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Realtà o finzione, nel libro di Francesco Curreri, spesso ricorre tale domanda ed i due elementi li ritroviamo viaggiare in parallelo come binari.


I tuoi occhi dal passatoCi sono verità tenute celate e altre che trovano la luce, quando i diretti interessati oramai fan parte dei libri di storia o di cronache narrate sui quotidiani ingialliti dal tempo. Capita pure che certi racconti puramente inventati, riescano ad avvicinarsi di gran lunga alla verità, lasciando il lettore alla fine delle pagine, unico conducente di un treno, libero di fermarsi alla prima stazione vicina o curioso di continuare il viaggio. Di recente, ho avuto modo di leggere il libro di Francesco Curreri "I tuoi occhi dal passato" e di conoscerne la sua figura, cortese e gentile da rilasciarmi questa intervista.

Fotografo, grafico, scrittore. Andando sul tuo sito personale è la prima frase che ogni visitatore può leggere. In quale delle seguenti arti trovi il tuo habitat naturale?

In questo momento, sicuramente nella scrittura. La sequenza descritta, analizzandola a fondo, rispecchia a mio parere le stagioni della vita. La fotografia è "giovane", dinamica, talvolta carica di colori... insomma, è carica di vitalità. Quindi si matura, ma non troppo, e cominci a usare anche la tecnologia che la natura ci ha regalato, cioè il cervello. Cominci a crearti, per così dire in casa, le immagini che prima cercavi girando il mondo. Arriva poi il momento in cui ti avvicini all'età della saggezza: ritengo che non si arrivi mai, ma ci si può avvicinare. È il momento in cui approcci la scrittura. A sua volta, anche questa fase, almeno nel mio caso, è rappresentabile con diverse stagioni... prima i racconti per ragazzi, poi entri in argomenti quali terrorismo o temi altrettanto delicati. Adesso sto attraversando una stagione "scrittorica", passami il neologismo, che fortunatamente mi appassiona e coinvolge fortemente.

Come nasce la tua passione per la scrittura?

Rispondere a questa domanda non è semplice. Credo che la passione per la scrittura sia appunto un'evoluzione, o un'involuzione, dipende dai punti di vista, della mia persona. Alla base c'è, senza ombra di dubbio, la voglia e il bisogno di comunicare. Però, a pensarci bene, posso dire che c'è effettivamente un momento della mia vita in cui nasce questa passione. Non c'è ovviamente una data precisa, però ricordo che a metà degli anni novanta "stavo" con una ragazza alla quale, prima di addormentarci, raccontavo una favola. Me lo chiedeva lei, e io raccontavo. A braccio. Partivo, senza sapere dove sarei andato a finire. Per mia fortuna lei si addormentava prima di dover dare un finale alla storia e quindi mi salvavo in "corner". Comunque posso dire che è nata proprio così. Quando il nostro rapporto è finito, ho ripensato ai numerosi racconti inventati in tutte quelle sere e ho quindi deciso di provare a dare a quelle storie una degna conclusione. Detto fatto, sono nati ventisette racconti per ragazzi, definiti poi da qualche editore "storie per bambini dai nove ai novant'anni". Sì, direi che la passione per la scrittura nasce da questo. Poi è stata sicuramente rafforzata dai riscontri avuti. Questi brani li ho mandati a diverse case editrici italiane e, ricevere la prima risposta dalla Mondadori è stato per me un grosso stimolo a continuare. Purtroppo non se ne è fatto nulla, però questo mi ha caricato psicologicamente e mi ha fatto trovare il coraggio per cimentarmi successivamente nella stesura de "I tuoi occhi dal passato", il mio primo romanzo. Dopo questo ho cominciato a prenderci gusto e adesso ho già sei libri nel carniere, di cui cinque già pubblicati. Insomma, adesso, nel bene o nel male, avete uno scrittore in più nel panorama narrativo italiano.

Riprendendo il continuo della frase nella prima domanda, ti consideri sempre un viaggiatore, non solo di viaggi reali, ma anche di fantasia. Usando proprio quest’ultima, fin dove si può spingere l’essere umano?

