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Prodotto dalla Biennale College e all'interno del 9° Festival Internazionale di Danza 2014 della Biennale, Virgilio Sieni ha ideato questo suggestivo studio sul Vangelo come riferimento per aiutare l'uomo a creare un mondo nuovo.


Il gesto corporeo che conferma il Vangelo Secondo MatteoTutto prende vita da “Mondo Novo. Gesto Luogo Comunità” il tema pensato da Virgilio Sieni, per la Biennale Danza 2014. Nell'idea del Direttore la danza si approria dello spazio del mondo per creare una comunità, per permettere alle persone di aggregarsi attraverso i propri corpi e gesti. Tale relazione nella perfomance “Vangelo Secondo Matteo” ideato dalo stesso Sieni, e proposto all'interno delle manifestazioni della Biennale College, si fonda sulle parole dell'evangelista Matteo, dal suo Vangelo, il più amato tra i quattro.

Di fronte al pubblico si presentano 27 quadri performativi, suddivisi in tre incontri, in programma dal 4 al 18 luglio, in cui 163 tra danzatori, uomini, donne, bambini, provenienti da molte regioni d'Italia intrecciano e uniscono i loro corpi e i loro spiriti nella volontà di illustrare determinati passi del testo sacro. La finalità è raccontare la storia dell'uomo per eccellenza, l'emblema di tutte le storie in cui l'uomo può riconoscere sè stesso e la sua vita ossia la storia di Gesù.

In questo modo prende vita un nuovo mondo, una nuova comunità partendo da un'identità comune, quella della storia di Cristo, fino a formare un racconto umano in cui tutti gli uomini sono fisicamente diversi e uguali nei gesti e nei movimenti in quanto il canale di trasmissione sono, appunto, le forme e le azioni dei corpi dei danzatori.

Il pubblico che cammina tra i quadri, suddivisi tematicamente in Annuncio, Insegnamento, Deposizione, Resurrezione, Battesimo, Crocefissione, Pietà eIl gesto corporeo che conferma il Vangelo Secondo Matteo Miracolo in ognuno dei tre cicli, quindi, riconosce nei gesti la trama di una storia i quali, come il Verbo evangelico, creano e materializzano dimensioni di ricordi e suggestioni. In ogni corpo che partecipa alla performance, infatti, il coreografo italiano racchiude un'icona della storia dell'uomo di oggi assimilabile alla storia di Gesù. I movimenti e gli intrecci corporei degli interpreti, ripetuti ciclicamente, permettono, così, il riconoscimento, l'immedesimazione dell'uomo con l'uomo.

Nel Secondo Ciclo, infatti, Sieni per rappresentare le Beatitudini, ossia quando Gesù insegna ai suoi discepoli le caratteristiche per essere felici, sceglie quattro donne raccoglitrici di pomodori  provenienti da Pezze di Greco. Lo scopo è rappresentare la comunità reale pregna delle proprie tradizioni, identificabili nei gesti delle donne atte a raccogliere e sistemare i pomodori, le quali con i gesti delle mani, intrecciate tra loro, descrivono la benedizione e l'annunciazione di Gesù.

Il gesto nel “Vangelo”, quindi, è interpretabile come un dialogo che sia avvicina i ballerini al pubblico, e soprattutto intesse la vicenda del singolo quadro. Ogni ballerino dialoga con qualcosa o qualcuno per creare dei movimenti dei corpi nati dal contatto con gli altri. La pietà-deposizione, ad esempio, nel Secondo Ciclo, si sdoppia in due quadri in cui nel primo, interpretato da Nicola Cisternino e Sara Sguotti, emerge il valore intimo della pietà in cui lo studio del corpo di due persone strettamente connesse si materializza nella risposta simultanea ai movimenti dell'altro, come in una lotta pietosa ed emblematica. Nel secondo, invece, eseguito da Jari Boldrini e Giuia Mureddu, l'azione appare più misurata e i corpi creano una deposizione al contrario (l'uomo sostiene la donna) per suggerire il reciproco sostentamento della comunità.

Il gesto corporeo che conferma il Vangelo Secondo MatteoCiò che accomuna la scelta di Sieni, quindi, di scegliere questi e altri determinati momenti del Vangelo, come la Resurrezione, le Tentazioni, l'episodio della Donna Cananea o ancora la Fuga in Egitto, la il Battesimo , l'Annuncio dell'Angelo, è il senso di incertezza e di attesa.

Il Cristo dubbioso nell'orto dei Getsemani, la paura dei discepoli alla notizia del tradimento durante l'ultima cena, la solitudine della deposizione sono passi della storia di Cristo congelati, cristallizzati nella speranza dell'evoluzione di qualcosa. Per rendere tangibile questo passaggio, quindi, Sieni, utilizza sempre il gesto, nel suo ripetersi ciclico. Gli interpreti del “Vangelo” infatti, seppur nella singolarità dei tableaux, si registrano sul fare e disfare dei movimenti, su azioni che si riflettono tra quadro e quadro. Così creano una comunità un mondo nuovo che si sostiene.

Appare, dunque, la comunità di corpi attivi, portatori di messaggi, la depositaria del focus di Sieni. Il legame tra gesti comuni e gesti evangelici crea, infatti, un legame empatico  tra pubblico e interpreti. Il loro danzare appare vero ed è quasi percepito come proprio di chi osserva, tanto da invadere lo stomaco dello spettatori e di emozioni taglienti. Ciò è possibile anche perché Sieni propone una comunità di persone reali, vestite con abiti comuni, tutti scalzi perché il contatto con la terra deve essere diretto.  Il gesto corporeo che conferma il Vangelo Secondo Matteo

La danza, il corpo dei danzatori, il loro vibrante essere rappresentano nel concetto del “Vangelo” il mezzo espressivo per rifare e ridisegnare il mondo attraverso una totale partecipazione democratica, orizzontale, comune. La danza, dunque, si erge a strumento comprensivo più comunicativo e diretto perché basato su quei gesti del corpo insiti nella natura umana.

Crediti fotografici
Quadro RESURREZIONE (copyright la Biennale di Venezia, ph.Akiko Miyake)
Quadro GETSEMANI (copyright la Biennale di Venezia, ph.Akiko Miyake)
Quadro BEATITUDINI (copyright la Biennale di Venezia, ph.Akiko Miyake)
Quadro CROCIFISSIONE  (copyright la Biennale di Venezia, ph.Akiko Miyake)

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