Pane, lavoro e libertà

WeWorld e CHEAP Street Poster Art presentano l’installazione di public art per dare voce alle donne afghane. Il nuovo intervento di public art nel centro storico di Bologna anticipa la 16° edizione del Terra di Tutti Film Festival.


Voci troppo spesso dimenticate, voci che chiedono di essere ascoltate: sono quelle delle donne dell’Afghanistan a cui CHEAP Street Poster Art ha ridato eco attraverso il progetto “Pane, lavoro e libertà – lo chiedono le donne afghane”.

Il nuovo intervento di public art di CHEAP, realizzato insieme a WeWorld, organizzazione che da 50 anni difende i diritti donne e bambine in Italia e nel Mondo, è stato realizzato nel centro storico di Bologna, e sarà visibile per tutto il mese di ottobre nella centralissima via dell’Indipendenza.

“Pane, lavoro e libertà” sono tre parole diventate manifesto, uno slogan utilizzato dalle donne afghane che per prime hanno avuto il coraggio di protestare pubblicamente nel mese di agosto del 2022, a un anno dalla caduta di Kabul per mano dei Talebani, per ricordare “il giorno nero”, com’è stato tristemente definito quel 15 agosto dello scorso anno che ha segnato la fine delle libertà per un popolo intero.

Con questo lavoro, CHEAP vuole rivendicare i diritti negati e agganciare la prospettiva di genere per relazionarsi allo scenario afghano, attraverso una serie di messaggi in cui le voci delle donne dell’Afghanistan rompono il silenzio imposto dal regime. Voci che si stagliano sui muri di Bologna.

La cosa che ci colpisce – dicono da CHEAP – è come basti una notte per cambiare il corso della vita delle donne, come la brutalità e l’oppressione sembrino sempre distanti nello spazio e nel tempo ma si palesino velocemente, calpestando i diritti e rovesciando sulle donne barbarie e violenza. Basti pensare all’Iran oggi infiammato dalle proteste delle donne dopo la brutalità omicidia scatenata per un velo indossato male. Non possiamo permettere che i divieti e la negazione dei diritti fondamentali delle donne vengano dimenticati o, peggio, negati. Ed è qualcosa che ci riguarda tutte e tuttə, in qualsiasi parte del mondo siamo situatə”.

“Il progetto del collettivo CHEAP ha un grande valore umanitario, oltre che artistico – commenta Marco Chiesara, Presidente di WeWorld OnlusSi tratta di un’opera dal forte impatto visivo in grado anche di promuovere un dialogo con i cittadini e le cittadine che attraversano l’ambiente urbano. I messaggi di CHEAP sono quelli gridati dalle donne in piazza a Kabul per protestare contro il regime che nega loro ogni diritto. Dobbiamo opporci con forza a questa sconfitta della civiltà e far sì che queste donne, ragazze, bambine tornino ad immaginare un futuro che oggi è nero, come quel 15 agosto 2021”.

Il progetto verrà presentato giovedì 6 ottobre, alle ore 19.30, presso il Cinema Lumière di Bologna (piazzetta P. P. Pasolini, 2/b) in occasione della 16° edizione del Terre di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema sociale, incontri ed eventi in programma dal 6 all’11 ottobre.

WeWorld in Afghanistan

WeWorld è presente in Afghanistan per garantire sostegno alle comunità locali. A seguito del ritorno al potere dei talebani, la situazione nel Paese è precipitata soprattutto per le donne. Questo ha significato per loro il ripristino di forti restrizioni e discriminazioni. Le donne oggi non possono nemmeno uscire dallo spazio domestico senza essere accompagnate da un membro maschile della loro famiglia. A causa dell’alto tasso di uomini morti nei recenti conflitti e delle conseguenze della pandemia e di altre patologie diffuse, oltre 2 milioni di donne sono vedove.

Di queste un numero ancora maggiore è divenuto capofamiglia, e per loro, le possibilità di ottenere un lavoro o anche solo di chiedere l’elemosina sono praticamente assenti. Sono proprio queste donne ad essere le più povere tra i poveri, per lo più analfabete, costrette a mendicare per sopravvivere rischiando ogni giorno la vita dal momento che i talebani hanno vietato alle donne di uscire di casa senza un tutore maschio.

O ancora peggio sono i bambini a dover lavorare o mendicare, con tutti i rischi psicologici, fisici annessi e un altissimo tasso di abbandono scolastico – aggravato dalla completa esclusione per le bambine dall’educazione secondaria. La conseguenza più drammatica è quella per cui molte madri che non riescono più a garantire nemmeno un pasto al giorno si vedono costrette ad abbandonare i propri figli davanti agli orfanotrofi.

WeWorld ha deciso di intervenire supportando le donne sole capofamiglia e le loro figlie e figli che vivono nella provincia di Herat, per garantire loro accesso al cibo. Nonostante le difficoltà di penetrazione del denaro nel Paese a causa delle condizioni critiche dell’apparato finanziario, le negoziazioni con le nuove autorità e la riluttanza di alcuni donatori a causa della situazione politica, è stato a poco a poco possibile reintrodurre programmi di aiuto umanitario di carattere monetario.

Grazie al radicamento e alla possibilità di azione del partner locale Rural Rehabilitation Association for Afghanistan (RRAA), WeWorld è riuscita a dare il via a un progetto di Cash for Food. Ed è proprio così che un anno fa è iniziato l’intervento dell’associazione che ha supportato fino ad oggi 420 famiglie guidate da donne vedove senza alcuna fonte di reddito.

La 16a edizione del Terra di Tutti Film Festival, si apre a Bologna il 6 ottobre e proseguirà dal vivo e online fino all’11 ottobre 2022. È la rassegna di cinema sociale, incontri ed eventi promossa da WeWorld – impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne bambine e bambini in 27 Paesi del mondo compresa l’Italia – e COSPE – al lavoro in 25 paesi per assicurare lo sviluppo equo e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli. Il Festival, a cui si può partecipare anche online su MYmovies, ha l’obiettivo di dare visibilità a popoli, paesi, lotte e conflitti «dimenticati» dai mezzi di comunicazione di massa.

Il programma dettagliato su www.terradituttifilmfestival.org

Sostengono il Festival, tante realtà come Regione Emilia-Romagna, Emilia-Romagna Film Commission, Comune di Bologna, Fondazione Cineteca di Bologna, AFIC (Associazione Festival Italiani del Cinema), Coop Alleanza 3.0, Emil Banca, e tante realtà sociali del territorio.

Crediti fotografici Margherita Caprilla

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