Se n’è andato a 97 anni un’artista di grande spessore, forse burbero, ma sicuramente una delle voci più intense e vibranti del secolo appena trascorso.
Era chiamato “The Voice”, proprio come Frank Sinatra, e non si è fatto mancare niente nella sua lunga e prodigiosa carriera: autore teatrale, attore di cinema e in sceneggiati Rai. Foà è nato in una famiglia ebraica a Ferrara ( si è sempre dichiarato ateo), e la sua formazione universitaria era prettamente teatrale, presso la scuola “Luigi Rasi” diretta da Raffaello Melani.
Dopo i 20 anni si trasferì a Roma e frequentò ( per un breve periodo) il Centro Sperimentale di Cinematografia, che dovette abbandonare in seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938. Per questo motivo gli fu impedito di lavorare, e iniziò ad usare dei nomi fittizi, divenendo sostituto di alcuni attori, lavorando all’interno delle seguenti compagnie: Cervi – Pagnani –Morelli – Stoppa, Ninchi – Barnabò, Adani Cimara e Maltagliati –Cimara. Il lavoro come capo annunciatore e scrittore presso la Radio Alleata a Napoli nel 1943, segna il suo ritorno al mondo teatrale e della comunicazione. Proprio nel 1957, l’esordio come autore teatrale in “Signori buonasera”, segna il suo inizio della carriera sul palcoscenico, e a queste seguono “La corda a tre capi”, “Il testimone” e solo recentemente “Amphitryon Toujours” e “Oggi”. Sotto la regia di Gabriele Vacis, ha recitato nel “Novecento” di Baricco, e sotto quella di Maurizio Panici, “Sul lago dorato” di E. Thompson.
La sua formazione teatrale gli ha permesso di lavorare con registi del calibro di Luchino Visconti, Luigi Squarzina, Luca Ronconi e Giorgio Strehler. Tra i suoi doppiaggi famosi, non si può dimenticare di certo quello di Anthony Quinn in “La strada” di Fellini, quello del Nerone di Peter Ustinov in “Quo Vadis”, e la voce di Oompa Loompa in “La Fabbrica di cioccolato” di Tim Burton. Cento sono invece le pellicole nella quale ha recitato per il cinema, lavorando con cineasti come Alessandro Blasetti, Orson Welles, Vittorio Cottafavi, Jacques Deray, Marcello Fondato, Damiano Damiani, Giuliano Montaldo, Giuseppe Ferrara, Giovanni Soldati, Luca Barbareschi, Paolo Costella, Ettore Scola, Alessandro Benvenuti, Alessandro D’Alatri, Antonello Belluco e Maurizio Sciarra. Sul versante fiction invece, Foà è stato uno dei primi divi rappresentativi degli sceneggiati televisivi: Piccole donne, Le cinque giornate di Milano, La freccia nera, L’isola del tesoro, Il giornalino di GianBurrasca, David Copperdield, I racconti del maresciallo, I racconti di Padre Brown, Nostromo, Fine secolo, Il Papa buono.
In collaborazione con il Quartetto Cetra, ha interpretato l’Innominato nella parodia dei Promessi Sposi. La sua nomina come Consigliere Comunale per i Radicali nel 1960, ha segnato la parentesi politica nel suo percorso artistico, e da più parti è stato spesso considerato per la nomina a senatore a vita. Durante la celebrazione dei suoi 95 anni alla Casa del Cinema di Roma, Foà ha risposto in maniera divertente al pubblico: “ Ma siete tutti venuti qui per me, davvero? Ma allora siete tutti cretini”. E in una delle sue ultime apparizioni, “Ombre Rosse” di Citto Maselli, una sua frase esplicativa, chiude in bellezza la sua carriera: “Anche noi volevamo cambiare il mondo, era quasi metà del nostro pianeta che voleva farlo”.
Nella foto Arnoldo Foà in un intervista rilasciata su corrieretv