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Su Radio 24 il suo intervento a ‘I Fuori posto’, il programma condotto da Filippo Roma e Umberto Alezio. ''Avevo bisogno di una guida e mio padre non c’era – per un periodo mi ha anche dato i soldi per la droga – non c’era quasi mai e delegava agli altri''.


Piero Villaggio ed il suo rapporto con la droga''Ho cominciato a 17 anni'' perché “mi sentivo sempre a disagio, un pesce fuor d’acqua, mi sentivo sempre fuori posto.'' Con la droga “è sparita la timidezza e il non sentirsi adeguato'' cosi Piero Villaggio, figlio del famoso attore Paolo Villaggio, spiega il suo rapporto con la droga su Radio 24 durante il suo intervento a ‘I Fuori posto’, il programma condotto da Filippo Roma e Umberto Alezio. Alla domanda su chi dei suoi genitori se ne sia accorto prima, Piero Villaggio risponde: “prima di tutto se ne è accorta mia sorella che ha fatto presente ai miei genitori che c’era qualcosa che non andava.

Ricordo che mio padre rimase basito; dell’eroina in quegli anni non se ne sapeva quasi niente e non sapeva che pesci prendere'' e prosegue su Radio 24: “io lamento una assenza dei miei genitori, io non dico che loro sono i responsabili, anche perché sarebbe troppo comodo, non è colpa loro, mio padre era in un momento di grande successo, quando nasceva Fantozzi, quando cominciava a diventare un attore a tutto tondo, molto famoso, richiesto da tutti e quindi era distratto dal suo impegno e dalla sua professione e mia madre era sempre con lui.''
 
Ai conduttori de ‘I Fuori posto’ su Radio 24 che gli chiedono se rimprovera qualcosa a suo padre, Piero Villaggio risponde: Piero Villaggio ed il suo rapporto con la droga“gli rimprovero un’assenza in un momento nel quale io avevo bisogno di una guida, anche ogni tanto di un no, ecco lui non c’era, ma in assoluta buona fede, perché era impegnato, andava in giro, le persone famose sono uguali a tutte le altre, con i pro e i contro, non è che sono speciali. Lui ha fatto un errore che probabilmente avrebbero fatto altri genitori, quando se ne è reso conto ha cercato di metterci una pezza, per un momento per evitare che facessi cavolate mi dava i soldi, per un breve periodo lui ha detto ‘aspetta, prima che la situazione si aggravi io ti do i soldi’. Poi per fortuna è stato consigliato in altro modo, ma non c’era la consapevolezza che c’è adesso''.

Sulla figura del padre, Piero Villaggio racconta a Radio 24: “Mio padre è un personaggio molto ingombrante, molto egocentrico, come molti che fanno il suo mestiere. E’ anche difficile avere un rapporto, ormai sono anni che ho un buon rapporto con mio padre - e prosegue - un certo rancore verso mio padre ce l’avevo, perché non capivo il perché di questa difficoltà nel rapporto con lui, non capivo perché aveva fatto certe scelte: per esempio quella di non esserci quasi mai, quella di delegare molto spesso al suo agente, al commercialista, alla baby sitter. “Anche quando lo vedevo era per poco tempo'' continua Villaggio e conclude “ma non è una giustificazione, perché mia sorella passava le stesse situazioni, ma non ha combinato niente, a me faceva comodo non dover chiedere niente e avere sempre tutto.''

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