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Da Sanremo 2014 a quasi dieci anni di regia per la trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa.


A tu per tu con Duccio ForzanoPiù che maggio sembra novembre, piove a dirotto, ma negli studi della Rai di via mecenate ci si sta preparando  per la registrazione della penultima puntata della trasmissione di rai tre “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio e con la magistrale regia di Duccio Forzano. Io e la mia collega Enrica Leone ci troviamo nel giardinetto interno con il pass e registratore alla mano pronte per realizzare una delle cose più belle che il nostro lavoro ci permette di fare: intervistare uno dei più innvovatori e seguiti dei registi del nostro panorama artistico: Duccio Forzano. Ci accoglie con un grande sorriso e con un’allegria contagiosa che ci permette di iniziare subito questa bellissima chiacchierata….

Sei Soddisfatto di questo Sanremo 2014?

Per quanto mi riguarda si, è chiaro che a posteriori faresti anche delle altre cose, forse le faresti anche meglio o anche peggio, però alla fine, che se ne dica, per quanto mi riguarda il lavoro scenografico, il lavoro di racconto, fotografico e grafico stesso mi ha soddisfatto.

È andato bene quindi?

Si, indipendentemente dagli ascolti e dalle critiche.

Quanto ha influenzato il tuo lavoro qua a Che tempo che fa, poi il lavoro a Sanremo, soprattutto alla luce del gruppo di lavoro che bene o male è lo stesso. Soprattutto con Fazio con il quale lavori da anni?

In realtà non c’è un influenza. Il mio lavoro che faccio a Che tempo che fa, che faccio a Sanremo, che faccio a Glob o che faccio con i videoclip, è il mio lavoro e cerco solo di entrare in sintonia con l’artista con cui sto lavorando in quel momento e cerco di interpretare a modo mio il vestito che meglio gli sta addosso. È chiaro che io ho un mio stile, che è quello abbastanza essenziale, minimalista. Anche se poi la roba c’è, però c’è ma non si vede diciamo. Quindi ha influenzato più dal punto di vista del rapporto che ho con Fabio. Dal punto di vista proprio del racconto. So quando lo devo inquadrare, quando gli devo stare lontano. Quello sicuramente mi ha aiutato.

Anche perché Fazio e Littizzetto lavorano insieme da una vita quindi…

Li conosco molto bene, quindi mi era più semplice. Anche se poi Sanremo è molto diverso da Che tempo che fa, sia per i tempi che per le strutture. Però conoscendoli riesco ad anticipare e quindi a non perdermi quasi nulla.

Proprio a proposito di Che tempo che fa, ormai il programma ha festeggiato l’anno scorso dieci anni. Ci sei dal 2005. Quando vediamo da casa, ma anche qui in studio, abbiamo l’impressione che tu ti diverta molto, è il posto in cui sperimenti molto Che tempo che fa, oppure ci sono posti in cui hai ancora più possibilità?

Budget permettendo? Dovreste stare su in regia con me così capireste (ride). A parte il budget, perché quando ho cominciato che tempo che fa il budget non c’era. Perché quando sono arrivato Che tempo che fa, allora, era molto poco conosciuto nel 2005. Inevitabilmente quando una cosa è poco conosciuta, il budget è minimo. Con il minimo budget comunque siamo riusciti a trovare delle idee che già allora funzionavano. Poi il programma, crescendo e andando meglio, ovviamente ha ricevuto, mano a mano un budget sempre più cospicuo. Comunque lo sperimentare è dato dal fatto che è un programma che io faccio tutte le settimane, ed essendo io una persona che si annoia, se volta per volta non mi invento qualcosa, mi si appiattisce tutto.

Ma hai avuto quest’anno anche più possibilità di sperimentare avendo una puntata che dura più di due ore?

Certo, assolutamente sì. Però poi il racconto quando c’è un talk è dato dalle parole e come disse Fabio una volta: “La cosa più difficile da fare è raccontare le parole in televisione”. Tant’è vero che quando sono venuto qua nel 2005, ero convinto che fosse una stupidata fare questo programma e invece mi sono reso conto che era molto più complesso che i grandi show che io ho già fatto, perché raccontare due persone che parlano alla fine…hai due persone che parlano, quindi, hai voglia ad inventarti le cose. Quindi la bravura di Fabio, inevitabilmente, da un livello molto alto alla conversazione, però comunque tu hai bisogno di inventarti qualcosa. In questo programma dove tutte le settimane vai in onda due volte alla settimana, se non sperimenti, anche chi sta a casa sa già che cosa vedrà. Invece il bello è creare la sorpresa, il dribbling, la cosa che non ti aspetti.

Proprio a proposito del rapporto che hai con Fabio Fazio, vi potete confrontare su tutto liberamente o ci sono dei paletti, visti anche i ruoli totalmente diversi? Come vi rapportate?

Dato il mio caratteraccio (ride ndr), il rapporto è quello che deve essere. Io penso una cosa e te la dico. C’è un confronto molto aperto, però poi la verità è che quando siamo in diretta, lui sta giù e io sto su e quindi bisogna fidarsi uno dell’altro. Lui ha molta fiducia nei miei confronti e io in qualche modo cerco sempre di ripagarla, ma poi io faccio il regista e lui fa il conduttore.

Una domanda su Luciana, è vero che l’idea di “dissacrare” la scrivania di Fabio con Lucianina che ci salta sopra è stata anche un po’ tua no?

Beh no, è stata proprio mia. Devo dire che però con Luciana è facile, perché a lei quando gli dici scompigliamo tutto lo fa e quindi non è stato difficile.

Glieli auguriamo altri dieci anni e più a questo Che tempo che fa?

SI certo, figurati, poi nei momenti come questi, dove il lavoro non c’è ben venga. Però a me piacerebbe che ci fosse sempre un’evoluzione, specialmente nel lavoro creativo perché deve essere un lavoro che si rinnova, altrimenti perde il suo significato. Quindi io mi auguro che ci siano altri anni, ma mi auguro di avere anche la possibilità di sperimentare e di avere i mezzi per farlo.

Conclusa l’intervista  Duccio ci porta nella sala regia dove scattiamo qualche foto e dove veniamo rapite da tutti quei video e attrezzature che lasciano a bocca aperta. Cosi come ci ha lasciati a bocca aperta e con il cuore pieno di emozioni questa bellissima avventura per cui ringrazio tanto Duccio per la sua gentilezza e simpatia, ed Anna Bisogno, suo ufficio stampa e donna davvero speciale.

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