Spreco alimentare: Italia migliore post lockdown

Svolta con Green Deal. Prima Giornata internazionale Onu, occasione per riflettere su opportunità fondi europei.


Di fronte all’avanzare di malnutrizione e cambiamenti climatici, l’emergenza Covid pur con le sue grandi criticità, è emersa sin da subito come una sfida cruciale a tutela della sicurezza alimentare globale. Allo stesso tempo, nel piccolo delle buone pratiche indotte dal lockdown alla vita domestica, si è rivelata un’occasione importante contro lo spreco di cibo, incoraggiando lo sviluppo sostenibile che ci si attende da tempo.

E’ quanto afferma Cia-Agricoltori Italiani in occasione della prima Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, con l’auspicio che l’iniziativa fissata per oggi dall’Onu, contribuisca a tracciare un percorso puntuale verso gli Obiettivi dell’Agenda 2030 grazie anche agli input del Green Deal Ue.

Per Cia, dunque, è arrivato il momento di capitalizzare i risultati raggiunti, puntando per esempio su quel 41% degli italiani che risulta aver ridotto lo spreco di cibo durante la quarantena, senza dimenticare le importanti risorse stanziate dal Governo negli ultimi mesi, proprio per la lotta contro lo spreco, per il recupero delle eccedenze e gli aiuti alimentari.

Inoltre, sottolinea Cia, occorre una svolta anche a livello europeo, tenuto conto che ogni anno circa il 14% della produzione globale di cibo non raggiunge gli scaffali con perdite che hanno un costo stimato annuo di 400 miliardi di dollari.

L’opportunità di cambiare le cose arriva ora dal Next Generation Ue e dalla strategia Farm to Fork che prevede un sistema alimentare sostenibile per garantire la sicurezza e l’accesso a cibi sani e che, entro il 2030, verrà arricchita con “obiettivi legalmente vincolanti per ridurre lo spreco alimentare in Ue”.

Infine, secondo Cia, è fondamentale recuperare efficienza nell’utilizzo delle risorse e dare sempre più impulso alla legge nazionale anti-spreco 166/2016. Molto, in tal senso, può fare il mondo agricolo e le sue imprese che svolgono un ruolo centrale durante la fase di produzione.

Allo stesso tempo però, il problema non coinvolge solo i consumatori finali con il 66% degli italiani sempre più coscienti della connessione tra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo, ma anche tutti gli altri attori del processo produttivo, dalla trasformazione alla distribuzione e, quindi, anche gli equilibri e le relazioni che li riguardano.

E’ necessario tenerne conto, conclude Cia, nell’ambito della transizione verde Ue e nella definizione del Recovery Plan italiano perché si concretizzi una reale innovazione e trasformazione digitale in agricoltura.

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