Prima edizione di YoungFluence

L’inaugurazione presso gli spazi dell’I.I.S. Aldini-Valeriani di Bologna.


Il 25 novembre 2023 il network ColleCultura (formata da Giovani Reporter e Sistema Critico) e l’associazione culturale Paideia hanno inaugurato la prima edizione di YoungFluence, negli spazi dell’I.I.S. Aldini-Valeriani di Bologna (in Via Sario Bassanelli, 9/11), con la collaborazione e il supporto tecnico di Look Up! Radio.

YoungFluence è stata un’occasione di chiamare a raccolta giovani del territorio bolognese e importanti esponenti della politica locale e nazionale, per confrontarsi e cercare insieme soluzioni concrete ai problemi del nostro tempo e del futuro. Un “momento – raro – dove gli ospiti sono gli adulti e i padroni di casa sono i giovani”, secondo il consigliere comunale di Bologna Giacomo Tarsitano, un evento nato per dare l’opportunità ai partecipanti di confrontarsi e fare in prima persona delle proposte da consegnare alle figure politiche presenti, che poi possono utilizzarle come punto di partenza per eventuali proposte di legge. In questa prima edizione, il tema centrale della giornata è stato il rapporto tra le nuove generazioni e il mondo del lavoro.

Sul palco, il direttore e fondatore di Giovani Reporter, Lorenzo Bezzi, ha presentato il progetto e introdotto i vari ospiti, chiamati di volta in volta a portare un saluto e a commentare brevemente i temi in discussione ai tavoli di YoungFluence.

Largo spazio, nel corso della discussione, è stato dato alla ricorrenza in cui si è svolto l’evento, ossia al 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Toccante, in questo senso, il discorso dell’attivista politica Insaf Dimassi, che è partita dal racconto di alcuni aneddoti presi dalla storia della sua famiglia. “non può esistere un femminismo che non sia transnazionale e intersezionale, perché tutte le donne in tutto mondo affrontano sfide simili legate alla disuguaglianza di genere”.

E, se nel mondo di oggi “le disuguaglianze si sommano”, bisogna “confrontarsi con la realtà e aprire gli occhi su come le discriminazioni interagiscono tra loro: le donne non sono tutte uguali, e quindi la lotta contro il patriarcato non può prescindere dal dibattito sull’antirazzismo”. Ricollegandosi al tragico omicidio di Giulia Cecchettin e alle parole della sorella Elena, Dimassi ha ricordato che la violenza di genere “è un problema sistemico” e che bisogna parlare di “cultura dello stupro, un concetto che si riferisce a un ambiente sociale in cui le violenze sessuali sono normalizzate, giustificate o addirittura ignorate”.

Rivolgendosi poi direttamente agli uomini, ha detto: “vi si chiede di decostruirvi, di fare questo lavoro faticosissimo di lavorare su di voi, di ragionare su tutte quelle volte che avete giudicato una donna per come è vestita, di tutte quelle volte che avete fatto avance non richieste, di tutte quelle volte che avete usato termini sessisti come puttana o zoccola, di tutte quelle volte che avete fatto catcalling, di tutte quelle volte in cui avete toccato una donna senza il suo consenso per scherzo, di tutte quelle volte che avete controllato il cellulare alla vostra ragazza, di averle detto che non può andare in discoteca da sola o che non può vestirsi in un certo modo”. Bisogna “unirsi e lottare insieme”.

Si è parlato tanto di mondo del lavoro e di prospettive future. Nello specifico, Marco Lombardo, che è stato il primo deputato a utilizzare l’intelligenza artificiale per scrivere un discorso pronunciato in Parlamento, ha descritto questo come un “momento di riflessione su come la transizione digitale – e in particolare l’intelligenza artificiale generativa – vuole regolamentare un fenomeno che molto spesso la politica non conosce”.

Il tutto, perché è necessario che i politici siano consapevoli dei temi che affrontano nelle loro discussioni: “prima di fare una legge, bisogna conoscere un fenomeno”. In più, ha esortato i giovani a “non avere paura del futuro”. Troppo spesso 1 i più grandi riversano le proprie paure sui giovani, senza pensare che essi devono “avere la libertà e il diritto di crescere e di sbagliare: non c’è talento, non c’è competenza, non c’è fatica che non debba avere fame di futuro”.

Poi è intervenuto il deputato ed ex sindaco di Bologna Virginio Merola, secondo il quale “lavoro e violenza sono collegati: il grosso dei femminicidi avviene nei contesti familiari”. In più, “è stata tramandata a noi maschi l’idea del potere come dominio, e c’è un’idea di potere che ci dice il movimento femminista ormai da quarant’anni, potere come capacità di fare”.

