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Le nuove dipendenze, la ludopatia e la legalità nelle scuole.


Tre incontri per capire cosa rischiano i giovaniIl trittico di incontri ‘Minori e Devianze’, promosso dall'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani Emilia-Romagna in collaborazione con il Comando provinciale dei Carabinieri di Bologna e la Fondazione Forense Bolognese si è concluso, ed è stato un doppio successo. Tanto di partecipazione, quanto per il prestigio delle personalità coinvolte. Dal primo appuntamento di giovedì 11 aprile nella cornice della caserma Luciano Manara fino all’ultimo del 23 maggio scorso, l’obiettivo è stato sempre lo stesso: unire il punto di vista dei migliori tecnici, professori, operatori del diritto, all’esperienza sul campo dell’Arma dei carabinieri intorno al fenomeno dei reati minorili.

Solo per citare alcuni ospiti: il Procuratore della Repubblica presso il  Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna Ugo Pastore, Elia del Borrello, responsabile del Laboratorio tossicologico forense, la consigliera regionale Silvia Noè,  il maggiore Fernando Cassanelli dell'Arma, con-direttore scientifico dell'iniziativa, il Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Bologna Valter Giovannini, gli avvocati Alessandro Gamberini, Gabriele Bordoni, Fausto Sergio Pacifico, il neurologo Carmine Petio, vice presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani.

In Italia (dati Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia), soltanto nel periodo da gennaio a metà marzo 2013, sono stati commessi 562 reati minorili accertati. Oltre sei al giorno, in prevalenza furti e rapine (192 e 122 rispettivamente), opera più frequentemente di maschi italiani. Ben 128 volte i minori sono finiti nei Centri di prima accoglienza per crimini di droga, trenta volte per armi e oltre cinquanta i reati contro la persona, compresi nove omicidi volontari.

In ogni occasione, fondamentale è stato il coordinamento dell’avvocato Katia Lanosa, presidente di Ami Emilia-Romagna. «I numeri del disagio e della devianza minorile — afferma Lanosa, anche tesoriere AMI Nazionale e responsabile AMI per i rapporti con il Parlamento — sono così importanti da averci indotto a rinnovare l'allarme, rivolto tanto ai docenti quanto alle famiglie. E questa nuova campagna non a caso parte da Bologna. La nostra città è, infatti, secondo le ultimissime statistiche ai primi posti per diffusione di droga, tanto quella leggera che pesante. E chi sono i maggiori consumatori se non proprio i nostri adolescenti? E che dire del vizio del gioco, che da un lato viene stigmatizzato mentre dall’altro si continuano ad aprire sale da slot machine?».

Proprio la ludopatia è stato il punto centrale dell’incontro forse più partecipato.

«Appare paradossale che da un lato il gioco d'azzardo viene riconosciuto dalla legge Balduzzi una malattia causa di patologie individuali e gravi condotte asociali, dall’altro, è una fonte dei proventi per risolvere i problemi economici della nazione. Mille nuove licenze per l’apertura di nuove agenzie di scommesse sono state rilasciate dal governo uscente; avvisi responsabili quali gioca con moderazione, il gioco può creare dipendenza si alternano a slogan quali diventa milionario, vinci facile ecc. e intanto sempre più famiglie si separano a causa dei debiti di gioco quando non arrivano a gesti più estremi. Occorrono maggiore prevenzione e sanzioni più severe».

In sostanza, l’educazione alla legalità nei confronti dei minori dovrebbe partire dai banchi di scuola più e meglio di quanto già accade?

«La formazione è l’azione strategica per eccellenza e le giovani generazioni vanno formate nella e alla cultura della legalità che implica la partecipazione e questa si impara praticandola. Se viene a mancare una cultura ampia e condivisa di rispetto delle regole scompare la base stessa della convivenza civile; la giustizia non può funzionare se non esiste l’intimo convincimento che essa debba funzionare. Lo stesso fondamento della Costituzione risiede nel principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e nella tutela dei diritti fondamentali, valori che vengono meno quando non esiste la cultura della legalità. Dunque alle leggi non si obbedisce, esse vanno osservate».

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