Summit a Milano, gli esperti valutano luci e ed ombre della nuova normativa.
“In futuro gli ospedali non saranno più affollati da contabili che girano tutto il giorno con in mano una fattura da sottoporre al dirigente sanitario. In un primo momento il cambiamento comporterà certamente delle difficoltà organizzative, ma a medio e lungo termine sarà la chiave per velocizzare i tempi di pagamento e rendere la macchina della Pubblica Amministrazione più efficiente e trasparente”.
Con queste parole si è concluso l’intervento del professor Bruno Dei al vertice ‘La fatturazione elettronica nella Pubblica Amministrazione’ che si è tenuto a Milano. Grazie all’apporto di alcuni dei massimi esperti nazionali in materia, il summit, organizzato dal bolognese Studio Godoli in collaborazione con Baker Tilly International, ha messo in luce punti di forza e criticità della nuova normativa. Dal 6 giugno 2014, infatti entra in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti Nazionali di previdenza e assistenza sociale. Una normativa che dal prossimo anno si allargherà a tutta la Pubblica Amministrazione.
La nuova prassi di fatturazione elettronica riguarderà le cessioni di beni, prestazioni e di servizi effettuate dalle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Ma quali saranno gli effetti concreti del provvedimento? Qual è la sua vera portata? E, soprattutto, che riflessi avrà dal punto di vista legale e finanziario? Come sempre di fronte ad un cambiamento, questa piccola quanto, a suo modo, storica rivoluzione viene accolta anche con un po’ di preoccupazione. Qualche perplessità in effetti c’è riguardo al sistema di conservazione dei dati, alle tempistiche e al numero di soggetti coinvolti. “Allo stato attuale la normativa è un po’ cervellotica: coinvolge ben cinque soggetti diversi per una fattura e – prosegue il professor Dei – certamente mal si adatta alle piccole imprese che non hanno la struttura adeguata per la conservazione dei dati.” Perplessità confermate anche dal professor Mauro Martinelli.
Docente di Ragioneria e di Economia Aziendale all’Università di Milano Bicocca, Martinelli ha sottolineato come “i quindici giorni di tempo tra la emissione della fattura ed il pagamento previsti dalla normativa siano, allo stato attuale, difficilmente rispettabili dalle nostre aziende. Il motivo sta nell’organizzazione stessa di queste, pertanto – ha concluso Martinelli – va bene la contabilità automatizzata, ma le aziende hanno bisogno di un intervento strutturale”. Criticità e perplessità che però non compromettono il potenziale innovativo della normativa. Nata con lo scopo di monitorare la Spesa Pubblica e di aumentarne trasparenza ed efficienza, “la fatturazione elettronica – sostiene l’avvocato Giorgio Confente - permetterà un controllo in tempo reale della Spesa Pubblica da parte dei cittadini”.
Pro e contro di un nuovo modo di amministrare il denaro pubblico. Un cambiamento che, come tutto ciò che è nuovo, qualche difficoltà la nasconde indubbiamente, ma che, una volta entrato a regime e semplificatosi, permetterà alla macchina burocratica di consumare meno e di rendere di più. “Un percorso irreversibile – come ha dichiarato l’avvocato Letizia Guidi in chiusura di convegno – magari un po’ complicato, almeno all’inizio, ma di sicuro ricco di potenzialità”. Più chilometri con meno benzina, questa la formula della sostenibilità, anche amministrativa.
