il Titolo Giornale di Arte, Cultura e Spettacolo Reg. al Tribunale di La Spezia n.° 3 del 07/06/10 ROC 20453 P.I. 01219600119

Intestazione archivio

Dal 2016, sul canale il TitoloTV, attivo il servizio di diretta streaming e podcast grazie al format televisivo L.E.O.© (Live Event Online ).

In esclusiva sulle nostre pagine, la visione completa di un personaggio pubblico "Allievo" e "Maestro" nelle maggiori Arti rappresentative.


Il Cuore, la Mente e le Passioni di Fabrizio RomagnoliUn Fabrizio Romagnoli tutto da scoprire. Lo si vede sul palcoscenico, appare al cinema, tiene workshop e seminari sul teatro; ultimamente si è messo in luce anche come autore di drammaturgie. É, insomma, un personaggio dello spettacolo poliedrico e versatile. L'abbiamo incontrato, quindi, perché deve essere scoperto, deve essere indagato, ma soprattutto ascoltato dai giovani speranzosi di calcare il palco o il set. Lui ha risposto al nostro invito con una gran desiderio di dare consigli, di cercare di indirizzare i nuovi talenti e con una critica nei confronti dell'Italia dello spettacolo che fa riflettere.

Scopriamo Fabrizio Romagnoli, la sua vita artistica, i suoi pensieri e le sue riflessioni.

1. Ha iniziato con la recitazione, poi con il canto, il ballo e ora la scrittura. Come ha scoperto le sue potenzialità artistiche?

Credo che si siano rivelate da sole, per necessità. Il primo incontro è stato con la recitazione, così, per sfida e per gioco, ma poi, non ne ho potuto più fare a meno e, a 16 anni, cambiai tutto il mio mondo. Invece di passare il tempo al muretto, a fare niente come spesso si fa a quell’età, iniziai a leggere copioni, studiare monologhi e vedere spettacoli a teatro.
Il canto e la danza si rivelarono perché la Compagnia della Rancia, con cui avevo iniziato a lavorare facendo spettacoli per bambini, iniziò a specializzarsi nell’ambito del musical. La scrittura, invece, si è rivelata per la necessità di urlare quello che penso e sento fin da sempre. E poi, scrivere per il teatro è per me anche un modo per poter recitare tutti i personaggi che creo. Recito sempre ad alta voce le battute che scrivo per vedere se funzionano.

2. Nella sua prima parte della carriera ha avuto la possibilità di lavorare nel mondo del teatro sia in Italia che in Germania. Ha trovato delle differenze nel metodo di lavoro e di insegnamento?Il Cuore, la Mente e le Passioni di Fabrizio Romagnoli

Mi dispiace dovere ammettere che ci sono delle differenze abissali! In Italia, tutti fanno tutto e, senza preparazione, si improvvisano attori, cantanti, ballerini, presentatori, scrittori, insegnanti e chi più ne ha più ne metta… Fuori dall’Italia, invece, c’è un rispetto enorme per questa professione. All’estero il performer è sempre preparato e aggiornato, mentre da noi non si studia più… tanto lavorano sempre gli stessi! Ad esempio di quello che dico posso riportare un mio avvenimento personale. Nel 2003, appena rientrato dalla Germania dove per due anni e mezzo ero stato protagonista nel cast di CATS di Lloyd Webber, andai a fare il provino di Notre Dame de Paris di Cocciante e fu uno shock! Mi presentai con i miei spartiti per sostenere l’audizione di canto, come si fa in tutte le parti del mondo, e la risposta fu che il pianista non era previsto perché non necessario e che se avessi voluto avrei potuto cantare sulle loro basi disponibili, fra le quali Cocciante, Celentano, Giorgia e Nannini. Io mi ero presentato con gli spartiti di brani difficilissimi da repertorio musical… Ancora me lo ricordo, decisi di non fare più musical se fossi rimasto in Italia e così, purtroppo, è stato! Mi manca molto… Sarebbe bello se un performer italiano andasse in Germania, Inghilterra e/o America e si presentasse ad un provino di musical con una base su cd… sai che shock!

3. Il musical ha rappresentato un’ottima prova per esprimere le sue potenzialità. Per la completezza di preparazione artistica che richiede, lo consiglia a coloro che intraprendono questo mestiere per iniziare?

