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Dopo tre mesi di esposizione è il momento di fare un punto sulle intenzioni del curatore della Biennale di Architettura 2014 dal titolo Foundamentals. Gli interrogativi sono molti e le risposte si possono rintracciare negli spunti, nei suggerimenti, negli sviluppi proposte dalle varie esposizioni.


La riflessione sull'architettura di Rem KoolhaasLa 14. Mostra Internazionale di Architettura – Foundamentals della Biennale di Venezia, dopo tre mesi di esposizione, è al suo giro di boa. Nelle prime due settimane di apertura aveva già superato i 25.000 spettatori, senza considerare l'incremento di giornalisti ed addetti al settore che hanno popolato e attraversato le sale dell'Arsenale e i Padiglioni dei Giardini durante le vernici a inizio giugno. Nelle ultime settimane, inoltre, si sono intensificate le attività didattiche e di approfondimento finalizzate a comprendere meglio la sua proposta artistica.

Weekend Specials è un programma organizzato nell'ambito della mostra Monditalia che prevede documentari, laboratori, conferenze, dibattiti, mostre e performance organizzati negli spazi dell'Arsenale, direttamente consequenziali ai Freeport ossia una serie di incontri e proiezioni, sempre all'Arsenale, in cui i curatori dei paesi partecipanti illustrano e spiegano al pubblico i rispettivi padiglioni. La Biennale curata da Rem Koolhaas, quindi, si sta esprimendo al massimo delle sue potenzialità. L'obiettivo del curatore si sta compiendo ossia segnare un punto di riflessione nella storia dell'architettura, così da ripartire per pensare un nuovo corso di sviluppo di quest'arte. Riniziare, quindi, da cosa? Da quali elementi riflettere nuovamente sull'architettura?

Innanzitutto dal concetto di modernità. Koolhaas ha affidato per la prima volta alle 65 partecipazioni nazionali un tema. “Absorbing modernity (1914-2014)” desidera indagare i momenti decisivi di un percorso di modernizzazione dell'uomo, dell'architettura, della storia lungo un secolo. In questa narrazione emerge come la modernità, seppur sviluppata in linee comuni, ha assunto delle declinazioni proprie, nei diversi paesi del mondo, una sorta di storia personale-nazionale. In quest'ottica l'architettura, quindi, all'interno dell'asse costruzione-ricostruzione che ha caratterizzato il belligerante e mai pacifico Novecento, ha svolto un ruolo essenziale in stretta correlazione con la storia.La riflessione sull'architettura di Rem Koolhaas

Il Padiglione Cile “Monolith controversies” curato da Pedro Alonso e Hugo Palmarola, ha colto con esattezza l'indirizzo di Koolhaas. La mostra propone il primo pannello di cemento costruito dall'industria cementifera donata dall'URSS a Salvator Allende nel 1972, per avviare il progetto di costruzione edilizia voluta dal governo. In basso all'elemento Allende appose la sua firma, connotandolo ideologicamente come un pezzo personale della nuova storia del paese. Tale segnatura, però, dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet, fu coperta da un pala d'altare raffigurante una Madonna con il Bambino, così da demistificare il valore dato precedentemente, assoggettandolo a un nuovo pensiero.

L'esposizione cilena alla Biennale dimostra come storia e architettura abbiamo segnato lo sviluppo moderno della nazione, ponendo il pannello di cemento al centro di un dibattito politico, sociale, culturale e filosofico che ne ha caratterizzato l'esistenza. Proporlo, inoltre, in mostra senza simboli dichiara come l'elemento modernista viva con forza ancora oggi perché la casa è ancora l'elemento base per la costruzione di una nazione.

Dall'abitazione e dalla creazione di tutti i centri funzionali di una città nacque il modernismo dei paesi del Nord Europa. Questo si espresse nel progetto avviato da Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia denominato Building Freedom per cui questi paesi, a partire dal 1963 si impegnarono a costruire servizi, centri polifunzionali e abitazioni in Tanzania e in altri paesi africani dopo la deconolizzazione. A Venezia all'interno della mostra “Forms of freedom. African independence and nordic models” curata da Nina Berre in collaborazione con Gro Bonesmo, propone la parte più modernista del piano governativo. Nei progetti e nelle fotografie proposte nel padiglione dei Paesi Nordici, tra cui quello della slanciata e imponente Basilica Nuestra Senora de la Altagracia o il Zanzibar Conference Center progettato da Karl Hendrik Nøstvik, si percepisce la materializzazione in architettura delle idee progressiste e moderne dei paesi scandivani.

