Un Leone d’oro mostruoso
Arriva nelle sale italiane il capolavoro di Guillermo Del Toro “La forma dell’acqua – The Shape of Water”, premiato all’ultima Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia.
E proprio nel Festival lagunare, che questa nuova versione del “Mostro della Laguna Nera”, ha visto trionfare il regista messicano per la prima volta con un fantasy dalle venature horror. Ambientato nella Baltimora degli anni 50′ in piena guerra fredda, una donna delle pulizie, Elisa Esposito (Sally Hawkins) che parla il linguaggio dei sordomuti (ma sente tutto), si innamora di una creatura anfibia (Doug Jones) imprigionata nel laboratorio segreto dove lavora, e soggetta agli esperimenti comandati dal perfido colonnello Strickland (Michael Shannon).
E’ un momento storico in cui è alto il conflitto fra americani e sovietici, e lo scontro è su più livelli, ma è proprio il fulcro dell’amore tra diversi in cui il cinismo del regista messicano è calcolato al millimetro con equa suddivisione tra politica, storia e fantascienza. Citazioni a man bassa dai suoi precedenti lavori, come “La spina del diavolo” ed “Hellboy”, ma anche tanto cinema del passato, in cui i mostri erano stati “umanizzati”, come “King Kong” e “La bella e la bestia”.
In più, anche un omaggio spudorato ai bellissimi “Il Favoloso Mondo di Amèlie” e “Delicatessen”, entrambi del regista francese Jean Pierre Jeunet, dove vengono ripresi alcuni aspetti cromatici e scenografici, dosati con un sapiente uso della colonna sonora di Alexander Desplat.
Probabilmente De Toro trionferà anche ai prossimi Academy Awards con questa pellicola, unendosi alle vittorie precedenti dei suoi due amici (e connazionali), Alejandro Gonzalez Inarritu e Alfonso Cuaron, ribadendo il fortunato sodalizio dei “Tres Amigos”.
