Una raccolta di Vincenzo Santopietro, edita da Twins Edizioni dal 23 novembre disponibile in libreria.
Per me è stato un vero piacere leggere in anteprima la silloge “Cuore Nativo”. Un piacere perché difficilmente in me la poesia riesce a evocare immagini, luci e suoni come invece hanno fatto i versi di questo poeta lucano. Step by step, la silloge ripercorre, in modo molto scorrevole e piacevole, l’evoluzione poetica dell’autore che, come il guerriero raffigurato sulla copertina, già di per sé di forte impatto, lotta e rinasce dal fuoco, simile alla Fenice, e che ci ripropone una poetica “tradizionale”, oserei dire “per immagini”, in cui i versi semplici regalano emozioni e visioni molto vicine a quella di carducciana memoria “…sta il cacciator fischiando, sull’uscio a rimirar…”; immagini evanescenti ma precise, fotografie quasi sfocate ma romanticamente reali.
Una tradizionalità che può sembrare quasi incompatibile con l’heavy metal, genere musicale di cui Santopietro, front-man dei Walkyrya, è un ottimo rappresentante. Può sembrare strano che un amante della musica metal, quindi caratterizzata da sonorità decise e “dure”, regali poi versi così intensi dove ogni parola diventa un vero inno alla vita e al rispetto per la Natura e l’esortazione affinché mai venga perduto il senso di appartenenza, strettamente legato ad una profonda, intima e costante ricerca delle proprie radici.
Ed è proprio qui che sta la poliedricità di questo artista; nella capacità di passare dal “growling” più estremo del canto alla delicatezza e all’equilibrio di ogni poesia contenuta del libro, dove si alternano ricordi di luoghi e cultura dei Nativi americani con quelli della Lucania, terra bella e ancora sufficientemente selvaggia da lasciar spaziare lo sguardo e la mente su spettacoli del Creato che di poco si discostano da quelli offerti dal Grand Canyon o dalle grandi praterie. Mi permetto infine di dare un piccolo consiglio per una lettura decisamente più efficace e coinvolgente: un camino acceso, lo scoppiettare del fuoco e dell’ottima musica nativa come sottofondo. Verrete trasportati tra un’infinità di proiezioni del mondo che, a cavallo tra sogno e realtà, vi faranno riscoprire l’emozione di sentir battere il vostro cuore nativo.