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Al Dipartimento Agraria della Mediterranea si è conclusa la prima edizione di racconti di esperienze professionali e lavorative di laureati in Agraria”, promosso dalla Biblioteca del Dipartimento di Agraria.


Brillante conclusione del ciclo di seminari “Ri-Uscire”Il terzo e ultimo incontro della serie ha avuto come protagonista il dott. Stefano Poeta, Presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Calabria, portatore non solo di una ricca esperienza personale, ma anche di un punto di vista panoramico, sintetico, competente. In sede introduttiva, il Prof. Salvatore Fazio, delegato ai Servizi di Biblioteca, ha richiamato gli aspetti problematici che connotano la situazione lavorativa dei laureati in Italia, tra i quali il tasso di disoccupazione è notevolmente incrementato nell’ultimo quinquennio. Oggi ci sono circa 200.000 disoccupati laureati di età inferiore ai 35 anni, il 43% in più di quelli registrati nel 2008.

Il settore dell’agricoltura  è forse l’unico dove l’occupazione aumenta e poco meno del 60% dei dottori in Agraria trova lavoro entro un anno dalla laurea. Ancora una volta, oggi ancor più che in passato, ciò che può fare la differenza nella competizione per il lavoro sono le capacità e le competenze collegate al titolo di studio. Nella formazione universitaria esse vengono acquisite in modo saldo e sistematico, ma nell’attività professionale devono essere continuamente aggiornate e orientate per dare risposta a problemi specifici. “Nel lavoro capirete che la prima e più profonda soddisfazione non è il pagamento della parcella – ha detto Stefano Poeta - ma l’esser riusciti a dare risposta piena al problema posto dalla committenza e dalla società, la soddisfazione di aver trovato la giusta soluzione nel modo giusto. Allo stesso modo, la miglior promozione del proprio lavoro  è il lavoro ben fatto”.

Il seminario è stato preparato dagli studenti inviando preliminarmente alla Biblioteca di Agraria  delle schede contenenti i loro quesiti, proprio per dar voce ai problemi e alle aspettative di tutti. Nella ricerca delle risposte, sono stati trattati diversi argomenti: le competenze richieste, la deontologia professionale, il tirocinio professionale, il rapporto con il mondo delle imprese, il rapporto di collaborazione-competizione con le altre professioni tecniche.  Diverse domande hanno toccato gli aspetti legati alle opportunità lavorative del futuro, alla proiezione dello studio verso gli sbocchi occupazionali.Brillante conclusione del ciclo di seminari “Ri-Uscire”

Il dott. Poeta ha sottolineato come negli ultimi anni lo spettro delle attività di competenza dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali si sia notevolmente ampliato e la rilevanza assunta da queste figure professionali nel settore ambientale e della pianificazione territoriale o nella cosiddetta “green economy” sia progressivamente cresciuta. Oggi la richiesta di Dottori Agronomi e Forestali, ovvero di professionisti affidabili, portatori di un sapere tecnico specializzato, non riguarda solo il mondo della produzione primaria o i prodotti trasformati di origine animale o vegetale, ma sempre più interessa i temi ambientali, la produzione di energia, la salute, la gestione e la pianificazione del territorio, l’offerta alla popolazione di servizi  ambientali, culturali, ricreativi ed educativi: servizi, per i quali le attività agricole/forestali e lo spazio rurale rivestono un ruolo-chiave e si arricchiscono di contenuti e funzioni molteplici.

Durante il dibattito sono intervenuti anche i Proff. Monti e Baldari e si è sottolineato che la stessa produzione primaria oggi va re-immaginata in un modo scientificamente e tecnicamente consapevole, all’interno di sistemi di garanzia complessi, secondo processi certificabili, rispetto ai quali i laureati in Agraria possono mettersi in gioco cogliendo nuove opportunità.

“La necessità di una formazione continua - ha detto Poeta – richiede una sempre maggiore collaborazione tra la struttura universitaria e gli ordini professionali. Perciò non solo plaudo ad iniziative come questa, ma sarò ben felice di collaborare per altre occasioni proficue di incontro”. Infine, è stata sottolineata dai partecipanti la grande utilità dell’iniziativa intrapresa dalla Biblioteca di Agraria, non solo per i contenuti trattati, ma per avere saputo cogliere una domanda reale costruendo percorsi di risposta. “Risposta – dicono i promotori dell’iniziativa – che non ha inteso essere teorica, ma basata su una condivisione concreta, operativa: veri e propri ponti umani tra  il mondo universitario e quello professionale”.

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