La riflessione sull'architettura di Rem KoolhaasQui storia, società e il desiderio dell'umanità di un nuovo sviluppo si intrecciano a formare ampi spazi di condivisione, larghi e maestosi universi e volumi, come si nota nei progetti di Nøstvik in Kenya, a tutt'oggi ispiratori di sensazioni avveniristiche, sperimentali e innovatrici in chi le osserva. Con “Absorbing Modernity”, quindi, Koolhaas dimostra ancora oggi la validità, l'efficacia la resistenza della modernità a discapito di un post-moderno non ancora attivo, perché l'architettura continua a guardare avanti e non al suo passato, a nuove forme di interazione con le altri arti e, di conseguenza, innovative forme di espressione.

Questa perenne trasformazione dell'arte architettura è ben espressa nella mostra “Elements of Architecture” curata sempre da Koolhaas al Palazzo delle Esposizioni dei Giardini. Attraverso progetti, fotografie, materiali, meccanismi, film, pubblicità, immagini, diagrammi, il curatore e i suoi collaboratori hanno cercato prove tangibili dell'evoluzione degli elementi fondamentali degli edifici in ogni tempo e luogo. L'attenzione è ricaduta sugli elementi caratteristici delle abitazioni ossia soffitto, finestra, corridoio, pavimento, balcone, camino, facciata, tetto, porta, muro, gabinetto, scala, rampa, scala mobile, ascensore. Per ognuno di questi è proposta la storia, l'evoluzione tecnica anche in base agli scopi della costruzione. In questo modo emerge una figura dell'architetto in grado di essere il collante tra gli sviluppi, le contaminazioni e i progressi dell'architettura in cui gli elementi non mutano, ma si adattano alle esigenze della storia e dell'uomo.

Anche in questa mostra, quindi, Koolhaas ha voluto sottolineare lo stretto legame tra l'architettura e la storia, ponendolo come baluardo, tantoLa riflessione sull'architettura di Rem Koolhaas quanto i suoi elementi costitutivi, per ciò che sarà l'architettura. Cosa sarà, allora, quest'arte dopo il 2014? Il curatore propone il punto di vista dell'Italia nella mostra “Monditalia” allestita alle Corderie dell'Arsenale. L'esposizione guarda e guida l'Italia nel processo di interpretazione del suo presente e futuro, ponendola come archetipo della sospensione tra piena realizzazione di un processo di sviluppo e il caos che caratterizza ogni nazione. L'Italia diviene, così, il paradigma di quanto avviene nel resto del mondo attraverso 41 ricerche create appositamente in cui cinema, teatro, performance, installazioni, visioni si mescolano.

In “Intermundia”, progetto curato da Ana Dana Beroš, l'isola di Lampedusa è la terra di confine, una terra sospesa in cui i migranti passano da una condizione di vita infelice a una traumatica spostati come merce in paesi quali l'Italia, la Germania o la Gran Bretagna. Per mettere in risalto tutto ciò sono proposte installazioni di luce, fotografie e suoni che evidenziano lo “stare in mezzo” di questi uomini, presi tra la non chiara gestione del loro staus e l'anarchia più profonda. L'architettura, quindi, trova nel concetto di problema una fonte di ispirazione per non essere solo costruzione, ma ambito di analisi.

La riflessione sull'architettura di Rem KoolhaasFoundamentals, quindi, è tutto questo. É una Biennale di ricerca che analizza il presente per avere una comprensione più chiara della condizione umana e in che modo l'architettura possa aiutarlo in questo processo. Per questo la Biennale parla di modernità, esamina le caratteristiche etimologiche dell'architettura e si contamina con  tutte le forme d'arte. Il nuovo corso di questa arte è la condivisione, la comprensione, l'apertura al mondo globale e la stretta relazione con le necessità dell'uomo abbattendo, così, suprematismi, ideologie, e complessi di superiorità insiti spesso nell'architettura.

Nelle foto da in alto a sinistra:

CHILE, Monolith Controversies, 14.Mostra Internazionale di Architettura, Fundamentals, la Biennale di Venezia, Photo By Andrea Avezzù, Courtesy la Biennale di Venezia

NORDIC PAVILION (NORWAY, FINLAND, SWEDEN), Forms of Freedom. African Independence and Nordic Models, 14.Mostra Internazionale di Architettura, Fundamentals, la Biennale di Venezia, Photo By Andrea Avezzù, Courtesy la Biennale di Venezia.

Ana Dana Beroš, Intermundia, 14.Mostra Internazionale di Architettura, Fundamentals, la Biennale di Venezia, Photo By Francesco Galli, Courtesy la Biennale di Venezia.

Ana Dana Beroš, Intermundia, 14.Mostra Internazionale di Architettura, Fundamentals, la Biennale di Venezia, Photo By Francesco Galli, Courtesy la Biennale di Venezia.

Central Pavilion/ Padiglione Centrale, Elements of Architecture, introduction, 14.Mostra Internazionale di Architettura, Fundamentals, la Biennale di Venezia, Photo By Francesco Galli
Courtesy la Biennale di Venezia.

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