Sanremo 2022, il percorso ad ostacoli di Amadeus

È finita, anche quest’anno l’abbiamo portata a casa. Potrebbero benissimo essere parole uscite dalla bocca di Amadeus e non è da escludere che, comunque, non le abbia pensate veramente.


Un Amadeus che per tre volte consecutive si è preso (o voluto prendere) l’onore e l’onere di traghettare il Festival di Sanremo per cinque serate all’anno.

Analizzare cosa sia successo in questo 2022 è quanto di più difficile si possa farà, sicuramente è evidenziabile un percorso. L’Ama I è stato un calderone, Amadeus ci aveva messo dentro di tutto, perché probabilmente pensava che quella sarebbe stata per lui la prima e ultima volta. L’Ama II è stato, invece, un grosso punto di domanda, una parentesi in un momento complicato dell’esistenza di tutti, non che ora sia tutto questo carnevale di Rio, si intende.

Arriviamo ad oggi, il tanto osannato terzo mandato di Amedeo Sebastiani, che stando alle ultime informazioni non sarà l’ultimo, perché come ha detto oggi l’AD Carlo Fuortes “squadra che vince non si cambia”.

Abbiamo avuto la conferma di come, per fare un buon spettacolo, non ci sia bisogno di chissà quale ospite altisonante straniero (Baglioni docet), ma non solo, abbiamo anche avuto la riprova di come non ci sia necessità di così tanti ospiti in generale, che non fanno altro che appesantire e allungare la macchina, spesso con poco senso.

Detto a posteriori, quest’anno è stata davvero messa un po’ più al centro la musica. È vero, sugli orari, di esibizione in particolare, soprattutto quando sul palco si alternano 25 big, ci si deve lavorare ancora un bel po’, ma è sicuramente un buon punto di partenza. Si può e si deve asciugare, volendo ancora di più, perché il contorno ci deve essere, è giusto, siamo in televisione, non dimentichiamocelo, ma con senso e ponderazione.

Sotto questo punto di vista furbo è stato Fiorello con la sua unica apparizione martedì sera, forse un po’ anche per riprendersi quell’applauso doveroso che l’anno scorso è mancato, per ovvie ragioni. Fiore ci ha visto lungo, ha capito che il troppo stroppia e che ogni tanto si deve lavorare in sottrazione.

E allora quest’anno che cosa ha stonato più di tutto? Beh, sicuramente la scelta di certe compagne di viaggio. Inutile negare che quella che ne è uscita peggio è stata Ornella Muti, difficilmente ricorderemo la sua evanescente figura sul palco. Lorena Cesarini, invece, è stata buttata nella fossa dei leoni senza un minimo di protezione.

Nobilissimo il suo monologo, del resto Sanremo è un megafono e quando si hanno davanti alla Tv così tante persone, è giusto parlare anche di cose serie, ma, in questo caso, il risultato non è stato proprio quello che doveva essere. La forzatura era evidente. Drusilla Foer e Maria Chiara Giannetta sono state una vera e propria rivelazione positiva. Brave, capaci, spigliate. In poche parole, si sono divertite. Magistrale il dialogo tra innamorati della Giannetta con Maurizio Lastrico. Uno momento pensato, ragionato, lavorato per un mese, e si è visto.

Menzione a parte per Sabrina Ferilli, sprecata per il ruolo di “valletta”, sebbene elevata a rango superiore di co-conduttrice. Quando si chiama un personaggio come lei, bisogna mettere in conto che potrebbe oscurare tutti, e, quindi, si deve avere la capacità di accettarlo e soprattutto permetterlo.

Forzata è stata anche la sfilata di volti rai, marchetta necessaria è vero, per la presentazione delle fiction in partenza post Sanremo, ma davvero non si potevano strutturare meglio i loro interventi?

Che cosa si salva davvero in tutto questo? Che cosa va necessariamente ricordato? La forza, la potenza, l’allegria e la voglia di vivere di un uomo di 77 anni che ha fatto ballare tutto l’Ariston per quattro serate, Gianni Morandi. È lui, moralmente, ad aver vinto tutto.

Poi è vero, gli ascolti mettono fine a qualunque discussione, sono alti, molto alti e si è finito prima in ciascuna serata rispetto agli anni passati, e meno male oserei dire. Bisogna tornare al 1995 e al 2000 per ritrovare numeri simili, ma erano altri tempi. Migliori? Peggiori? Ognuno ha la sua opinione in merito.

Una sola cosa è certa, Sanremo è finito, andiamo in pace.

Enrica Leone

 

 

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