Stadi e sicurezza
Dopo la serie A la vera sfida sono gli impianti sportivi minori e al chiuso.
Non solo gli stadi della Serie A. La riapertura al pubblico in sicurezza riguarda anche centinaia di impianti sportivi minori e al chiuso ed esiste la possibilità di definire procedure per l’afflusso degli spettatori nel rispetto delle misure di contenimento del rischio Covid 19, a patto di organizzare tutti i passaggi e gestirli correttamente.
Lo sostiene Giuseppe G. Amaro, amministratore delegato di di GAe Engineering, azienda torinese leader nel settore della sicurezza in manifestazioni pubbliche e grandi eventi che, attraverso un programma di calcolo, ha definito le procedure per la riapertura al pubblico dei 17 stadi della Serie A di calcio. Il dossier è stato predisposto per la Lega Calcio e sottoposto al Governo per il suo passaggio al Comitato Tecnico Scientifico (CTS).
Le procedure pensate per gli impianti sportivi all’aperto – secondo un approccio mutuato dalle valutazioni ordinariamente svolte nel settore della sicurezza in caso d’incendio – sono state anche declinate per gli impianti al chiuso, come ad esempio il Palalpitour di Torino.
“Il punto è che le regole generali – accessi e deflussi, misurazione della temperatura all’ingresso, distanza di un metro tra le persone, mascherina sugli spalti, dispenser di gel igienizzanti, posti assegnati preventivamente, personale di servizio con dispositivi di protezione individuale – vanno ragionate caso per caso”, spiega Amaro. “Ad esempio – aggiunge – a seconda della forma delle sedute, si potrà stabilire la necessità di mantenere un posto vuoto ogni due oppure ogni tre. Tornelli e romitori (gli spazi che separano le barriere di ingresso dall’impianto) sono un’altra incognita da considerare: l’ampiezza di alcuni è di poco superiore al metro e in altri si arriva a 3 metri”.
“Lo studio iniziale – aggiunge Amaro – ci è stato commissionato dalla Juventus per l’Allianz Stadium ed è stato portato a compimento con la cooperazione dello staff operativo della stessa società. Da questo studio, che Juventus ha messo a disposizione della Lega Calcio è scaturito il Piano generale per gli impianti della Serie A che la stessa Lega ha poi consegnato al Governo”.
«La normativa del 1996, aggiornata dalla legge Pisanu – conclude l’AD di GAe – prevede che, nell’intervallo massimo di due ore, un impianto sportivo debba potersi riempire o svuotare. A partire da questo dato abbiamo creato un sistema per simulare la capienza in periodo di Covid. Sulla base dei calcoli e a seconda di come è strutturato l’impianto è possibile riempirlo da un quarto a un terzo della capienza. Finora negli stadi è stato consentito l’ingresso a 1.000 tifosi, ma ora gradualmente questo numero potrà iniziare a crescere».