I Portici di Bologna patrimonio dell’umanità

L’Unesco decreta la consacrazione del patrimonio architettonico e culturale della città.


I portici di Bologna ci difendono d’estate dal sole e d’inverno dalla pioggia; offrono un ospitale rifugio contro le intemperie e, allo stesso tempo, rendono unica Bologna, una delle città più belle d’ Europa. Grazie al ministro Franceschini, alla sottosegretaria Borgonzoni, al sindaco e all’amministrazione comunale, all’avvocato Bruno Cinanni presidente del Centro Unesco Città di Bologna E alle belle parole che il deputato Andrea De Maria a pronunziato alla Camera dei deputati: da oggi, 28 luglio 2021, i nostri portici diventano patrimonio dell’umanità. Una soddisfazione immensa per chi ha Bologna nel cuore.

E’ un riconoscimento straordinario per la città di Bologna e per l’Emilia-Romagna– affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori-. In primo luogo, il grazie al Comune di Bologna per questo grande risultato, così come importante è stato l’impegno del Governo. Si conferma l’attitudine del nostro territorio a fare squadra: enti locali, privati, forze sociali ed economiche, università e sistema produttivo. Ora vogliamo fare in modo che il riconoscimento ottenuto dall’Unesco non sia solo un punto di arrivo, ma un’ulteriore tappa nel percorso di valorizzazione del patrimonio culturale regionale, compreso il completamento del restauro dei Portici stessi, al quale la Regione contribuisce. Complimenti ancora– chiudono Bonaccini e Felicorial Comune e a tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di questo traguardo prestigioso”.

Come nascono i portici?

Per raccontarne le origini dobbiamo fare un tuffo nel Medioevo, quando l’aumento della popolazione, legata in particolare al richiamo dell’Università, rese necessario inventarsi nuovi spazi urbani. Nacque così l’idea di ampliare i piani alti degli edifici costruendo sulla facciata una sorta di balcone in legno (detta sporto), che nel tempo crebbe di volume al punto da dover essere sostenuto con travi di legno, poggiate sul piano stradale.

Siamo nell’XI secolo. Due secoli più tardi, vista la proliferazione di questa pratica, il Comune di Bologna stabilì l’obbligo di costruire un portico in muratura per ogni abitazione (1288). Da quel momento il portico divenne ufficialmente il luogo dello scambio e del commercio, nonché lo spazio in cui gli artigiani tenevano il loro laboratorio.

Alcuni rari portici in legno sono però sopravvissuti nel centro storico fino ai nostri giorni. Per vedere coi propri occhi questa incredibile testimonianza del passato basta cercare la suggestiva Casa Isolani in Strada Maggiore, oppure andare sotto alle Due Torri e ammirare gli attigui porticati delle Case Reggiani-Seracchioli.

A metà strada fra il “dentro” e il “fuori”, i portici da sempre favoriscono la socialità e il commercio, ma hanno anche la funzione pratica di proteggere dalle intemperie e dal sole, permettendo a bolognesi e turisti di passeggiare comodamente per la città (quasi) sempre con un tetto sulla testa.

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