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Dal folgorante esordio con gli Wham agli intimi e raffinati lavori solisti, la parabola gloriosa e triste di un artista fiero e ossessionato della propria autenticità.


George Michael, la popstar gentileNon è facile capire perchè un artista possa andarsene all'età di soli 53 anni, di certo la sensibilità di George Michael, le sue doti uniche di interprete e autore ma anche i suoi demoni, le sue paure sono stati gli ingredienti che hanno segnato la sua gloria, la sua crisi e la sua tragica fine. Appassionatosi alla musica fin dall'età di otto anni grazie, a suo dire, ad una botta in testa che aveva fatto entrare nella sua vita un mondo di suoni, ha messo spesso la propria vita al servizio della musica, distruggendo quel confine tra il “mestiere” di popstar e una vita dove purtroppo lutti e infelicità hanno ben presto rotto quell'incantesimo che associa il pop alla spensieratezza e alla leggerezza.

Eppure tutto è cominciato proprio nel decennio più colorato della storia, gli anni '80, quando insieme all'amico Andrew Ridgley, George Michael fa diventare gli Wham un fenomeno pop di portata mondiale: nel biennio 83-84 la band spopola con "Club Tropicana", "Freedom", "Wake me up before you gogo" e "Careless Whispers", pezzo che fa in realtà da apripista alla sua luminosa carriera solista. Dal 1986 in poi infatti, messosi in proprio, George riesce a vendere 100 milioni di copie ed è il primo artista maschile a duettare con Aretha Franklin (la canzone era "I Knew you're waiting for me"). Negli anni '90 è il primo artista a lanciare il concetto di “coming out” prendendosi insulti pubblici che oggi non sarebbero tollerati, fa discutere i perbenisti con il video di “Outside” dove invita i gay al mondo ad uscire allo scoperto, e soprattutto in questi anni ha messo la sua vita, le sue paure, le sue opinioni politiche nei suoi dischi, a volte pagando questa scelta a caro prezzo.

Questo in nostro tributo alla sua carriera


La sua era una musica che aveva lo scopo di valorizzare, nobilitare il concetto di musica pop, lui stesso si sentiva un reduce di un genere fagocitato dai talent show, dalle boyband e da un approccio “usa e getta” che, nonostante i suoi esordi “leggeri”, aveva fatto poi di tutto per combattere. A volte questo suo voler essere autentico, senza filtri, divideva il pubblico come in “Listen Without Prejudice Vol. 1 (1990), lo incantava come in “Older” (1996) o lo metteva a dura prova come in “Patience” (2004), una opera francamente troppo personale, oscura e tormentata per il mondo pop di oggi. Ma George Michael era così, e nonostante chi lo conosceva bene lo definisse solamente gentile e disponibile, ha combattuto per una vita intera quei demoni e quei tormenti che alla fine l'hanno ucciso. Se ne è andato il giorno di Natale, perchè il mondo potesse ricordarlo spensierato, ossigenato nei capelli e “innevato” nella ormai immortale “Last Christmas” (1984) , in quel momento storico in cui tutto era possibile, persino la felicità.


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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 15,10 – 21,00 su Radio Budrio

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