Oculista e ottico, che differenza c’è?
Cerchiamo di capire quando rivolgersi all’uno o all’altro ed in quali casi.
I problemi alla vista sono all’ordine del giorno e sempre più persone hanno problemi agli occhi dovuti in gran parte all’uso eccessivo degli schermi, sia per lavoro che per svago. Gli esperti di www.clinicabaviera.it, una delle aziende leader in Europa nel settore dell’oftalmologia, stimano che tre italiani su quattro abbiano avuto problemi di vista negli ultimi mesi. Molti sono di lieve entità, se presi in tempo, e possono essere facilmente corretti, ma la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono importanti per evitare che diventino gravi o irreversibili.
Molti problemi visivi, soprattutto quelli associati all’età, non si manifestano con dei sintomi evidenti e spesso ci si accorge di averli quando è troppo tardi, anche se si sarebbero potuti evitare con visite oculistiche periodiche di prevenzione e seguendo piccole abitudini che aiutano la buona salute oculare; è quindi importante rivolgersi ogni anno a uno specialista che controlli lo stato di salute degli occhi e ci consigli cosa fare per preservare la salute visiva. Ma non tutti sanno cosa fare, molti hanno dubbi sullo specialista a cui rivolgersi e si domandano quale sia la differenza tra un oculista e un ottico. Clinica Baviera spiega con chiarezza quando rivolgersi all’uno o all’altro:
Quando rivolgersi a un oculista?
L’oculista è un medico in grado di trattare qualsiasi problema visivo, si occupa di tutto ciò che riguarda la vista ed è l’unico che può prescrivere farmaci ed effettuare esami per diagnosticare una malattia. Può anche controllare la gradazione visiva del paziente ma di solito questo viene fatto dall’ottico. È un professionista con una laurea in medicina e chirurgia, che lo qualifica per ricoprire una posizione di specialista in oftalmologia.
Un oculista è una persona incaricata di diagnosticare le malattie legate agli occhi e al sistema visivo, come le palpebre, l’apparato lacrimale, i muscoli extraoculari, le vie ottiche, ecc. Si occupa anche di eseguire interventi di chirurgia oculistica e di correggere i problemi di vista come la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo, la cataratta e la presbiopia.
Molti oftalmologi sono coinvolti nella ricerca scientifica sul trattamento delle malattie dell’occhio e possono specializzarsi in un particolare problema oculare ad esempio nelle patologie retiniche o il glaucoma.
In caso di disturbi o patologie agli occhi, è meglio rivolgersi sempre a un oculista per un controllo e per individuare il problema. È inoltre importante recarsi da loro per una visita almeno una volta all’anno per controllare la salute degli occhi, in modo da poter individuare e trattare eventuali patologie il prima possibile precocemente i problemi.
Quando rivolgersi a un ottico?
L’ottico collabora con l’oculista nella cura degli occhi dei pazienti, lavorano insieme ma svolgono attività diverse che si completano a vicenda. L’ottico è un professionista che si occupa della salute degli occhi, ma a differenza dell’oculista non è un medico, si dedica alla misurazione dell’acuità visiva e al miglioramento della vista ma non può diagnosticare una patologia né prescrivere farmaci né somministrare alcun tipo di medicinale all’occhio. L’ottico ha una formazione nell’ambito dell’ottica fisiologica (optometria) e sui processi di percezione dell’occhio e può valutare le condizioni dell’occhio. Può individuare eventuali malattie ma deve sempre indirizzare il paziente a un medico oculista per il trattamento. Di solito sono gli ottici a prescrivere occhiali o lenti a contatto.
Il dottor Federico Fiorini, direttore sanitario di Clinica Baviera Bologna spiega: “La cura degli occhi è fondamentale per una buona salute visiva; è importante recarsi da uno specialista almeno una volta all’anno per individuare eventuali patologie e correggerle in tempo. Noi di Clinica Baviera vogliamo chiarire le differenze tra oculista e ottico perché ci siamo accorti che si tratta di un dubbio molto frequente tra gli italiani e vogliamo aiutare le persone a capire le diverse attività svolte da ciascuno di loro per metterle in grado di sapere sempre a chi rivolgersi”.