Io sono viaggiatore dentro. Attenzione, per viaggiatore non intendo necessariamente colui o colei che, valigia in mano o zaino in spalla, gira per il mondo. Talvolta, e lo ricordo appunto nel mio sito, uno può essere viaggiatore anche spostandosi di pochissimo, nella propria città o provincia. Quello che importa è l'occhio con cui ti guardi intorno, se ti stupiscono le cose nuove... Poi è vero, c'è la fantasia. Se non ci fosse quella non saprei proprio come fare. Con questo mezzo si può arrivare ovunque, senza limiti. La fantasia ti permette di esplorare mondi assolutamente esclusivi: mi viene in mente uno dei racconti, "Il sassolino Ernesto", che narra delle sensazioni e delle emozioni che un sasso "vivente" potrebbe provare quando un bimbo lo lancia in acqua... sì, è la storia di pochi secondi, il tempo appunto del lancio e di quello necessario a passare dalla superficie del mare al fondale. Però non dimentichiamoci che in passato molti scrittori, con la fantasia, hanno precorso i tempi e descritto cose che poi sono effettivamente diventate realtà... insomma, la fantasia è meglio prenderla molto seriamente.

I libri oggi, in particolar modo quelli cartacei, si possono considerare ancora degli ottimi compagni virgiliani, a disposizione di tanti piccoli Dante, desiderosi di scoprire nuovi mondi reali o inventati?

I libri, a differenza di Virgilio, ti accompagnano dove vuoi tu. Mi spiego meglio: io scrivo seguendo un mio pensiero, ma questo non potrà mai essere espresso con le parole perchè resta un pensiero. Io, come credo gli altri scrittori, posso sforzarmi nel descriverlo, usando metafore, aggettivi, tutto ciò che la lingua italiana mette a disposizione, ma quando il libro sarà letto da altre persone, inevitabilmente ognuno leggerà ciò che sente in quel momento o che la sua esperienza gli ha lasciato. Comunque sì, restano degli ottimi compagni di viaggio per chi vuole liberare la mente e, soprattutto, conoscere un pensiero diverso. Faccio un appunto: hai specificato "quelli cartacei", è vero che l'odore del libro stampato ha sempre il suo fascino, però, se gli e-book potranno servire a far aumentare il numero dei lettori, sono i benvenuti.

Leggendo il libro “I tuoi occhi dal passato”, notiamo diverse similitudini con una figura realmente esistita come Mata Hari, anch’ella, come uno dei personaggi femminili  del libro, vive a Parigi, entrambe subiscono fatti drammatici e sembrano in qualche modo attratte dal mondo dei servizi segreti, cosa ci puoi dire a riguardo?

Effettivamente delle affinità ci sono, però Lorraine, la protagonista del mio romanzo, non è una doppiogiochista. Anzi, se potesse non farebbe neanche il gioco a senso unico. E' vero, anche la mitica spia era scura di carnagione, anch'ella si è probabilmente prostituita per sopravvivere, così pure, entrambe, hanno usato il loro corpo per arrivare al successo. Le assonanze relative ai Servizi Segreti sembrano simili, però anche in questo caso, Lorraine è più... etica. Mata Hari a un certo punto ha cercato i Servizi per pura avidità, mentre Lorraine, in fondo, ricambia un grande favore che Max, un affascinante seppur attempato agente segreto francese, le ha fatto.

Nel protagonista maschile, vi è invece la figura di un giornalista con un passato tra luci e ombre ma sempre alla ricerca della verità.......

La verità. Quale verità? Quella che vuoi sapere tu o quella che voglio sapere io? Oppure quella che vuole sapere un governo? No, perchè la verità può avere tante facce e qui si potrebbe aprire un capitolo a parte sul rapporto tra cultura, lettura e libertà: se leggi hai la possibilità di osservare un fatto sotto diversi punti di vista... almeno uno; se non leggi, difficile farsi un'opinione. Pensiamo al Secondo Conflitto Mondiale, solo fino a pochi decenni fa, a quelli della nostra generazione vendevano gli Alleati, americani e inglesi in primo piano come i Santi liberatori. Indubbio il sacrificio di queste persone e tanto di cappello verso questi uomini che anch'io giudico effettivamente eroi. Però, e c'è un però, a distanza di decenni molte storture sono venute a galla: una per tutte riguarda il bombardamento della città di Coventry, fatto desecretato da pochi anni. La cittadina inglese è stata volutamente lasciata bombardare sacrificando i suoi ignari abitanti per evitare che i nazisti capissero che il codice Enigma era già da tempo stato decifrato. Poi tanti fatti oscuri fino a giungere agli anni italiani della strategia della tensione, quelli di cui si parla nel libro "I tuoi occhi dal passato", quindi a quelli del terrorismo internazionale. Sì, Fabio Tassi ha un passato di luci e ombre come molti qui in Italia. Basti pensare che a 37 anni di distanza dall'omicidio di Iozzino, Leonardi, Rivera, Ricci e Zizzi e quindi dal rapimento di Aldo Moro, ancora si istituiscono Commissioni Parlamentari per ricercare la verità... quale verità? Se vuoi possiamo riprendere dall'inizio... Quella che vuoi tu o quella mia? Oppure...

