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Fratto_X è l'ultimo spettacolo scritto e diretto dal duo Rezza/Mastrella. Un compendio di mali della società, di tragedie umane e piccoli psicodrammi. Il tutto, però, detto con il sorriso.


Il potere di mistificazione di RezzaIl teatro crea mistificazione ossia altera la verità attraverso argomentazioni sapienti e astute operate solitamente dal regista. Il burattinaio in questione è Antonio Rezza che insieme al genio di Flavia Mastrella hanno scritto e portato nei teatri italiani Fratto_X interpretato insieme a Ivan Bellavista. Qualche settimana addietro lo spettacolo è passato per il Teatro Verdi di Padova e ha mostrato tutta la sua forza di alterazione della realtà.

Rezza nei segmenti narrativi di cui si compone il testo, racconta principalmente del quotidiano come la ricerca imperterrita di un taxi, la storia di un ragazzo e delle sue paure o dei mali che angosciano la società di oggi come l'individualismo e la corruzione. Allo stesso tempo narra di storie evangeliche come quella di Santa Rita di Cascia e di Sacre Sindoni a confronto.

Ciò che rende tutto questo entusiasmante è lo strumento narrativo. Rezza gioca con una scenografia composta da due teli intrecciati a X in cui lui e Bellavista si incastrano per dare vita a personaggi e storie. Il regista/attore gioca, quindi, con la sua voce, con il suo corpo per rendere tutte le scene paradossali, caratteristiche, ridicole e di conseguenza comiche. Il pubblico ride e si diverte, perché gli equivoci sonori e narrativi creati da Rezza sono divertenti.Il potere di mistificazione di Rezza

Proprio in questo istante avviene la mistificazione. Rezza altera attraverso il paradosso e il comico una realtà tragica e veritiera. Quando lui interpreta un uomo e una donna, Rocco e Rita, e gioca con le loro identità, vuole costruire dei legami tra le persone composti da voce, gesti, individualità che perdono di efficacia al momento della sopraffazione. In ogni gruppo narrativo di Fratto_X composto da due o più personaggi uno tenta di sovrastare l'altro (l'ansia con il ragazzo, San Francesco con Santa Rita di Cascia, i due sposi).

É in questo momento, immerso sempre nell'acida comicità, che avviene la semplificazione dei legami. Rezza rende la vita più semplice attraverso il “fratto” che condanna la superficialità dell'uomo. Nel momento di maggiore intensità narrativa dello spettacolo ossia quando il regista presta la sua voce a Bellavista, vuole dimostrare come l'uomo di oggi faccia il verso a se stesso, parli per sentito dire, con la bocca di un altro e di come si renda superficiale.

Costruisce rapporti effimeri che non durano e quindi sono destinati a semplificarsi, a eliminare gli individui. Quando attraverso uno specchio riflettente Rezza punta con una luce un uomo del pubblico preso a capro espiatorio per i mali della società, intima i vicini di poltrona a lasciarlo solo. É stato semplificato, eliminato perché moralmente scorretto.

In tutto questo risiede l'essere geniale di Fratto_X. Lo spettacolo parla di manipolazione e lui stesso è il primo a manipolare i pensieri del pubblico avvolgendoli con la risata, ma lasciando nella loro mente un senso di inquietudine massiccia. Ecco il potere di mistificazione del teatro.

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