Con “A piedi scalzi per le strade del Tempo”, Anthony Peth torna a Teatro e interpreta Cristo in uno spettacolo, dove il ricavato va interamente destinato alle missioni del Verbum Dei.
Dopo oltre dieci anni di carriera televisiva, Anthony Peth torna a calcare le scene teatrali per la sua prima tappa in campo professionale, con il musical “A piedi scalzi per le strade del tempo”, data unica il 24 Novembre presso il Teatro Vignoli di Roma. Un musical particolare e suggestivo, che porta il pubblico a una profonda riflessione sul messaggio d'amore lasciatoci in eredità da San Francesco D'Assisi e raccontato da Fra Domenico che ne vive interiormente lo sconvolgimento portato dal frate umbro nella sempre costante lotta contro il male.
Scritto da Domenico Lisco e interpretato dalla compagnia Ali di Riserva (Marco Lattanzi, Ilaria de Pierro, Matteo Cianci, Roberta Esposito, Emanuele Lancellotti, Davide Lancellotti, Melania Forlivesi, Francesco Galassi, Giulio D’Alessandro, Ivano Giannini, Gianluca Piumelli, Giusy Abruscia, Alessandra Scampoli, Marianna Dimasi, e il piccolo Samuele Lancellotti), la compagine teatrale nasce dall’unione di giovani ragazzi delle varie Università di Roma, che attraverso i propri spettacoli senza fini di lucro, si propone di portare avanti finalità benefiche fra le quali promozione e donazione del sangue al Policlinico di Tor Vergata, Assistenza ai Terremotati in Abruzzo, e tante altre iniziative di nobile causa.
Per l'evento abbiamo preso contatto con Peth, cercando di carpire le differenze che a volte sono vissute da chi passa da palcoscenici televisivi a quelli teatrali.
Anthony, parlaci del tuo ruolo..
Il mio ruolo è Cristo, due brevi apparizioni molto intense, e devo dire la verità emozionanti, in una in particolare oltre a ricreare il dolore fisico sulla Croce, quando la interpreto mi vengono i brividi e le lacrime solo a parlarne.
Dopo anni di esperienza televisiva, ti sei ritrovato a calcare il palcoscenico di un teatro, che differenze hai trovato?
In realtà la differenza è una, il pubblico, ma soprattutto il calore e la professionalità della compagnia, in tv è sempre un correre e un via vai di gente, riunioni redazionali, trucco parrucco, abito da mettere, e via di corsa per la diretta, davanti ad un pubblico immenso ma attraverso le telecamere e gli operatori e il reparto regia che ci sta dietro, a teatro è tutto diverso, emozioni una dopo l’altra, fino ad arrivare al grande pubblico che sta li a viversi ogni momento, in silenzio ad ascoltare, attraverso un puro scambio di energie.
Come ti sei trovato a lavorare con la compagnia “Ali di Riserva”?
In realtà non ho fatto tantissime prove per via dei miei lavorativi, ma mi sono assaporato ogni singola prova, i ragazzi sono fantastici, compresi i tecnici, sono tutti molto professionali e umili, qualità che non spesso si riscontrano ultimamente, e poi vi è da dire che la loro filosofia è profonda nel suo genere, la forte unione e la fratellanza li rende straordinariamente unici.
Quali sono i tuoi impegni futuri in campo artistico oltre alla tv?
Oltre ai vari programmi che curo per Sky, sto preparando un nuovo format con gli autori che partirà su Real Time il prossimo anno, siamo in fase di scrittura autoriale. Per il resto, la prima settimana di Dicembre, a Roma ci sarà un’apertura straordinaria di un posto incantevole, l’Exed, a piazza della Repubblica, nel cuore di Roma; il fotografo Riccardo Scrocca mi ha scelto come volto maschile per la sua mostra originale nel suo genere, mi sono trovato bene a posare per lui, un professionista brillante, nonostante io ho il mio fotografo che scatta per me da anni, è stata un’esperienza emozionante.
Durante la prima settimana di Dicembre, quindi, l’arte regnerà sotto il colonnato Exdra, in quei giorni riceverò anche dalla F.I.D. il prestigioso premio “David di Michelangelo” (giunto alla 15 edizione e condotto da Marina Marfoglia) per il mio impegno nella regia e conduzione televisiva, insieme ad altri personaggi noti del mondo dello Spettacolo, della Danza e della Scienza.. Per il resto staremo a vedere…
Foto di: Marco Esposito
