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Lo stato di salute nel bel paese tra sogni speranze e conferme di un settore che può dare ancora tanto.


Il fumetto italiano oggiParli del fumetto italiano e vengono subito in mente personaggi come Tex Willer creato nel 1948 dalla matita di Gian Luigi Bonelli o di Guido Martina che nel 1949 inventò Pecos Bill, tanto per rimanere nel genere western, mentre, dando uno sguardo ai personaggi mascherati, nel 1945 Alberto Ongaro e Mario Faustinelli pochi anni prima, avevano dato vita all'eroe mascherato Asso di Picche, diversi anni dopo, nel 1962, nasce il criminale Diabolik creato dalle sorelle Giussani. Dalle mani di Guido Crepax nel 1965, prende vita un personaggio che ha più volte fatto innamorare più fasce di età maschile, la sensuale Valentina.

Non manca il genere umoristico, a molti rimangono ancora impresse le avventure di Alan Ford e la sua sgangherata comitiva di spie, un fumetto che ha visto i propri natali nel 1968 grazie alla matita di Luciano Secchi in arte Max Bunker. L'ispirazione è fervida, molti i personaggi che si alterneranno in edicola, tra le tante serie fortunate non possiamo dimenticare il personaggio di Dylan Dog, nato nel 1986 da Tiziano Sclavi e la stupenda matita di Milo Manara che tra gli ultimi suoi lavori nel 2006, insieme a Valentino Rossi, crea Quarantasei, un fumetto dove le avventure sono incentrate sul campione motociclistico di Tavullia.

Per fare una completa analisi di come sia nelle condizioni attuali il fumetto italiano, abbiamo avuto l'occasione di intervistare Andrea Bersani, noto autore di fumetti che da diversi decenni opera nel settore e autore di campagne pubblicitarie anche per Mandarina Duck.

Quando ha iniziato a disegnare?
Da sempre, come tanti, quasi tutti. Sono nato con la predisposizione al disegno. Quindi sin da piccolo il disegnare è vitale, fisiologico e aggiungerei terapeutico.

Ci racconti l'evolversi della sua carriera
Maturità in Arte Applicata presso l'ISAB. Venticinque anni come grafico, pubblicitario e illustratore poi, dal 2000, vignette e umorismo disegnato in tutte le sue declinazioni.

Che generi di fumetto predilige?
Quelli disegnati bene, banale forse, ma do la precedenza al segno, seguono storia sceneggiatura e tutto il resto. Se apro un albo e il segno non mi convince lascio perdere. Come genere prediligo la fantascienza.

Quali sono le soddisfazioni più grosse che ha avuto nel suo campo?Il fumetto italiano oggi
Vincere premi anche internazionali vellica il mio ego, inutile negarlo. Il mio primo libro sicuramente... sentirmi rispondere dai colleghi ai quali chiedo di scambiarci un originale: è un onore; impagabile! Sì direi che alla fine della giostra la stima dei colleghi è una soddisfazione, che oltretutto si rinnova. Sì.

Ci parli di qualche suo personaggio...
Gli "Aironi", li disegno da quattordici anni (vedi vigna a lato), e contano oramai quasi 5.000 vignette, di satira politica, come protagonisti.

E per quanto riguarda l'illustrazione
Nei 25 anni citati alla domanda 2) mettevo la mia matita al servizio della comunicazione pubblicitaria, oggi come autore no. Mi propongo per quello che sono e faccio, quindi non sono al "servizio", e di conseguenza illustro sempre meno, ma quando capita con maggiore soddisfazione.

Cosa pensa del fumetto come genere letterario e artistico?
Non posso che pensare bene. L'ho sempre amato, frequentato e quasi quasi realizzato come professionista. Penso anche che non debba dimostrare più nulla, e invece i distinguo si sprecano (seriale e d'autore) e la ricerca di un riconoscimento altro e alto un tasto dolente del settore.

Che prospettive offre il suo mestiere ad un giovane oggi?
Come vignettista una strada in salita, piena di cocci. Come fumettista toglieri i cocci. Ma essendo io profondamente pessimista invito a non tener conto della risposta. Se c'è passione, e ci deve essere, non ci sono "prospetive" che tengano.

Come vede l'Italia nei confronti del fumetto e che differenza c'è con l'estero?
Da noi il fumetto vede da sempre talenti naturali autoformatisi professionalmente, solo da pochi anni lo si insegna con metodo, e questo è bene. Si da così la possibilità a tutti gli aspiranti fumettisti di imparare le basi, poi c'è chi diverrà un onesto artiere e chi un grande artista, ma questo è un altro discorso.

Che percorso consiglia ad un giovane per riuscire a lavora in questo settore?
Passione passione ancora passione poi abnegazione, studio perseveranza antenne lunghe buona vista, voglia di sperimentare curiosità, espatriare e non ritornare.

Per ulteriori informazioni
http://www.andreabersani.it

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