I problemi principali sono l’indipendenza economica, autonomia (lavoro sempre meno gerarchico e sempre più condiviso) e lavoro come capacità di autodeterminarsi e realizzare se stessi. Esistono il talento e il servizio: “il mondo si sta orientando su questo binomio”. E, tuttavia, “il lavoro non è tutto, il vero conflitto oggi è sul tempo, il tempo di vita di cui ognuno di noi ha diritto per vivere compiutamente la propria vita, oltre al lavoro”.

Serse Soverini, nuovo segretario di Azione a Bologna, ha sottolineato che oggi “le politiche giovanili [in genere] riguardano il disagio, non esiste una politica di messa in potenza dei giovani, che scommetta sui giovani”, e che il tema chiave sta diventando sempre di più la competenza, su cui abbiamo un problema enorme in Italia: “perché non è solo uno strumento, è un diritto, e le imprese vi danno un lavoro se lo sapete fare in maniera eccellente”. Per cui, ora più che mai, “serve un patto generazionale per cambiare il paese”.

Il delegato al lavoro del sindaco di Bologna e Capo di gabinetto in città metropolitana Sergio Lo Giudice ha parlato poi di qualità del lavoro: “abbiamo due sfide: il lavoro di eccellenza e il lavoro fragile”. Quest’ultimo, in particolare, “non riguarda solo il lavoro poco sicuro e poco retribuito, ma anche i settori più attraenti, come quello della cultura, dello sport, educativo e sociale. Sono branche che portano con sé tanti elementi di fragilità perché il lavoro è poco strutturato e pagato, è un lavoro in cui il confine fra lavoro e volontariato viene spesso mescolato e produce povertà”.

Parlando di differenze di genere, si è detto che “oggi una donna riceve retribuzioni più basse e meno possibilità di fare carriera; per una persona transgender è più difficile superare un colloquio di lavoro”. Ai giovani Lo Giudice ha detto che “il lavoro per certi aspetti cambia molto velocemente: voi siete la generazione che farà dei lavori che non saranno definiti, ma facciamo attenzione ai rischi che queste novità possono portare”.

L’economista Davide Conte ha evidenziato che “il prodotto di una politica non è il fare servizi, non è fare scuole, quello è il mezzo con cui una politica realizza il proprio output più importante, che è produrre la storia di una comunità”. È importante “andare controcorrente perché non bisogna soddisfare i bisogni dei cittadini, quelli sono il mezzo, il compito della politica è permettere alle persone di realizzare la propria storia”; e allora “non confondiamo i mezzi con i fini”.

Successivamente, è intervenuto Ettore Rosato sul tema del futuro del lavoro e sulle pensioni, dicendo che “bisogna cambiare il futuro, indirizzarlo verso nuovi obiettivi”. Secondo lui “i mezzi ci sono, anche se il mondo globale è sempre più veloce”. Le politiche non possono essere solo italiane, ma europee, e sull’Europa “serve investire moltissimo”. L’invito è a “progettare quelli che saranno i lavori del futuro, tutti insieme”.

In rappresentanza della regione Emilia-Romagna, è intervenuto il consigliere regionale Stefano Caliandro che ha descritto come sarà sviluppata e distribuita la regione nei prossimi anni. Tra gli 2 altri ospiti, Riccardo Imperiosi e Giacomo Tarsitano.

Subito dopo i saluti e gli interventi, i partecipanti sono stati suddivisi in cinque tavoli di discussione corrispondenti a cinque argomenti centrali:

Lavoro e università: orientamento e frequente mismatch lavorativo post-universitario, valutazione sulla strutturazione dei corsi e sull’informazione in merito all’università e rapporto di dialogo che può intercorrere tra STEM (discipline tecnico-scientifiche) e facoltà umanistiche.

Narrazione del mondo del lavoro: PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), rapporto rinnovato tra Gen Z e lavoro, comunicazione dei media e problema connesso del conflitto intergenerazionale.

• Il lavoro nell’era dell’Intelligenza Artificiale: automazione e prospettive future, lavori che nasceranno e lavori che spariranno, privacy e salvaguardia dei dati personali.

• Il lavoro nel XXI secolo: salute, sicurezza e benessere del lavoro, questioni economiche legate alla crescita e al conflitto redistributivo.

Lavoro e discriminazioni: gender equality, condizioni di trattamento della comunità LGBTQIA+, inclusione delle persone disabili e, più in generale, condizioni di partenza e disuguaglianze nel mondo del lavoro.

Nella seconda parte i rappresentanti dei cinque tavoli da lavoro hanno presentato le proposte che hanno formulato. Infine, in conclusione il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha portato i saluti della città metropolitana, e subito dopo sono intervenuti Massimiliano Garavalli e Antonella Masciulli, che hanno presentato ColleCultura, e i progetti che rappresentano Sistema Critico e Paideia.

Crediti fotografici Floriana Soranna

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