Rimediare. Ri-mediare

Riflessioni, spunti e provocazioni, a partire dal volume appena pubblicato da Franco Angeli che analizza problemi e soluzioni legati a saperi, tecnologie, culture, comunità, persone. Trecento sessanta pagine scritte da 27 autori nell’arco di 3 anni. A cura di Francesco De Biase.


Quali strade intraprendere, quali processi attivare e quali valori sostenere per migliorare la nostra vita? Quali rimedi e cure? Come riprogettare saperi, tecnologie, culture, comunità e persone per fronteggiare le distorsioni del modello di sviluppo occidentale? Sono domande cui cerca di rispondere “Rimediare. Ri-mediare” il volume, fresco di stampa, a cura di Francesco De Biase, edito da Franco Angeli, che viene presentato per la prima volta martedì 30 Giugno in streaming alle 17,30 in collegamento dal Polo del 900 di Torino: la diretta web può essere seguita sulla pagina Facebook e YouTube del Polo del 900 (www.polodel900.it)

Nel dibattito di presentazione introdotto da Alessandro Bollo, direttore del Polo, e Francesco De Biase, Dirigente Area Attività Culturali della Città di Torino, interverranno altri 8 dei 27 autori che hanno contribuito alla stesura del libro, un’opera complessa, costruita nell’arco di 3 anni.

Riduzione del welfare, del sostegno alla ricerca, all’educazione e alla formazione. Sviluppo delle tecnologie accanto al bisogno di socialità. Crisi degli esperti, delle competenze e dei saperi. Centralità dell’ambiente, della salute e dei sistemi di cura.  Sono alcuni grandi temi affrontati con approccio analitico ma anche creativo. Ad esempio, Annalisa Cicerchia, Economista della cultura, Primo Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Statistica, si concentra sull’InfObesity, neologismo che identifica con efficace ironia il rapporto attuale con il sovraccarico di informazione e disinformazione: immersi in una mole enorme di notizie le persone tendono a limitare i processi di elaborazione dei dati alimentando una percezione distorta della realtà.

In tema di informazione Aldo Garbarini, Presidente Nazionale Nidi e Infanzia, aggiunge che “i motori di ricerca, i social media e i social network appaiono come le più importanti narrazioni che tengono insieme e addensano su di sé ampie comunità di individui”, tanto che algoritmi e intelligenza artificiale sembrano i veri intellettuali di oggi.

Il rimedio va cercato nella dimensione di un universo interdisciplinare. Questo è un filo conduttore del volume, dal quale esce infatti il quadro di un pianeta dove non è possibile attuare alcun cambiamento agendo in un singolo ambito. “Non potremmo, ad esempio, migliorare il cibo senza intervenire nell’ambiente, nell’economia, nella produzione agricola, nella distribuzione, nei ricavi dei contadini ecc.spiega Francesco De Biase -. Tutto è intrecciato e occorre affrontare e gestire i singoli fattori esaminandoli nell’interdipendenza con un sistema di elementi ampio e complesso: l’ambiente è economia, mobilità, rispetto e molto altro. Occorre inoltre favorire e sostenere la partecipazione, la condivisione, il senso di responsabilità e appartenenza in sintesi la comunità”.

Gli autori sono esperti in vari settori: economia, medicina, psicologia, filosofia, ma anche di cibo, cultura, tecnologia … I loro contributi sono molto diversi tra loro per lunghezza, forma e stile e per i punti di vista. Ma sono ricondotti a sezioni tematiche: saperi, tecnologia, culture, persone, comunità, quindi possono essere letti nella loro autonomia, come risposta più efficace alla complessità delle questioni sollevate, oppure come un sistema complesso di analisi interdisciplinare. Un sistema dove collettività diventa una parola chiave, in un’ottica di condivisione, come scelta strategica per affrontare il futuro.

Così, in tema di economia, Roberto Burlando docente di Economia ed Etica, Finanza etica e microcredito e Sviluppo Economico all’Università di Torino, segnala l’importanza di rivedere i percorsi storici fatti negli ultimi 50 anni per capire la dimensione della crisi attuale e suggerisce come l’instabilità del modello finanziario ed economico parta da un fatto di natura culturale che invece di sviluppare contesti e condizioni sempre più sicure per l’umanità, suscita una crescente precarietà e povertà. Analogamente Maurizio Grandi, Oncologo Clinico, Immunoematologo, Bioetico, Etnofarmacologo, spiega: “Ri-mediare è il paradigma del futuro: il cambiamento passa attraverso la cultura”. Cultura che è strettamente correlata anche al valore del tempo, argomento su cui riflette Ugo Perone, docente Filosofia della religione della Humboldt Universität di Berlino, che evidenzia l’insaziabile bisogno attuale di garantire una quantità immediata di consumi, spazi e saperi.

In tutto questo la capacità di Ri-Mediare passa attraverso la rete della comunità, dove “la partecipazione – spiega Norma De Piccoli, docente di psicologia sociale e di comunità, Dipartimento di Psicologia, Università di Torino – deve essere un’azione collettiva, che permette ai singoli, ai gruppi, alle organizzazioni di raggiungere obiettivi che singolarmente non si potrebbero potuti concretizzare”. Ezio Manzini, Distinguished Professor on Design for Social Innovation a Elisava – Design School and Engineering, Barcellona, infatti propone una riflessione sulle comunità di luogo, definendo le comunità come strutture di rete sociali dinamiche che si modificano costantemente creando legami culturali, economici, politici e artistici profondi. Parimenti Simone Arcagni, Professore associato Università di Palermo, richiama l’attenzione sull’esigenza di creare laboratori aperti tra scienziati, artisti, teorici in cui far circolare competenze, sul bisogno di intercettare e alimentare nuove idee e creatività e sulla necessità di mediatori, capaci di tradurre concetti complessi per renderli intellegibili in maniera trasversale.

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