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Con grande affluenza di pubblico si è concluso il 16esimo anno della manifestazione diretta da Cristina Soldano e Alberto La Monica.


Festival del Cinema Europeo: conclusa la XVI edizioneSi è partiti con il grande cinema d’autore rappresentato da Bertrand Tavernier e Fatih Akin, si è proseguito con gli omaggi alle italiane Milena Vukotic e Paola Cortellesi, e si è concluso con la parentesi vip rappresentata dalla seconda edizione degli Stati Generali della Commedia Italiana con i protagonisti vecchi e nuovi di questo genere nel cinema italiano: da una parte Neri Parenti, Luca Miniero, Riccardo Milani, Claudio Bisio e Carlo Verdone, dall’altra quella delle nuove leve (quelle nate con il web), ovvero Maccio Capatonda, i The Jackal, Herbert Ballerina e Nirkiop. Ma è il cinema europeo quello che ha fatto la parte del leone nella serata finale con premi che ne hanno testimoniato l’assoluta rilevanza in termini qualitativi e artistici.

L’Ulivo d’Oro è stato assegnato al film turco – franco – tedesco “Song of my mother” di Erol Mintas con la seguente motivazione da parte della Giuria (Pappi Corsicato, Francesca Marciano, Bruno Torri): “la limpidezza e l’apparente semplicità con cui si svolge il racconto attraverso il confronto tra un figlio urbanizzato e un’anziana madre che sogna di tornare alla vita del villaggio. Il film riesce a comunicare con grande sensibilità i conflitti esistenziali e sociali in un paese percorso da inarrestabili cambiamenti e contraddizioni”. La migliore sceneggiatura (insieme al premio FIPRESCI e il Premio Speciale del Pubblico) è stata assegnata a “My skinny sister” della svedese Sanna Lenken, la migliore fotografia all’austriaco “Superworld” di Karl Markovics.

Il Premio Speciale della Giuria è andato a “Correction Class” del russo Ivan I Tverdovsky, mentre il Cash Prize di 5000 Euro al greco “Anemistiras” del greco Dimitris Bitos. Il Premio Emidio Greco è stato assegnato ad Alessandro De Leo e Federico Di Corato per il cortometraggio “La baracca” con la seguente motivazione: “Per il racconto filmico sensibile, attento, mai superficiale né banale, di un momento complesso come il passaggio nell’adolescenza ; per la direzione al tempo stesso sicura e libera dei giovanissimi attori; per l’utilizzo consapevole e armoniosa di mezzi tecnici di ripresa diversi tra loro e di un linguaggio cinematografico evocativo e già in parte maturo. Con l’augurio di poter vedere presto nuovi lavori”. La Giuria FIPRESCI (Gemma Lanzo, Anna Osmolska, Michael Pattison) ha assegnato il premio a “My skinny sister” con la seguente motivazione: “Un film non pretenzioso, un dramma trattato con delicatezza e con un approccio fresco, sensibile e umano verso personaggi. L’opera vanta due eccellenti performance, emotivamente coinvolgenti che comunicano le qualità uniche di essere sorelle”.

Il Premio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici al migliore attore/attrice è stato assegnato a Ghita Norby per il danese “Key House Mirror”. La motivazione del Premio Cineuropa al russo “Correction Class” è questa: “Il film Correction Class, diretto dal giovanissimo regista russo Ivan I Tvardovsky adotta un linguaggio cinematografico molto appropriato per descrivere questa storia simbolica, con un fantastico uso della macchina da presa da parte del cameramen Fedor Strichev, capace di dare in ogni momento l’impressione che si tratti di un documentario e non di una fiction. Nel film entrano in contatto due generazioni, quella dei teenagers, quella dei docenti adulti della scuola , ambedue incapaci di accettare e includere nel loro orizzonte umano e culturale la diversità. Il film è molto duro, ma riflette un tratto molto tipico della società post-sovietica, in cui si intrecciano il vecchio dogmatismo e il nuovo disorientamento, la violenza generata dall’assenza di valori, elementi molto presenti in tutta la nuova letteratura russa”.

La giuria del Puglia Show, rappresentata da Jacopo Chessa, Francesco Farina e Vito Luperto, ha assegnato il Premio Centro Nazionale del Cortometraggio e il Premio Augustus Color al corto “Destination De Dieu” di Andrea Gadaleta Caldarola con la seguente motivazione: “Affronta un’urgenza di attualità che da anni è in primo piano e tuttora irrisolta con uno sguardo penetrante che inquieta le coscienze”. “Cala Paura” di Gianluca Marinelli ha visto riconosciuta una menzione speciale per l’originalità e qualità visiva, l’ambizione sperimentale e la forza espressiva in una cornice di dialogo tra l’uomo e la natura. Il Premio Mario Verdone, giunto alla sua sesta edizione, è stato vinto da “Più buio di mezzanotte” di Sebastiano Riso, per il coraggio e il rigore (parole di Carlo Verdone). A titolo di esperienza giornalistica, posso dire che a livello personale il festival è stato molto gratificante, in quanto era la prima volta che si utilizzava per tale evento il nostro servizio PhotoLive, ritagliandoci un posto in primissima fila a livello di informazione per la pubblicazione di foto e news con un massimo di due minuti di differita. Appuntamento con tutti i nostri lettori alla prossima edizione.

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