“Il cinema dovrebbe guardare la realtà, raccontarla e crearne una nuova” – ‘Italy in a Day’, “mi aspetto di scoprire un pezzo d’Italia, una scoperta che farò sui miei concittadini.” – “Il servizio pubblico è’ fondamentale, come l’acqua, l’aria, il sole. E’ un esempio concreto di servizio pubblico”.
“Il cinema ha due facce, quella del documentare la realtà e quella della fantasia. Ognuno ha le sue preferenze, il cinema è cinema. Credo però che il cinema dovrebbe guardare la realtà, raccontarla ma crearne una nuova”. Lo dice all’interno della rubrica ‘dov’era il canone ieri sera’, nell’intervista di Giovanni Minoli su Radio 24, il regista Gabriele Salvatores commentando l’avventura di Bertolucci, il documentario presentato a Venezia.
Attualmente impegnato nelle riprese a Trieste de Il ragazzo invisibile, “ognuno di noi ogni tanto vorrebbe essere invisibile” dice il cineasta premio Oscar, racconta il progetto di cinema collettivo ‘Italy in a Day’, dove si aspetta “di scoprire un pezzo d’Italia, una scoperta che farò sui miei concittadini. Raccontare il presente del nostro Paese con sguardo rivolto al futuro, in una esplosione di energia umana, di ritratti degli italiani. Di cosa hanno paura, cosa è importante per loro oggi, cosa desiderano.
Oggi è un momento difficile da interpretare”. ‘Italy in a Day’, è un progetto supportato anche da RaiCinema, e per Salvatores “Il servizio pubblico è’ fondamentale, come l’acqua, l’aria, il sole. Altro che Internet che non ha il racconto, non ha lo sguardo. E’ un esempio concreto di servizio pubblico”. – spiega a Radio 24 - Cosa ami? “Amo la vita, l’esperienza giorno per giorno, la strada. Bello stare in mezzo alla strada”. Cosa ti fa paura? “ La solitudine. Di non poter confrontare le mie esperienze con qualcuno”.
Qual è la tua Italia? “La mia Italia? - risponde il regista a Giovanni Minoli su Radio 24 - Bisogna un po’ immaginarsela. Noi siamo un grande paese, un paese di santi, navigatori e poeti. Purtroppo non siamo più tanto santi; navigatori nemmeno, ora arrivano da noi i naviganti e dimentichiamo di essere stati navigatori; e poeti ma abbiamo un po’ perso la capacità di sognare, bisogna recuperare un po’ il sogno di mezza estate..” conclude a Radio 24.