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Udienza del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Si avvicina il momento storico in cui un Papa incontrerà il suo predecessore.


Papa Francesco e la Settimana SantaPapa Francesco incontrerà e pranzerà con il Papa emerito Benedetto XVI domani 23 marzo 2013 a Castel Gandolfo tra le ore 12 e le ore 14, con diretta video su http://www.radiovaticana.va. Raccontare e mostrare l’inimmaginabile, il saluto tra due Papi, un unicum storico, è il sogno di queste ore di ogni testata giornalistica del pianeta, che lo considera una sorta di “big bang” mediatico”. Ed è pure desiderio di tanta gente comune, che sceglierà di salire sui rilievi di Castel Gandolfo o di accendere la tv per coltivare una speranza a dispetto di ogni possibilità.

Successivamente si celebrerà la Domenica delle Palme in Piazza San Pietro, dalle 9 alle 12, con successivo Angelus Domini. Giovedì Santo, 28 marzo 2013, il Santo Padre Francesco celebrerà al mattino nella Basilica di San Pietro la Messa Crismale, e al pomeriggio si recherà all’Istituto Penale per Minori di "Casal del Marmo" per la celebrazione della "Messa nella Cena del Signore", alle ore 17.30.

Com’è noto la Messa della Cena del Signore è caratterizzata dall’annuncio del Comandamento dell’amore e dal gesto della Lavanda dei piedi. Nel suo ministero come Arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio usava celebrare tale Messa in un carcere o in un ospedale o in un ospizio per poveri o persone emarginate. Con la celebrazione a Casal del Marmo, il Papa Francesco continua tale uso, che dev’essere caratterizzato da un contesto di semplicità. Le altre celebrazioni della Settimana Santa si svolgeranno invece secondo l’uso abituale. Come si ricorderà, il Papa Benedetto XVI aveva visitato l’Istituto di Casal del Marmo il 18 marzo 2007, celebrandovi la Messa nella Cappella del "Padre Misericordioso".

Al Colosseo quest’anno, per la Via Crucis del Venerdì Santo, le meditazioni faranno conoscere le ansie e le aspettative dei popoli del Medio Oriente. Prima ancora di rinunciare al ministero petrino, Al Colosseo, la sera del Venerdì Santo, le nuove generazioni del Libano chiederanno il rispetto della libertà religiosa (VII stazione) - “così le diverse religioni potranno ‘mettersi insieme per servire il bene comune e contribuire allo sviluppo di ogni persona e alla edificazione della società’” -, porteranno le sofferenze dei popoli del Medio Oriente.

Nel frattempo il Santo Padre Francesco dopo aver ricevuto, nella Biblioteca privata, Premio Nobel per la Pace nel 1980 Adolfo Pérez Esquivel, ha ricevuto in Udienza i Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, in occasione dell’inizio del Suo ministero petrino. 180 sono gli Stati che oggi intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede, a cui vanno aggiunti: l’Unione Europea, il Sovrano Militare Ordine di Malta ed una Missione a carattere speciale dell’Ufficio per l’Organizzazione e la Liberazione della Palestina.

Da notare che il Presidente U.S.A è in Terra Santa per stimolare dialogo e pace tra istraeliani e palestinesi, per far vincere la democrazia sulle dittature. E mentre alcuni mussulmani continuano ad invocare la propria superiorità rispetto ai Cristiani. Il gran imam di al Azhar, Ahmed el Tayyeb, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Papa Francesco nel quale auspica “un mondo pieno di cooperazione e amore per assicurare valori comuni e mettere fine alla cultura dell’odio e della diseguaglianza”. Nel telegramma el Tayyeb - massima istituzione del mondo sunnita - fa le congratulazioni anche “ai fratelli cattolici di Occidente e Oriente” per la loro scelta, auspicando che il nuovo pontificato contribuisca ad una “epoca positiva  per tutti i popoli in un mondo che cambia sempre e che ha bisogno di stabilità e di pace”.

Nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano, dopo l’indirizzo di omaggio del Decano, S.E. il Signor Jean-Claude Michel, Ambasciatore del Principato di Monaco presso la Santa Sede, il Papa ha LETTO il Suo primo appello ai politici che di seguito riportiamo integralmente, segnalando che il fulcro del messaggio è che non c’è pace senza verità, bisogna costruire ponti di dialogo intensificando il confronto con l'islam e con i non credenti e si devono combattere povertà materiale e spirituale.

Eccellenze,
Signore e Signori,
Ringrazio di cuore il vostro Decano, Ambasciatore Jean-Claude Michel, per le belle parole che mi ha rivolto a nome di tutti e con gioia vi accolgo per questo scambio di saluti, semplice ma nello stesso tempo intenso, che vuole essere idealmente l’abbraccio del Papa al mondo. Attraverso di voi, infatti, incontro i vostri popoli, e così posso, in un certo senso, raggiungere ciascuno dei vostri concittadini, con le sue gioie, i suoi drammi, le sue attese, i suoi desideri.

La vostra numerosa presenza è anche un segno che le relazioni che i vostri Paesi intrattengono con la Santa Sede sono proficue, sono davvero un’occasione di bene per l’umanità. È questo, infatti, che sta a cuore alla Santa Sede: il bene di ogni uomo su questa terra! Ed è proprio con questo intendimento che il Vescovo di Roma inizia il suo ministero, sapendo di poter contare sull’amicizia e sull’affetto dei Paesi che voi rappresentate, e nella certezza che condividete tale proposito. Allo stesso tempo, spero sia anche l’occasione per intraprendere un cammino con quei pochi Paesi che ancora non intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede, alcuni dei quali - li ringrazio di cuore - hanno voluto essere presenti alla Messa per l’inizio del mio ministero, o hanno inviato messaggi come gesto di vicinanza.

Come sapete, ci sono vari motivi per cui ho scelto il mio nome pensando a Francesco di Assisi, una personalità che è ben nota al di là dei confini dell’Italia e dell’Europa e anche tra coloro che non professano la fede cattolica. Uno dei primi è l’amore che Francesco aveva per i poveri. Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza incontrano queste persone! Sull’esempio di Francesco d’Assisi, la Chiesa ha sempre cercato di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi soffre per l’indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste.

Ma c’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini. E così giungo ad una seconda ragione del mio nome. Francesco d’Assisi ci dice: lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra.

Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini. Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare! Le mie stesse origini poi mi spingono a lavorare per edificare ponti. Infatti, come sapete la mia famiglia è di origini italiane; e così in me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l’altro, oggi sempre più vicini, interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità.

In quest’opera è fondamentale anche il ruolo della religione. Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. Per questo è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni, penso anzitutto a quello con l’Islam, e ho molto apprezzato la presenza, durante la Messa d’inizio del mio ministero, di tante Autorità civili e religiose del mondo islamico. Ed è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli.

Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti. Sono come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a prendere parte ciascuno dei Paesi che rappresentate. Un cammino difficile però, se non impariamo sempre più ad amare questa nostra Terra. Anche in questo caso mi è di aiuto pensare al nome di Francesco, che insegna un profondo rispetto per tutto il creato, il custodire questo nostro ambiente, che troppo spesso non usiamo per il bene, ma sfruttiamo avidamente a danno l’uno dell’altro.

Cari Ambasciatori,
Signore e Signori,

grazie ancora per tutto il lavoro che svolgete, insieme alla Segreteria di Stato, per costruire la pace ed edificare ponti di amicizia e di fraternità. Attraverso di voi, desidero rinnovare ai vostri Governi il mio grazie per la loro partecipazione alle celebrazioni in occasione della mia elezione, con l’auspicio di un fruttuoso lavoro comune. Il Signore Onnipotente ricolmi dei suoi doni ciascuno di voi, le vostre famiglie e i popoli che rappresentate. Grazie!

Foto di Cecilia Ferri© Gerusalemme 2013

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