Premio Malaparte 2020 a Amin Maalouf
La ventitreesima edizione celebra a Capri lo scrittore libanese, acclamato autore de Il naufragio delle civiltà.
Sabato 3 ottobre, alle 18.00, si terrà il consueto appuntamento per la tavola rotonda sul tema “A cosa somiglierà il mondo del dopo pandemia?” Tra i relatori, insieme ai membri della giuria, giornalisti e scrittori, tra cui sono annunciati Sandro Veronesi, Diego De Silva, Isabella Bossi Fedrigotti e Gianrico Carofiglio. Per permettere il mantenimento delle dovute precauzioni di questo periodo, il dibattito si sposta dalla sede consueta e si tiene nell’ampia sala del Cinema internazionale, che può ospitare senza assembramenti tutti gli interessati.
Domenica 4 ottobre, alle 11.00, la premiazione ufficiale alla Certosa di San Giacomo, che consente il distanziamento. Lì, sentita la motivazione della giuria, il vincitore terrà un discorso scritto per l’occasione.
Con il riconoscimento, la giuria del Malaparte, capitanata da Raffaele la Capria e composta da Leonardo Colombati, Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Merlino, Silvio Perrella, Emanuele Trevi e Marina Valensise, sceglie di premiare Amin Maalouf, un autore ormai di lungo corso, che ha narrato la civiltà del mediterraneo in titoli di narrativa molto noti come Le crociate viste dagli arabi, Gli scali del levante o Col fucile del console d’Inghilterra, in un’opera ampia e riconosciuta che gli è valsa anche l’attribuzione di un seggio tra gli immortali dell’Academie Française.
Nei suoi romanzi, lo scrittore ha costantemente proposto una visione panmediterranea che non è solo nostalgia per un’epoca in cui in Egitto o nel suo Libano componenti religiose e sociali diverse potevano convivere, ma va costantemente alla ricerca delle possibilità di recuperare quell’unità di intenti. Un pensiero centrale nell’ultimo lavoro di Maalouf, Il naufragio delle civiltà, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, dove la perduta centralità del Mediterraneo si inserisce nel generale clima di instabilità che caratterizza il mondo degli ultimi decenni. Un saggio originale e lucido che, per la potenza e la profondità, ha avuto un ruolo decisivo nell’orientamento della giuria. D’altronde un episodio molto successivo alla scelta come la recente esplosione di Beirut mostra quanto le riflessioni dell’autore libanese siano attuali, necessarie per capire la contemporaneità.
Il Premio Malaparte si conferma uno dei più importanti riconoscimenti letterari italiani per personalità internazionali: merito della sua anima, Gabriella Buontempo, che ha fatto rinascere una tradizione di famiglia, nata per iniziativa di sua zia Graziella Lonardi Buontempo, e di Ferrarelle S.p.A., unico sponsor del premio, che ha sposato con entusiasmo il progetto di riportare a Capri il riconoscimento.
“Quest’anno molte iniziative, purtroppo, si sono dovute fermare – afferma Gabriella Buontempo – Il premio Malaparte ha scelto di non farlo, ovviamente nel rispetto delle regole, per quell’idea di resilienza culturale che da sempre ha nel suo dna, coerentemente con l’autore di cui porta il nome. E aver scelto, ancor prima dello scoppio della pandemia, uno scrittore come Maalouf, significa voler condividere con lui l’auspicio del recupero di un’armonia che oggi anche la situazione sanitaria ci fa apparire distante”.
Per il nono anno consecutivo, il Premio è supportato da Ferrarelle SpA, che da quando è ripreso il riconoscimento lo ha subito inserito tra le sue più significative iniziative nella responsabilità sociale. Commenta Michele Pontecorvo Ricciardi, vicepresidente Ferrarelle SpA: “Garantire la presenza del Malaparte a Capri, tanto più in un anno difficile come questo, è il rinnovo di un impegno per sostenere l’isola anche con i libri, perché si possa ricordare che i luoghi come Capri devono essere protetti nelle loro bellezze naturali e nelle loro tradizioni culturali”.