempre più bravo. “Django Unchained” è la nuova fatica (western) di Quentin Tarantino, che rimarrà nella memoria per la superlativa interpretazione del dentista cacciatore di taglie Christoph Waltz (premiato con i’oscar).
“Rush” invece ha un grande pregio: riesce a mettere d’accordo i fan e i non addetti ai lavori all’adrenalinico mondo della Formula 1, raccontando il rapporto di odio/stima tra James Hunt e Niki Lauda. “The Grandmaster” di Wong Kar Wai narra invece (con tono visionario) la vita del maestro di Bruce Lee, Yip Man (Tony Leung). Gabriele Salvatores ha raccolto la difficile sfida posta dal romanzo “Educazione Siberiana”, adattando una pellicola forse imperfetta, ma con grande senso epico del racconto ed una magnifica fotografia. L’ultimo in classifica e ultimo exploit di fine anno è stato il britannico “Philomena” di Stephen Frears, con una Judi Dench in stato di grazia. In questa classifica (molto eterogenea), meritavano spazio anche pellicole come “Anna Karenina” di Joe Wright,originale nella messa in scena di stampo teatrale e il bizzarro “Holy Motors” di Leos Carax, uscito con un anno di ritardo, e a detta di molti il vincitore “morale” di Cannes 2012. E’ stato pressoché impossibile recensire il remake a stelle e strisce firmato Spike Lee del coreano “Oldboy”, a causa della distribuzione col contagocce nelle sale italiane, e il flop negli Stati Uniti durante il weekend del Ringraziamento, ha pesato a livello di advertising.
Secondo la rivista “Ciak” (e anche secondo il sottoscritto), tra le delusioni (o mezzi passi falsi) di quest’annata si possono annoverare senz’altro l’almodovariano “Gli amanti passeggeri” : il ritorno alla commedia, seppur divertente, da parte del regista spagnolo, non ha riportato il pubblico alle atmosfere scoppiettanti di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. “L’uomo d’acciaio” di Zack Snyder, è stato preceduto da un lunghissimo battage pubblicitario (e da un trailer a fior di pelle), e nonostante tutto, si è dimostrato al di sotto delle aspettative. Anche “Solo Dio perdona” di Nicolas Winding Refn, non ha brillato particolarmente, se non per la cupezza dell’ambientazione, e la fotografia al neon.
Il 2014 si apre invece in maniera scoppiettante con 4 grandi pellicole:” The Butler” di Lee Daniels, “American Hustle” di David O Russell, “The Counselor” di Ridley Scott, e l’attesissimo “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, ma per il responso, si dovrà aspettare il prossimo anno. Arrivederci e buona visione!!!
1) Cloud Atlas
Visionario e maestoso. Uno dei film più belli e sottovalutati del 2013, segna il ritorno alla regia dei Fratelli Wachowski insieme a Tom Tykwer. Da riscoprire assolutamente.
2) La migliore offerta
Giuseppe Tornatore ha diretto un grande thriller con atmosfere mitteleuropee, scrollandosi finalmente dopo tante pellicole, la “patina” sicula, che lo ha reso un regista etichettabile.
3) La Vita di Adele
Sei minuti di sesso lesbo filmati con incredibile realismo, simboleggiano tre fasi di una relazione tra due splendide ragazze: lo strano inizio, la passione travolgente e la turbolenta fine. Epocale la Palma d’Oro a Kechiche.
4) La grande bellezza
Paolo Sorrentino rende omaggio alla bellezza grandiosa di Roma con un Toni Servillo, che altro non è che la versione 2013 del personaggio di Mastroianni nel felliniano “La dolce vita”.
5) Il grande Gatsby
Luhrmann alle prese con un classico di Francis Scott Fitzgerald. Magniloquente nelle scenografie e nello stile. Con un grande Di Caprio.
6) Django Unchained
Tarantino e il western. Finalmente un degno omaggio al suo grande maestro: Sergio Leone. Christoph Waltz vale il prezzo del biglietto.
7) Rush
Ron Howard racconta il mondo della Formula 1 come nessun altro mai è riuscito a fare. Adrenalinica la sfida tra Niki Lauda e James Hunt.
8) The Grandmaster
La vita di Yip Man, il maestro di Bruce Lee, raccontata con toni epici e nostalgici da parte di Wong Kar Wai. Solo per i cultori del genere.
9) Educazione Siberiana
Un “C’era una volta in America” in salsa siberiana, diretto da Gabriele Salvatores. Imperfetto e con qualche buco di sceneggiatura, ma pur sempre godibile.
10) Philomena
La vera storia di un’ingiustizia, rappresentata con delicatezza da Stephen Frears, con una notevole Judi Dench. La forza del perdono contro ogni estremismo (religioso).