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E' giunto il momento del Conclave e forse ci saranno le prime fumate.


Prima ancora avremo il nuovo PapaSarà interessante vedere se la Chiesa, diversamente dalla politica italiana, antiquata e sconfitta, riuscirà a raccogliere il comune sentire dei fedeli, dei credenti, le aspettative anche dei laici. Non faccio pronostici. Amo scommettere, discutendone, su ciò che conosco. Della realtà del Conclave e delle intenzioni dei 115 cardinali so solo ciò che leggo sui giornali.

Posso riferire quanto mi viene detto da alcuni amici, esperti del settore: 1. L’unico italiano che abbia qualche probabilità di essere eletto, è l’arcivescovo di Milano Scola. 2. Difficile però che i cardinali italiani si aggreghino intorno a Scola, quindi il nuovo pontefice dovrebbe essere straniero. 3. Improbabile che il neo eletto sia scelto tra gli americani, o comunque tra quelli che maggiormente e pubblicamente si sono battuti contro la pedofilia e altri irriferibili vizi. 4. Improbabile, anzi clamorosa, sarebbe la nomina di un cardinale nero perché, in linea di massima, sono tra i più drastici e conservatori. E, comunque, in tal senso non raccoglierebbero la maggioranza dei voti.

Premesso tutto ciò, niente previsioni, ma un augurio profondo da parte di un agnostico, come me, che rispetta la fede dei sinceri credenti. Mi auguro insomma che il nuovo Papa possa compiere, dando un segnale anche subito, gesti che impongano alla Chiesa di uscire in maniera netta dalle “sporcizie”, di cui ha parlato il dimissionario Benedetto XVI. Ma a questo punto…

BISOGNEREBBE RENDERE PUBBLICA L’INCHIESTA VOLUTA DA RATZINGER

… a questo punto è indispensabile, per l’indipendenza intellettuale a cui tengo tanto, riproporre il dubbio pesante che investe la Chiesa, nel momento in cui i suoi principi si radunano in Conclave. La domanda è: cosa contiene il rapporto voluto da Ratzinger sui peccati (per usare un eufemismo) commessi all’interno della Chiesa perfino dai più alti rappresentanti di Cristo?

E il dubbio pesante, non sostenibile fino a quando non sia risolto, è questo: perché il Papa si è dimesso? Perché stanco, malato e troppo anziano – come ha detto e ribadito - e non più all’altezza di svolgere il suo mandato?

O perché annichilito, impaurito o quantomeno scoraggiato e rassegnato, di fronte all’enormità del rapporto che gli hanno consegnato i tre cardinali decani a conclusione della loro indagine? Insomma, una semplice constatazione, ancorché storicamente quasi inedita e clamorosa, delle proprie risorse fisiche e mentali, oppure la certezza di non riuscire ad affrontare la più spaventosa crisi vissuta dalla Chiesa negli ultimi secoli, la consapevolezza di non poter fare altro che lasciare a un pontefice più giovane e risoluto il fardello di gridare basta, e di esigere da tutti il ritorno ai valori cristiani?

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