Il Cuore, la Mente e le Passioni di Fabrizio RomagnoliIn Italia no, è solo una perdita di tempo e di soldi a meno che non risponda all’esigenza di una vera passione personale. In Italia sono altre le strade da seguire… Fare musical in Italia non ti aiuta a fare una carriera, non c’è una crescita. E’ questo il problema. Nelle altre nazioni, spesso e volentieri, si passa dal musical alla televisione, al cinema, da noi no! Siccome c’è troppa gente di dubbia provenienza che non sa fare niente, questi tre settori di uno stesso mestiere non possono avere contaminazioni. Ognuno al suo posto. Appunto dico che essendo ancora ai tempi della pietra, sarebbe meglio prima provare con la televisione e il cinema e poi, casomai, toglierti lo sfizio del teatro tanto, se sei famoso, ti fanno fare tutto. Ovviamente, tutto ciò è contro il mio modo di essere perché il mio percorso artistico è stato esattamente l’opposto, ma è la verità!
Per chi invece è giovane e “volesse” andare all’estero consiglio una preparazione seria, profonda, precisa e diversificata in tutt’e tre le discipline. Fuori dall’Italia c’è una sana competizione e il livello è altissimo. Lo so perché per un anno in CATS ero l’unico italiano del cast e nello stesso tempo finalista per una delle lunghe serialità tedesche ma poi la mia padronanza della lingua non era così perfetta per un ruolo non da straniero, e comunque alla fine del provino eravamo io e un tedesco!

4. Lei si è cimentato nella recitazione, nella danza, nel canto. Nel presente e nel futuro vorrebbe specializzarsi in una disciplina in particolare?

Che dire, non so… ho studiato e studio tuttora talmente tanto che l’unica cosa che mi auguro è che scompaiano le persone incompetenti che gestiscono questo settore. Ecco, se mi offrissero la possibilità di candidarmi per fare qualcosa per questo mestiere, lo farei volentieri!
Mi piace molto insegnare, mi è sempre piaciuto. Ora, dopo 25 anni di intenso impegno nel mio mestiere, mi sono permesso di iniziare ad insegnare e, devo dire, ottenendo ottime gratificazioni! Il problema anche qui, e giuro che non voglio essere polemico, è che la maggior parte degli insegnanti, o presunti tali, che fanno i workshop per attori, hanno pochissime ore di palcoscenico e/o di set. Gli insegnanti dovrebbero essere pochissimi e, soprattutto, di poche parole. Questo è un mestiere pratico basato sull’apprendimento per imitazione di tecniche, che siano esse recitative, canore o di movimento. Se uno non l’ha mai fatto come può insegnarlo? Quindi è solo teoria. La teoria, l’artista, se la studia a casa da solo. L’artista ha bisogno di affinare il suo talento attraverso la tecnica e la tecnica va “rubata” a chi te la dimostra perché ne sa più di te! Ovvio, è solo un mio pensiero… E comunque, non ci si inventa… né ci sono reality che creino calzolai, parrucchieri, dentisti, ecc… Bisogna studiare!

5. Il cinema che valore assume nella sua carriera?Il Cuore, la Mente e le Passioni di Fabrizio Romagnoli

E’ stato il motivo per cui ho iniziato a fare questo mestiere ma poi la mia strada ha seguito altri percorsi artistici. Ora da qualche hanno, vivendo stabilmente a Roma, ho iniziato a fare un po’ di cinema e televisione ma venendo dal teatro si paga un grande scotto… spesso chi sceglie non ha la più pallida idea di cosa sia quello che legge sul tuo curriculum. E, date queste tue belle domande, caro Davide, ci tengo ad annunciare qui in anteprima che a giugno sarò sul set con un bel ruolo nel film “Il segreto” per la regia di Antonello Belluco.

6. Crede che il cinema sia ancora un luogo di sperimentazione e di ricerca o sia un luogo dove proporre storie e narrazioni?

Credo che nel cinema ci siano produzioni e registi che inseguono la sperimentazione e la ricerca, mentre altri le storie e la narrazione. Dipende dal budget che si ha a disposizione e a quale genere di ritorno economico si sta mirando. La sperimentazione e la ricerca non mi appartengono più di tanto, amo di più calarmi in una storia, un fatto, un qualcosa che rappresenti una realtà contemporanea, diciamo. Credo che la sperimentazione richieda disponibilità economica e ora siamo un po’ in difficoltà nel cercare nuovi linguaggi, anche se ce ne sarebbe una grande urgenza. E comunque, qualsiasi film che si rispetti ha in percentuale tutt’e due gli ingredienti: una storia da narrare, sperimentando sempre migliori vie di comunicazione con il pubblico, e nuove tecniche di realizzazione. Credo sia già stato detto tutto e, quindi, la carta vincente è il saper raccontare le stesse cose da un’altra prospettiva.

7. Lei tiene workshop, ha un'attività editoriale oltre una bella e profonda esperienza nel campo teatrale, quale aspetto sente di voler approfondire nel suo futuro? La drammaturgia? La Regia? Il palcoscenico o le aule dei seminari?

