Riflessioni sulla nostra fine

Conclusa la 19. edizione di Torino Spiritualità: 13.000 persone a ragionare sulla morte e sulla vita, il destino che ci unisce. Agli assenti: un sorprendente successo di pubblico in presenza, a cominciare da The Biggest Death Café Ever, e online, con 205.000 profili raggiunti.


13.000 persone insieme per riflettere sulla nostra fine, unica certezza, destino comune dell’umanità, e per pensare a chi la morte l’ha già attraversata, gli assenti, che, come scriveva il poeta Attilio Bertolucci, possono essere «più acuta presenza». La 19. edizione di Torino Spiritualità «Agli assenti. Della morte ovvero della vita» si conclude come era iniziata, quando una comunità di 600 persone si è ritrovata nella Chiesa di San Filippo Neri per il più grande Death Café mai realizzato in Italia: una discussione collettiva e conviviale sulla morte, per cercare nelle proprie profondità il senso della fine e scoprire che nella consapevolezza della morte possiamo trovare la linfa della vita.

Nei giorni del festival, ideato e organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori e curato da Armando Buonaiuto, si sono svolti altri 4 Death Café, format nato e diffuso nei paesi anglosassoni, mentre i 75 appuntamenti – incontri, laboratori, lectio, meditazioni, spettacoli – con 126 voci di testimoni italiani e internazionali, hanno fatto registrare il sold out in breve tempo, testimonianza del forte legame che Torino Spiritualità ha saputo creare con il proprio pubblico e con il territorio.

Oltre alla Chiesa di San Filippo Neri e al Circolo dei lettori, epicentro e pensatoio di Torino Spiritualità, gli appuntamenti di questa edizione si sono svolti in numerosi luoghi e spazi culturali della città: i teatri Carignano (l’anteprima del 17 settembre con l’attore Francesco Pannofino che ha letto le pagine del Nobel José Saramago), Gobetti, Colosseo, il Cinema Massimo, l’Aula Magna della Cavallerizza Reale, il MAO Museo d’Arte Orientale, il Polo Culturale CAM Cultures and Mission, il Cimitero Monumentale, OFF TOPIC, l’Ospedale Mauriziano, la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, la Moschea Dar As-Salam, Arte Movimento.

Torino Spiritualità ha avuto un grande seguito anche online, sia tra il pubblico che abitualmente interagisce con il Circolo dei lettori sui social, sia tra chi ha scoperto il festival durante questa edizione. Gli account raggiunti sono stati 205.000 e le impression totali dell’ultima settimana 340.000 soltanto su Instagram, per un pubblico prevalentemente femminile (il 75%) e di età compresa tra i 25 e i 64 anni. A partire dalla collaborazione con l’artista torinese Greg Goya, autore di una fast art dedicata a Torino Spiritualità che ha avuto sui social 165.000 visualizzazioni. La domanda che è stata rivolta al pubblico e agli ospiti del festival è stata Qual è l’assenza più rumorosa della tua vita? Continuano a giungere risposte, a dimostrazione della passione con cui il tema è stato vissuto dalla community.

«È davvero così difficile pronunciare la parola “morte”? Queste dense giornate di festival, così ricche di voci, riflessioni e persone desiderose di ascoltare e disposte a condividere, mi sembrano suggerire il contrario. Di certo testimoniano il bisogno di trovare modi per interrogarsi insieme anche su argomenti spinosi, ma che vale la pena imparare maneggiare. Perché l’esperienza della perdita e dell’assenza è come un binocolo: se non hai dimestichezza, quando ti tocca guardarci attraverso rischi di impugnarlo al contrario, e il mondo intero si allontana. Se lo sai maneggiare, invece, può darsi che ti sveli che la vita è più grande e preziosa di quanto immagini, e allora sarà più grande anche l’urgenza di viverla» commenta Armando Buonaiuto, curatore di Torino Spiritualità.

«È stata una sfida, è stato un atto di coraggio e fors’anche di incoscienza, un gesto di provocazione, talvolta. È  stato soprattutto un dono: per il nostro pubblico numerosissimo e grato, per gli ospiti posti a confronto con un tema tanto scomodo quanto necessario, per tutti noi che l’abbiamo voluto e costruito giorno per giorno lungo molti mesi di preparazione. Dedicare la XIX edizione di Torino Spiritualità agli assenti, alla morte come parte della vita, al nostro comune misurarci con il dolore e la nostalgia, l’illusione e la rassegnazione, armati dell’unica certezza che la vita ci regala e cioè che prima poi finisce, è stata un’esperienza forte e dolce al tempo stesso. Vissuta con un’intensità sorprendente, mai spenta. E se, come dice Natalia Ginzburg, la vecchiaia comincia là dove e quando smettiamo di meravigliarci, allora è vero che all’indomani di queste straordinarie giornate siamo tutti un po’ più giovani: ricchi di stupore, di emozioni vissute, di pensieri nuovi, di ricordi più dolci e più vivi di prima>> dichiara Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori.

Tra le grandi voci che hanno arricchito la 19. edizione di Torino Spiritualità: Björn Larsson, Éric-Emmanuel Schmitt, Stefano Massini, Chiara Valerio, François Jullien, Chandra Livia Candiani, Vito Mancuso, Guidalberto Bormolini, Massimo Recalcati, Jón Kalman Stefánsson, Massimo Mantellini, Chiara Alessi, Cristiano Godano, Gabriella Caramore, Paolo Nori, Vittorio Lingiardi, Emanuele Trevi, Luigi Maria Epicoco, Long Litt Woon, Alessandro Bergonzoni, Ilaria Gaspari e Guido Vitiello, Marina Sozzi, Dario Doshin Girolami, Giulio Biino, Giovanni De Luna, Martino Gozzi, Federico Faloppa, Ermanno Cavazzoni, Elena Loewenthal.

Torino Spiritualità torna con la sua 20. edizione dal 25 al 29 settembre 2024.

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