Sempre nel libro sono coinvolti servizi segreti di diverse parti di Europa, alcuni avvenimenti sono così ben descritti che la sensazione di un racconto puramente inventato passa in secondo piano. Dove trovi l’ispirazione?

L'ispirazione viene da mio padre. Soprattutto da un aneddoto che mi raccontò quando ancora ero adolescente seppur già interessato alla storia del nostro paese. Agli inizi della sua carriera in Polizia, subito dopo il corso, si trovava a Palermo. Di pattuglia sui monti che cingono la città incontrano un pastore. Mio padre era, come si dice, "una spina". I due colleghi più anziani si fermano a chiacchierare con l'uomo. Il pastore chiede da accendere. Mio padre fumava e il capopattuglia gli ha detto di dargli i fiammiferi. Due chiacchiere e si salutano come vecchi amici. Quel pastore si chiamava Gaspare Pisciotta. Mio padre lo conosceva solo di nome, ma i suoi colleghi sapevano bene chi era. La domanda sarebbe d’obbligo, ma lascio che se la pongano i lettori. Poi i fatti del '77 a Bologna, per intenderci quelli in cui perse la vita lo studente Francesco Lo Russo. Nulla di eclatante, ma nonostante i rischi che mio padre correva, è riuscito a non farceli pesare. Comunque, un paio di attentati dimostrativi nel palazzo in cui vivevamo, rivolti ad altri componenti delle forze dell'ordine, non ti lasciano indifferente quando hai tredici anni. Da qui l'ispirazione e la voglia di andare a fondo nei fatti italiani e sul coinvolgimento, nel bene e nel male, degli apparati di sicurezza.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti e quali libri consiglieresti di leggere ai nostri lettori per le vacanze oltre ovviamente ai tuoi libri?

Ho degli scrittori prediletti, ma preferirei non dirli per non fare torto a nessuno. Tra l'altro uno dei miei favoriti è ora anche un amico. Uno che quando scrive un libro vende milioni di copie nel mondo: bravissimo. Però, permettimi, invito i lettori a leggere anche nuovi autori. Quelli sconosciuti. Tante volte ci si imbatte in storie sorprendenti.

Ci sono dei progetti in cantiere e se si, ce ne puoi fare accenno?

Ci sono diversi cantieri aperti. Grazie a "I tuoi occhi dal passato", che tra l'altro ha il patrocinio morale dell'Associazione Emanuele Petri, si è aperta una collaborazione nuova e molto interessante soprattutto dal punto di vista sociale. Al momento sto collaborando con l'Associazione Domenico Ricci (Domenico Ricci era l'autista di Aldo Moro) nella persona di Giovanni, il figlio. Per l'Associazione sto scrivendo la sceneggiatura di un lavoro teatrale diretto alle scuole medie e superiori per mantenere alta la memoria dei fatti e delle vittime del terrorismo, troppo spesso dimenticate. Oltre a questo mi sto dedicando alla stesura dell'ultimo episodio di una saga di sei libri di cui quattro già editati. Si tratta di sei storie che toccano argomenti diversi quali la violenza sui minori, la mafia, le discriminazioni sul lavoro... tutto gira attorno a una famiglia proprietaria di una trattoria su un lungolago. Dove? Il paese si chiama Breviano, il nome è di fantasia, ma se qualcuno ama i laghi del centro Italia, non farà fatica a riconoscerlo. Il sesto libro, quello cioè che chiuderà la saga, toccherà tre temi tutti molto pesanti e delicati che mi impegneranno non poco nelle ricerche. Tutto in attesa di poter scrivere il seguito de "I tuoi occhi dal passato", anche questo già cominciato, ma al momento in attesa di tempi più propizi.

Il tuo libro dell’estate, come compagno sotto l’ombrellone?

Un paio, ma, come detto, non voglio fare favoritismi. Diciamo che anche dei classici come Pirandello, che io amo molto, possono fare compagnia.

Leggere continua a tenere fervida la fantasia non solo dei creatori ma anche dei lettori?

Assolutamente sì. Chi legge deve utilizzare necessariamente la fantasia. La lettura di un libro si trasforma nella nostra mente in una sequenza di immagini che si trasformano in una sorta di film. È il lettore che da corpo ai personaggi, magari sulla base della descrizione data dall’autore, ma solitamente riusciamo sempre a dargli il volto di un amico o di un attore. Naturalmente tutto può essere al femminile. Chi è anche scrittore, credo sia passato inevitabilmente dalla fase di avido lettore e, almeno nel mio caso, resta un divoratore di libri. L’importante, almeno per me, è non farmi influenzare quando elaboro una storia.

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