il Titolo Giornale di Arte, Cultura e Spettacolo Reg. al Tribunale di La Spezia n.° 3 del 07/06/10 ROC 20453 P.I. 01219600119

Intestazione archivio

Dal 2016, sul canale il TitoloTV, attivo il servizio di diretta streaming e podcast grazie al format televisivo L.E.O.© (Live Event Online ).

L'attore e il regista tornano a lavorare insieme dopo il Macbeth per esplorare vizi, virtù e passioni del personaggio di Shakespeare più amato. Attorno è organizzato uno spettacolo corale, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, che vuole di porre in risalto un tema più profondo.


Falstaff di Andrea De Rosa e Giuseppe BattistonIl personaggio di Falstaff trova una dimensione drammaturgica grazie a Nadia Fusini, traduttrice e creatrice del personaggio a partire dall'Enrico IV e Enrico V di William Shakespeare, Andrea De Rosa, regista dello spettacolo Falstaff e Giuseppe Battiston, Falstaff. A completare la scena intervengono Gennaro Di Colandrea, Giovanni Franzoni, Giovanni Ludeno, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Annamaria Troisi, Elisabetta Valgoi, Marco Vergani.

Il grasso, sfatto, libertino e liberale personaggio shakespeariano nella messainscena di De Rosa si trova all'interno di un bordello, situato in un sottosuolo a cui i personaggi accedono dall'alto della scena, arredato con divani e poltrone sudice e ribaltate e tende appese ai muri. Questo interno logoro è popolato da personaggi dalla dubbia morale che gravitano attorno a Falstaff per aumentare la sua natura, il suo essere pieno di vita, il suo amore nei confronti dell'esistenza che si riversa in una personale passione per il corpo, per la carne.

Ciò emerge attraverso la chiara recitazione di Battiston. I suoi movimenti sono calibrati e veri, la sua voce è cristallina, schietta e naturale, così da rendere i giochi di parole, l'amore per la lingua e per la creazione linguistica di Falstaff emblemi del suo essere. Il suo carattere gioioso e forte di spirito è accentuato dalla corporatura enorme che trova nella grassezza, nel gonfiarsi di vino e donne la sua linfa. La carne assume, quindi, nello spettacolo un valore universale. La nudità, velata o meno, degli interpreti rappresenta così la libera esposizione di un valore che questi difendono indossando protesi di pance e seni finti utilizzati sia per sottolineare il disfacimento del corpo sia come corazze verso il mondo esterno che vive oltre le pareti della taverna-bordello entro cui tutti si sono trincerati.Falstaff di Andrea De Rosa e Giuseppe Battiston

A segnare questo limite tra la vita e il vizio, tra il palco e la platea il regista pone un personaggio narratore e giudice che condanna la leggerezza, lo scherzo, l'infantilismo e il fascino di Falstaff alla guerra. Nonostante la lingua sagace di Falstaff, accentuata dalla mimica facciale di Battiston, cerchi di evitare la condanna, di rovesciare il male in bene, lui e il principe Hal, figlio di Enrico IV, futuro Enrico V e amico e veneratore del grasso Sir sono destinati a combattere.

In questo punto dello spettacolo Battiston sveste i panni di Falstaff per indossare quelli di Enrico IV. Questo appare vecchio e avvolto dall'armatura, all'interno di un'ipotetica prigione allestita con una sola parete di pietra, che seppur trattenuto da una catena legata alla caviglia, tenta di uccidere il figlio, il principe Hal, perché stanco e deluso dalla sua ostinazione a tradirlo per il consenso e l'approvazione da Falstaff. Enrico IV vuole, così, stimolare il figlio ai suoi doveri imperiali, al senso di autorità che sembra aver smarrito. Qui esplode il vero tema dello spettacolo. In una scena drammatica, intensa e forte emerge ciò che nella prima parte dello spettacolo rimane velato.

Falstaff di Andrea De Rosa e Giuseppe BattistonAll'interno della taverna il Principe parlando con Falstaff e gli altri personaggi esprime in alcuni occasioni il proprio malessere nei confronti del padre e le decisioni sul suo futuro, ma tutto ciò rimane sommerso dalla grandezza narrativa di Sir John. I pensieri di Hal sul rapporto conflittuale con il padre rimangono così incastrati tra sfoghi d'amore, dialoghi su sesso e vizi, personaggi, quali Pistola, pronti a portare scompiglio ingrado tutti di creare l'atmosfera, ma non di anticipare il dramma finale. Lo spettacolo di De Rosa arriva, dunque, a questo momento in maniera quasi improvvisa, passando dal sarcasmo e dal fascino della figura di Falstaff alla tensione tagliente della scena di confronto tra Re e Principe.

Un maggiore equilibrio avrebbe reso più verosimile uno spettacolo che, ciononostate, ha uno sviluppo narrativo composto da movimenti, battute, entrate dei personaggi armonioso. L'uso del microfono, inoltre, permette al pubblico di focalizzare i momenti più intimi e di riflessione personale degli attori, la cui recitazione appare sempre controllata e misurata. Concludendo lo spettacolo di Andrea De Rosa e Battiston permette alla figura di Falstaff di trovare finalmente una propria prospettiva teatrale.

Crediti fotografici: © MARIO SPADA

e-max.it: your social media marketing partner


il Titolo è un Periodico web di Arte, Cultura e Spettacolo.
Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di La Spezia al n. 3 del 07/06/10
Editore e Direttore Responsabile: Donato Francesco Bianco
Ogni contenuto è soggetto a copyright. La riproduzione è riservata e concessa previa autorizzazione.


Design by vonfio.de

I cookie ci aiutano a fornire piena efficienza ai nostri servizi, continuando a navigare sul sito, ne accetti l'utilizzo. Per Informazioni.