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In collaborazione con la Fondazione Marconi la splendida Villa friulana ospita un'indagine visiva e artistica su una delle figure più influenti dell'arte di sempre.


Man Ray a Villa ManinPer illustrare e dimostrare l'avanguardismo di Man Ray Guido Comis e Antonio Giusa curatori dell'esposizione sull'artista americano in allestimento a Villa Manin (Passariano) fino al 11 gennaio, hanno scelto di esporre gli ambiti di ricerca artistica da lui percorsi. L'allestimento segue un mascherato sviluppo cronologico in cui fotografie, video, quadri e film travalicano la consequenzialità degli anni per dimostrare come la sperimentazione, la curiosità, la voglia di conoscere siano stati gli elementi propulsori del percorso di approfondimento visivo di Man Ray.

Dalla linea del tempo che all'inizio del percorso espositivo mostra i principali avvenimenti della vita dell'artista americano fino al ricordo commosso di Juliet Browner la sua ultima moglie, la mostra propone 300 opere tra fotografie, oggetti, dipinti, disegni e film in diretto confronto con il contesto culturale e artistico di inizio Novecento e con le opere di molti altri artisti, ossia gli amici di Man Ray.

I membri, infatti, dei gruppi d'avanguardia, quali il Dadaismo e il Surrealismo, hanno contribuito a stimolare Man Ray. Lungo il percorso si possono osservare le creazioni di Marcel Duchamp, Francis Picabia, Pablo Picasso, Henry Matisse, Giorgio De Chirico, Salvator Dalì o Tristan Tzara i cui volti di tutti rivivono nelle fotografie di gruppo.Man Ray a Villa Manin

In questo modo è possibile comprendere come l'iniziale formazione artistica a New York di Man Ray, proposta in mostra con le opere di ispirazione dadaista, quali ad esempio, il ferro da stiro “Cadeua” del 1921, si sia poi evoluta al suo arrivo nella Parigi tra le due guerre e abbia contribuito a definire le estetiche dadaista e surrealista, fino a focalizzarsi sulle potenzialità artistiche e tecniche della macchina fotografica.

Diversi estratti del film “Man Ray: Prophet of the Avant-Garde” di Mel Stuart del 1997, proposto interamente alla fine del percorso espositivo, introducono alle sezioni della mostra. In una di quelle riguardante la fotografia, Man Ray racconta come molti artisti, letterati, intellettuali frequentarono il suo studio parigino e ad ognuno di loro lui gli dedicasse un ritratto. In mostra si possono, quindi, osservare il bronzeo volto di Pablo Picasso, l'asimettrico ritratto di Luis Bunuel o il volto nascosto di James Joyce in quanto, come afferma Man Ray nel film, non era un amante della luce.

La fotografia di Emmanuel Rudntizky (vero nome di Ray) fu soprattutto ispirazione, fantasia, perché l'arte secondo lui deve essere leggera e giocosa. Questo aspetto è evidenziato dalla testimonianza, proposta in un estratto del film, della figlia dell'artista in cui la donna spiega come le sue rayograph fossero state frutto del caso, della coincidenza, ossia aver lasciato alcuni oggetti su carte sensibile in piena luce.

Man Ray a Villa ManinAnche le solarizzazioni nacquero allo stesso modo. Durante la fase di sviluppo, infatti, Man Ray accese sbadatamente la luce per pochi minuti, cosicché i contorni dei soggetti impressi sul negativo si trasformarono in aureole luminose. In questo modo il fotografo voleva con la fotografia creare illusioni, scorporare l'immagine tradizionale, inscenando anche metamorfosi di corpi e oggetti come si può notare nei suoi lavori con il corpo femminile, ad esempio nella celebre “Violon d’Ingres”.

Le solarizzazioni, inoltre, creavano un effetto erotico di non-corpo nelle forme delle muse Kiki de Montparnasse, Lee Miller, Meret Oppenheim, Juliet Browner, così da renderle figure distanti, quasi mistiche e soprattutto cariche di eros. Man Ray dedicò gran parte delle sue opere all'erotismo come si può notare nel ciclo di fotografie “Erotique Voileé” le cui pose, espressioni, oggetti che circondano la modella, tendono al desiderio e la rendono una vestale dell'eros grazie alla stimolazione dell'immaginazione. Tali stilemi sono stati fondamentali anche nella produzione cinematografica. In mostra sono proposti i film Retour à la raison, Emak Bakia, Les Mystères du Chateau du dé, Etoile de mer, risultato finale e universale dell'intera ricerca visiva dell'artista.

L'esposizione curata da Comis e Giusa, dunque, narra l'intero percorso di vita artistica di Man Ray, in un processo di acquisizione di saperi sull'artista che si basa sulla stretta concatenazione di stimoli e scoperte, proprio come è stata la vita di Man Ray.Man Ray a Villa Manin

Nelle foto da in alto a sinistra:

1A. Cadeau, 1974 (replica dell’originale, 1921)
ferro da stiro con chiodi
17 x 10 x 10,5 cm
collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi
© MAN RAY TRUST / ADAGP, Paris, By SIAE 2014

2A. Juliet in California, 1944
fotografia
23,2 x 14,6 cm
collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi
© MAN RAY TRUST / ADAGP, Paris, By SIAE 2014

3A. Meret Oppenheim, 1933
fotografia new print del 1980
30 x 24 cm
collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi
© MAN RAY TRUST / ADAGP, Paris, By SIAE 2014

4A. Noire et blanche, 1926
fotografia new print del 1980
23 x 30 cm
collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi
© MAN RAY TRUST / ADAGP, Paris, By SIAE 2014

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