Tutto, devo approfondire tutto! Non mi basta mai e studiare è necessario. La curiosità è necessaria. La voglia di indagare nell’animo umano è necessaria. Diciamo che sono uno che si appassiona molto facilmente alle idee e che lavorare duro mi è sempre piaciuto. L’uscita delle mie due raccolte di atti unici, Teatro Contemporaneo (2010 – Edizioni Demian) e Teatro Contemporaneo II (2013 – (Mjm Editore) è stata una grande soddisfazione a chiusura di una grande fatica, devo ammetterlo. Quando si inizia a scrivere non si riesce più a smettere perché di cose da dire ce ne sono e tante! L’Italia ha bisogno di una nuova drammaturgia e nel mio piccolo spero di poter contribuire e anche di poter aiutare i tanti giovani che vengono ai miei corsi e che mi scrivono dal mio sito ufficiale Il Cuore, la Mente e le Passioni di Fabrizio Romagnoli(http://www.fabrizioromagnoli.it) per avere consigli. Mi piace che lo facciano e io rispondo a tutti dedicandoci molto tempo.

8. La sua attività editoriale è compresa di scrittura di testi e di lezioni per il teatro. Quanto la impegna tutto questo in termini di interesse nella sua attività professionale?

Mi impegna tantissimo perché nutro un vero interesse per tutte le sfaccettature di questo mestiere. Ho sempre pensato che chi si occupa di recitazione debba avere la necessita di conoscere questo mestiere a 360°. Per me, fare l’attore non significa solo avere un monologo da recitare, ma bensì conoscere tutto ciò che ruota intorno al mestiere dell’attore. È un mio modo di essere, ovvio, non è una legge, ma di sicuro vorrei smentire, quando si parla di recitazione, chi dice che bisogna fare solo una cosa e farla bene. Fare l’attore e non sapersi muovere, cantare, ballare, sapere cosa significhi scrivere uno spettacolo, mettere in scena uno spettacolo e potrei continuare per pagine e pagine... non è fare l’attore. Troppo facile dire “faccio l’attore”, “so recitare e basta”… A volte, per fare bene questo mestiere, le 24 ore giornaliere sono poche. Recitare, cantare, mantenersi in forma, scrivere, inventare e sviluppare progetti, creare delle lezioni interessanti e concrete, ecc… Insomma, fa molto piacere essere impegnato anche quando lo si fa “per la gloria”, come si dice in gergo.

9. Perché in questo momento della sua carriera ha deciso di avvicinarsi alla drammaturgia? Cosa l'ha spinta? Quali fattori o riflessioni?

Mah… ad essere sincero non c’è un grande pensiero sotto anche perché, come ho detto prima, ha sempre fatto parte del mio percorso artistico. Ho sempre pensato che un attore debba avere materiale contemporaneo su cui studiare, non se ne può più di sentire Shakespeare ai provini. E poi, in realtà, quando ho qualcosa di urgente da dire, lo scrivo, quando invece ho altro di urgente da fare, lo faccio… non so, non saprei rispondere a questa domanda perché non l’ho deciso, è semplicemente scaturito per necessità, da sé.

10. Quali sono i suoi riferimenti artistici quando scrive e quali scrittori o drammaturghi sono stati i suoi maestri?

Nel momento in cui scrivo non ho nessun riferimento artistico. Scrivo di getto come un pazzo e a volte non vado neanche a dormire per non dimenticare le parole che mi urlano i personaggi nella testa. Quando invece il processo è più tecnico, dove si impiega più tempo e anche, a volte, a più riprese, allora è diverso e subentra il mestiere. Quello che preferisco, però, è il primo caso: quando hai dei personaggi in testa che parlano e tu li devi seguire perché dipendi assolutamente da loro. Spesso, l’idea che avevi prima di iniziare di scrivere viene completamente dimenticata e i personaggi ti conducono totalmente verso altri lidi… che dire, meraviglioso!
Ho sempre adorato Pinter, Miller, Mamet, Albee, Osborne, Brecht e Cechov. Veri, grandi maestri.

11. Che consigli si sente di dare a un giovane attore o drammaturgo che si approccia al teatro anche considerando i suoi workshop? Restare in Italia o provare all'estero?

Se si ha una vera passione… Estero! Immediatamente, subito e senza ripensamenti! Per sempre! Mentre, se solo si vuole tentare, anche solo per vedere se funziona… Beh, siete capitati nel paese giusto, rimanete assolutamente in Italia, il paese del terno al lotto! Magari fate un reality e…
Ci terrei a ringraziare il Titolo pubblicamente per avermi rivolto delle domande veramente interessanti e costruttive!

Un caro saluto a tutti i lettori, a presto.
Fabrizio Romagnoli

e-max.it: your social media marketing partner


il Titolo è un Periodico web di Arte, Cultura e Spettacolo.
Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di La Spezia al n. 3 del 07/06/10
Editore e Direttore Responsabile: Donato Francesco Bianco
Ogni contenuto è soggetto a copyright. La riproduzione è riservata e concessa previa autorizzazione.


Design by vonfio.de

I cookie ci aiutano a fornire piena efficienza ai nostri servizi, continuando a navigare sul sito, ne accetti l'utilizzo. Per Informazioni.