il Titolo Giornale di Arte, Cultura e Spettacolo Reg. al Tribunale di La Spezia n.° 3 del 07/06/10 ROC 20453 P.I. 01219600119

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Il nuovo pontificato è già accolto dalla stragrande maggioranza del popolo cattolico e dalle differenti religioni sparse nel mondo.


intronazione-papa14Saldo nella speranza,contro ogni speranza, evidenzia che "anche il Papa" esercita un potere che è servizio, perché "anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!" Sembrano e sono pensieri attuali, evocati dalle parole di San Paolo che parla di Abramo(Rm 4,18).

Dopo la Messa di Intronazione e dopo aver ricevuto in udienza sovrani regnanti, capi di stato e consorti, principi ereditari, capi di governo, ministri, parlamentari, organizzazioni internazionali, ambasciatori ed altre personalità sia laiche che relligiose, Papa Francesco ha chiamato per telefono il Papa emerito Benedetto XVI per fargli i più sentiti auguri in occasione della festa onomastica di San Giuseppe e manifestargli ancora la gratitudine Sua e della Chiesa per il Suo servizio. Il colloquio è stato ampio e cordiale, dopo che il Papa emerito aveva seguito con intensa partecipazione gli eventi di questi giorni ed in particolare la celebrazione di inizio del Ministero petrino del Vescovo di Roma Francesco a cui Benedetto XVI ha assicurato la sua continua vicinanza nella preghiera.

33 delegazioni di altre chiese e comunità cristiane hanno partecipato alla messa d'inaugurazione del ministero petrino di Papa Francesco. Per la prima volta dallo scisma del 1054 fra cattolici e ortodossi, ha partecipeto ai riti dell'inizio di un pontificato ed è stato ricevuto in udienza, nella Biblioteca Privata, Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopo li, Metropolita Hilarion, del Patriarcato di Mosca.

Il Papa ha ricevuto in Udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, i Delegati Fraterni di Chiese, Comunità Ecclesiali e Organismi Ecumenici Internazionali, e Rappresentanti di Religioni non Cristiane. Tra le altre delegazioni, particolarmente importante è quella ebraica che contava 16 delegati che hanno trasmesso la propria vicinanza a Papa Francesco anche su i propri profili Twitter, come ha fatto ad esempio Sergio Bergman (Rabino del Templo de la calle Libertad, Presidente della Fundación Argentina Ciudadana e Direttore Esecutivo del R.A.I.C.E.S.) a cui il Card. Bergoglio aveva firmato il prologo del libro "Argentina Ciudadana". intronazione-papa13

Queste le parore di Sergio Bergman: "Que este día de fiesta para todos los que nos sentimos llamados por el Papa Francisco podamos de su ejemplo servir con el poder de cuidar a los que más necesitan, alejándonos de la tentación de servirnos del poder. Recordó así también, con referencia al Evangelio, la promesa al Patriarca Abraham donde todos, como hijos de la misma familia en la fe monoteísta, raíz del huma nismo ético, somos custodios de la creación de lo humano, expresión de lo divino . Que podamos honrar al Papa Francisco con el orgullo de ser compatriotas y en el desafío de saber en su nombre dar el ejemplo."

Nella Solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria e patrono della Chiesa universale, il Santo Padre Francesco ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Santa Messa per l’inizio ufficiale del Suo ministero petrino , preceduta da ben 2 giri tra i fedeli che affollavano Piazza San Pietro. Papa Francesco ha girato con la Jeep Mercedes bianca targata SCV1 e scoperta, senza i vetri protettivi della PapaMobile, baciando bambini e scendendo per accudire, baciare e benedire il fedele e cattolico praticante malato di S.L.A.Cesare Cicconi che nel 1982 fu ricevuto da Giovanni Paolo II. . Molti dei ragazzi dell’Unitalsi di San Benedetto del Tronto hanno ringraziato il Pontefice e papa Francesco ha replicato: «No, grazie a voi». Prima della Celebrazione Eucaristica il Papa è sceso con i Patriarchi delle Chiese Orientali, al Sepolcro di San Pietro sotto la Basilica Vaticana per sostarvi in preghiera, incensando poi il Trophæum Apostolico. Risalendo in Basilica, il Santo Padre si è unito alla processione dei cardinali concelebranti, che - preceduta dai diaconi che portano il Pallio pastorale, l’Anello del Pescatore e l’Evangeliario - hanno raggiunto l’altare sul sagrato della Basilica al canto delle Laudes Regiæ.

Prima della Santa Messa hanno avuto luogo i riti specifici dell’inizio del pontificato: l’imposizione del Pallio da parte del Cardinale Protodiacono Jean-Louis Tauran, con una preghiera recitata dal Cardinale Protopresbitero Godfried Danneels; la consegna dell’Anello del Pescatore da parte del Cardinale Decano Angelo Sodano e l’obbedienza prestata al Santo Padre da sei Cardinali a nome di tutto il Collegio: per l’Ordine dei Vescovi: il Card. Giovanni Battista Re e il Card. Tarcisio Bertone; per l’Ordine dei Presbiteri: il Card. Joachim Meisner e il Card. Jozef Tomko; per l’Ordine dei Diaconi: il Card. Renato Raffaele Martino e il Card. Francesco Marchisano. Nel corso della Santa Messa, concelebrata con i Cardinali, i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, il Segretario della Congregazione per i Vescovi S.E. Mons. Lorenzo Baldisseri, e con i Padri José Rodríguez Carbalho, o.f.m. e Alfonso Nicolás, s.i., rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Unione Superiori Generali, il Santo Padre Francesco ha tenuto una sentita ed emozionante omelia rivolta a tutti e sopratutto a chi guida la vita politica nei diversi Paesi del mondo che dovrebbero assumere a esempio S.Francesco di Assisi, "con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende", disponibili ad un progetto comune e non tanto al proprio.

Papa Francesco esorta dunque i custodi della vita civile ad essere sensibili alle persone che gli sono affidate, a saper leggere con realismo gli avvenimenti, attenti a ciò che li circonda, ed a saper prendere le decisioni più sagge. Nei politici, dovremmo riscontrare disponibilità e prontezza mentre i custodi della chiesa dovranno saper sottolineare "il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!... La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti".

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Questo il testo integrale dell'omelia del Santo Padre Francesco:

Cari fratelli e sorelle! Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato Predecessore: gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza. Con affetto saluto i Fratelli Cardinali e Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i fedeli laici. Ringrazio per la loro presenza i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, come pure i rappresentanti della comunità ebraica e di altre comunità religiose. Rivolgo il mio cordiale saluto ai Capi di Stato e di Governo, alle Delegazioni ufficiali di tanti Paesi del mondo e al Corpo Diplomatico. Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24).

In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa, come ha sottolineato il beato Giovanni Paolo II: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello» (Esort. ap. Redemptoris Custos, 1). Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l’amore ogni momento. E’ accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.

Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito. E Giuseppe è "custode", per ché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui, cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti.

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E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce.

In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli "Erode" che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna. Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo "custodi" della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per "custodire" dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura de lla bontà, anzi neanche della tenerezza! E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza.

Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza! Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero de l nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l ’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire! Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nell a speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18).

Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio. Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato! Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen.

Foto di Luca Pagni ©

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