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Alle ore 10 della quinta domenica di Quaresima, il Santo Padre Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Chiesa parrocchiale di Sant’Anna in Vaticano.


Omelia-del-Santo-PadrePubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica:

E’ bello questo: prima, Gesù solo sul monte, pregando. Pregava solo (cfr Gv 8,1). Poi, si recò di nuovo nel Tempio, e tutto il popolo andava da lui (cfr v. 2). Gesù in mezzo al popolo. E poi, alla fine, lo lasciarono solo con la donna (cfr v. 9). Quella solitudine di Gesù! Ma una solitudine feconda: quella della preghiera con il Padre e quella, tanto bella, che è proprio il messaggio di oggi della Chiesa, quella della sua misericordia con questa donna.

Anche c’è una differenza tra il popolo: C’era tutto il popolo che andava da lui; egli sedette e si mise ad insegnare loro: il popolo che voleva sentire le parole di Gesù, il popolo di cuore aperto, bisognoso della Parola di Dio. C’erano altri, che non sentivano niente, non potevano sentire; e sono quelli che sono andati con quella donna: Senti, Maestro, questa è una tale, è una quale … Dobbiamo fare quello che Mosè ci ha comandato di fare con queste donne (cfr vv. 4-5).

Anche noi credo che siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall’altra, a volte, ci piace bastonare gli altri, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Lui stesso l’ha detto: Io non sono venuto per i giusti; i giusti si giustificano da soli. Va’, benedetto Signore, se tu puoi farlo, io non posso farlo! Ma loro credono di poterlo fare. Io sono venuto per i peccatori (cfr Mc 2,17).

Pensate a quella chiacchiera dopo la vocazione di Matteo: Ma questo va con i peccatori! (cfr Mc 2,16). E Lui è venuto per noi, quando noi riconosciamo che siamo peccatori. Ma se noi siamo come quel fariseo, davanti all’altare: Ti ringrazio Signore, perché non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta, come quel pubblicano (cfr Lc 18,11-12), non conosciamo il cuore del Signore, e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia! Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché quello è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! "Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita, non mi parlerebbe così!". "Perché?, cosa hai fatto?". "Oh, ne ho fatte di grosse!". "Meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli racconti queste cose!". Lui si dimentica, Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: "Neanch’io ti condanno; va’, e d’ora in poi non peccare più" (Gv 8,11). Soltanto quel consiglio ti da. Dopo un mese, siamo nelle stesse condizioni… Torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia.
Al termine della Santa Messa, il Parroco della Chiesa di Sant’Anna in Vaticano, P. Bruno Silvestrini, O.S.A., e il Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, Card. Angelo Comastri hanno rivolto il loro saluto a Papa Francesco.

Papa Francesco dopo aver celebrato messa nella piccola chiesa di Sant’Anna ha prima salutato uno ad uno i fedeli che uscivano dalla chiesa ed è poi accorso in strada a salutate la folla che lo acclamava su via di Porta Angelica, fuori dalle mura vaticane. E' di fatto la Sua prima visita allo Stato Italiano, a piedi ed incurante della sicurezza, per stringere mani, abbracciare bambini e colloquiare con i fedeli che lo attendevano fuori.

Scomparsa oltre trent'anni fa. Il papa si è fermato ascoltando in silenzio le parole di Orlandi che da tempo chiede giustizia e gli ha sussurrato qualcosa all'orecchio. Papa Francesco così ribadisce con i fatti quello che aveva già detto il giorno della proclamazione, cioè di considerarsi un semplice vescovo di Roma e come un normale parroco ha voluto salutare i fedeli all'uscita dalla messa.

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http://www.fanpage.itOmelia-del-Santo-Padre2

Come un parroco, che attende fuori dalla chiesa i suoi fedeli per salutarli al termine della messa domenicale, così Papa Francesco terminata la celebrazione eucaristica nella chiesa di Sant'Anna in Vaticano è uscito dalla chiesa ed anziché salire a bordo dell'auto ufficiale nera si è fermato per salutare uno a uno i suoi 'parrocchiani'. Strette di mano, sorrisi, baci sulla guancia e carezze per i bambini verso i quali e' lui stesso a chinarsi.

Nella folla che ha accolto e salutato festosamente Papa Francesco, c'erano anche Pietro, fratello di Emanuela Orlandi, la ragazza figlia di un dipendente vaticano rapita e scomparsa nel 1983, per la quale lo Stato Vaticano sembra aver da sempre rinunciato alla ricerca di una sua innocente cittadina, suscitando lo sdegno di tantissime persone e di tutti quei sacerdoti che ogni giorno si impegnano perchè la vita dei più deboli venga rispettata.

"Prima di me c'era mi madre ed anche lei ha parlato qualche istante con il Papa. Poi mi sono avvicinato io, Lui ha pronunciato il nome di mia sorella Emanuela Orlandi e mi ha detto: 'tu sei il fratello ?', il colloquio e' stato breve ma ho sentito che c'e' stata un'intesa. Gli ho chiesto di aiutarmi a far emergere la verità e lui mi ha stretto più forte la mano. Ho avuto la sensazione di un'intesa, la sensazione che conoscesse bene la storia di mia sorella. E' stato bello, ho avuto la sensazione che ci possa essere quel dialogo che attendo da tempo e che il muro di silenzio che dura da due pontificati si stia incrinando. Mi ha ascoltato e ha avuto parole di incoraggiamento. Per questo chiederò un'udienza privata e sento che me la concederà e che riuscirò a parlargli''.

Maggiori informazioni http://www.emanuelaorlandi.it/petizione
 
Papa Francesco, sollecitato da qualche collaboratore, è poi dovuto rientrare al Palazzo Apostolico per la celebrazione dell'Angelus, ed ha scelto di utilizzare un mezzo della Gendarmeria Vaticana.

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