Diario di bordo del direttore artistico per le finali nazionali di “Miss Blumare 2014”.
Che in tanti anni di attività abbia fatto la regia di centinaia di eventi-moda, beh, ci può stare visto che è il mio lavoro. Che poi abbia gestito eventi anche a grandi livelli, beh, non puó che inorgoglirmi e farli rientrare nel mio curriculum. Ma ci sono esperienze che vanno aldilà dell' "impinguimento" di un curriculum o del "gonfiamento" di un portafogli. Ed è quella che mi è stata prospettata alcuni mesi fa, quando alcuni signori vicentini, bussarono alla mia porta (o, meglio, al mio telefonino) per farmi una proposta: "Scusi, signor Cagnè, le vorremmo proporre di realizzare la direzione artistica delle finali nazionali del nostro concorso di bellezza, Miss Blumare"!!!”.
Da premettere, non ho mai particolarmente amato il mondo dei concorsi di bellezza, vuoi per la competizione perenne e “cagnesca” tra le partecipanti, e vuoi per l’innata e tutta italiana cultura del sospetto, che porta a sindacare sistematicamente il giudizio di giurati a ciò preposti e le sistematiche nauseabonde polemiche che ne conseguono. Già. E poi, parliamoci chiaro, chi ha assaporato il profumo dell'alta moda, vede quest'incarico come fare un passo indietro. "Ma no, guardi, il nostro non è il classico concorso di bellezza. Vediamoci a cena una sera e le spieghiamo il tutto".
“Perché no, davanti ad un boccone e ad un bicchiere di vino si ragiona meglio” dissi tra me e me. Mi trovo di fronte 3 omoni in giacca e cravatta, Guido Maculan, Luca e Diego Dal Maso, che insieme al quella sera assente manager Salvo Natoli, formavano l'ossatura dello staff. “Caro Rocco, Miss Blumare non è un concorso di miss come gli altri. Intanto perchè si svolge nel contesto di una crociera Msc (niente male) ed anche perché è un progetto in grande crescita ed espansione.”. 
Chiaro, non mi hanno detto solo questo. Ma a me quel progetto entusiasmava e l’aver di fronte persone serie e sicure del fatto loro ha fatto sì che in 7 minuti e 36 secondi (sarà l’effetto istantaneo del vino) accettassi la loro proposta di acquisire la direzione artistica dell’evento. Mai scelta fu più giusta.
Me ne ero del tutto convinto, ed il fatto che loro mi lasciassero carta bianca alla mia richiesta di lavorare secondo le mie idee e cambiando il classico canone imposto nei concorsi di miss, mi ha fatto propendere per la decisione giusta. Ed ora, a posteriori, lo posso solo confermare. E così, nella settimana che va dal 20 al 26 ottobre, nel contesto straordinario di una nave Msc Splendida, nel tragitto che congiunge città come Genova, Napoli, Messina, Tunisi, Barcellona e Marsiglia, mi trovo a gestire 54 finaliste nazionali, provenienti da tutta Italia, in cerca di una importante chiave per entrare nell’agognato mondo dello show business.
La settimana volge via che è una bellezza; il gruppo delle miss è fortissimo ed il mio ruolo è soprattutto quello di saldarlo, oltrechè di spiegare loro come articolare non solo lo show finale, ma anche l’intera settimana di sfilate e prove tecniche. Per non parlare dello staff organizzatore, od anche del gruppo degli sponsor e dei vari agenti regionali. Per poi finire agli artisti in giuria (gente come i Jalisse, Marco Milano “Mandi Mandi”, Fabio Mazzari tra gli altri) e alla conduzione di una sempre grande professionista come Maria Teresa Ruta; persone straordinarie. In parole povere si era creato un gruppo vero, vincente. Che porta le ragazze ad esprimere al meglio le proprie potenzialità, ma soprattutto a impreziosire una settimana meravigliosa.
Per la cronaca, a vincere è una bellezza napoletana, Nancy Paduano, 18enne dalla classica dolcezza mediterranea. Ma questo, almeno per me, è l’aspetto secondario e questo mio articolo non mira a ricostruirne la fredda cronaca (chi volesse farlo può andare sul sito ufficiale del concorso). Tutt’altro. A vincere, per me, non è stata Nancy. A vincere è stato il gruppo “Blumare”, tutte le miss, e tutti i partecipanti sopraelencati.
Ed a vincere, perché no, sono stato anch’io. Ho vinto un’esperienza straordinaria, la stima di tutti ed il far parte di un gruppo ed un progetto vincente, che, seppur ancora giovane (siamo solo alla settima edizione) e con ancora tante cose da migliorare (è d’uopo farlo sempre) si rivela quel che effettivamente è: UNICO.
