La geotermia sale in cattedra

Cresce l’interesse scientifico tra tesi accademiche sui benefici a 360°, relazioni e studi internazionali sulla sostenibilità e rinnovabilità della risorsa.


La geotermia sale in cattedra e, nel contesto della transizione energetica proprio nei giorni della COP26, prosegue nel percorso di sostenibilità ed innovazione anche a livello accademico: si moltiplicano, infatti, le tesi di laurea in materia geotermica ed anche le occasioni di approfondimento sull’argomento con lectio e riflessioni di alto livello tecnico e scientifico.

Recentemente Giovanni Marrazzo si è laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali con una tesi intitolata “La geotermia in Toscana, un contributo all’economia regionale non soltanto da punto di vista elettrico”, un lavoro che ha approfondito tutti i benefici della risorsa geotermica, mettendo in risalto non soltanto l’attività più nota, ovvero la produzione di energia elettrica, ma anche tutti gli altri aspetti rilevanti per l’economia delle zone geotermiche del territorio regionale, dall’utilizzo del calore alla filiera agricola e turistica.

E a proposito di agrifood Lorenzo Vichi si è laureato in Scienze gastronomiche con una tesi dal titolo “Cibo e geotermia, due aspetti per una eco-sinergia perfetta”, con cui si è soffermato sui processi produttivi delle aziende agricole e del cibo geotermico che, anche grazie alla Comunità del cibo ad energie rinnovabili fondata da Co.Svi.G (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche), Slow Food Toscana e Fondazione Slow per la biodiversità, rappresenta un’eccellenza sia in termini di qualità che di produzione sostenibile.

Testi e opere che si aggiungono all’ampia produzione letteraria, accademica e scientifica sulla geotermia, analizzata anche dal punto vista di impatto ambientale come nella tesi in architettura di Alessandro Foggi con focus sui “Paesaggi geotermici della Toscana meridionale”, con particolare riferimento alla centrale geotermica di Chiusdino 1 e all’attenzione per l’inserimento paesaggistico dell’impianto.

Un volume che prende in considerazione il rapporto tra paesaggio e geotermia nella sua totalità, aspetti recentemente affrontati anche dai lavori fotografici di Fabio Sartori che nei suoi scatti esalta la suggestiva relazione tra il lavoro e l’uomo, tra la tecnologia e la persona, tra l’ingegno dell’umanità e la gestione della macchina in una dialettica delicata e affascinante.

A conferma della poliedricità della risorsa geotermica, che costituisce un elemento di studio anche per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, c’è da registrare inoltre la recente “lectio” di Romina Taccone, responsabile supporto tecnico Geotermia Enel Green Power, all’Earth Tecnology Expo svoltosi nel mese di ottobre a Firenze con una relazione sull’attività geotermica, la tecnologia e l’innovazione nel panel “Strategie per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile”.

Sostenibilità che è ormai parte integrante dello sviluppo geotermico, come ribadiscono anche i nuovi studi scientifici pubblicati recentemente da ricercatori italiani, con un ruolo preminente dell’Università di Pisa, sulla prestigiosa rivista internazionale “Energies” (https://www.mdpi.com/journal/energies) che fanno chiarezza sulla rinnovabilità della risorsa geotermica e sul fatto che si tratti di un’energia sostitutiva di emissioni naturali (info e dettagli: Analysis of Natural and Power Plant CO2 Emissions in the Mount Amiata (Italy) Volcanic–Geothermal Area Reveals Sustainable Electricity Production at Zero Emissions – https://www.mdpi.com/1996-1073/14/15/4692).

Dopo le visite in geotermia dell’International Geothermal Association con l’Unione Geotermica Italiana e l’Associazione Geotermica tedesca, nonché del CNR e del British Geological Survey, questi contributi accademici e scientifici costituiscono un ulteriore passo in avanti nel percorso di innovazione e sostenibilità che vede aziende, università, enti di ricerca, associazioni di settore e istituzioni collaborare per lo sviluppo sostenibile della risorsa geotermica.

In questo contesto è stato eletto anche il nuovo consiglio direttivo dell’Unione geotermica Italiana che ha nominato presidente per il triennio 2021-24 Bruno Della Vedova, già vicepresidente della Fondazione internazionale Trieste per il progresso e la libertà delle scienze (Fit), professore di Geofisica applicata al dipartimento di Ingegneria nell’Ateneo della stessa città e membro del board of directors all’International geothermal association (Iga).

A tal proposito Enel Green Power – oltre a ringraziare per il lavoro svolto la presidente uscente Adele Manzella, primo ricercatore al CNR di Pisa, e ad augurare buon lavoro al presidente e al consiglio – rivolge i complimenti al nuovo consigliere Giampaolo Vecchieschi, socio di UGI e responsabile permitting Geotermia Enel Green Power.

In Toscana Enel Green Power gestisce il più antico e allo stesso tempo innovativo complesso geotermico del mondo, che conta 34 centrali geotermoelettriche, per un totale di 37 gruppi di produzione, dislocate tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. I 6 miliardi di KWh prodotti annualmente in Toscana, oltre a soddisfare il 33% circa del fabbisogno elettrico regionale, forniscono calore utile a riscaldare oltre 10 mila case, 30 ettari di serre e aziende della filiera agroalimentare, floricola e dell’artigianato.

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