Giuseppe Cassano Alfiere della Repubblica

Lo studente del Galileo Ferraris di Molfetta ha ricevuto l’attestato di onore. Il racconto della sua docente che ha vissuto l’entusiasmante esperienza.


Si è svolta martedì 14 dicembre, a Roma nel Palazzo del Quirinale, la cerimonia di conferimento delle onorificenze agli Alfieri della Repubblica. 28 i giovani tra i nove e i 18 anni, che si sono distinti per particolari meriti negli anni 2019, 2020 e 2021, che hanno ricevuto l’Attestato di Onore dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Tra gli Alfieri della Repubblica, uno studente dell’I.I.S.S. “Galileo Ferraris” di Molfetta, il sedicenne Giuseppe Cassano di Ruvo di Puglia, frequentante la classe 3C Informatica, che è stato insignito con questa motivazione: “Per l’impegno con cui ha partecipato alla rete di solidarietà che ha consentito di rafforzare i presidi medici e gli strumenti di protezione nella prima fase della pandemia, quando questi presidi erano particolarmente carenti. Ha lavorato giorno e notte, ed è riuscito a produrre, con la sua stampante 3D, 90 supporti per visiere di protezione, poi utilizzati dal personale medico e infermieristico”.

Grande l’orgoglio della famiglia che ha vissuto questo momento con tanta emozione. Enorme l’augurio che, il Dirigente Scolastico prof. Luigi Melpignano, la docente Antonella La Grasta che ha proposto la sua candidatura e la comunità scolastica dell’I.I.S.S. “Galileo Ferraris” di Molfetta, hanno rivolto a Giuseppe Cassano, affinché sappia dimostrare nel prosieguo della sua vita, come ha detto il presidente Sergio Mattarella, quanto il suo essere straordinario possa essere foriero di generosità alla società.

Ed ecco il racconto della sua prof che ha condiviso con lui questa grande emozione.

Varcare la soglia del Quirinale non è proprio un’esperienza che fai tutti i giorni. Varcarla per partecipare ad una cerimonia alla quale sei stata invitata personalmente è certamente un onore grandissimo. Varcare quel portone in compagnia di un tuo alunno, appena insignito della più alta onorificenza che il Presidente della Repubblica possa riconoscere ad un ragazzo di 15 anni è di gran lunga uno dei momenti più emozionanti e incredibili della tua vita. A me è capitato tutto questo ieri”.

“Ero nel salone d’onore del Quirinale. Ero a pochi passi dal nostro Presidente, uomo di statura morale ed umana ineguagliabile, ero lì con il mio Giuseppe (Cassano ndr), nominato Alfiere della Repubblica lo scorso marzo “Per l’impegno con cui ha partecipato alla rete di solidarietà che ha consentito di rafforzare i presidi medici e gli strumenti di protezione nella prima fase della pandemia, quando questi presidi erano particolarmente carenti. Ha lavorato giorno e notte ed è riuscito a produrre, con la sua stampante 3D, 90 supporti per visiere di protezione, poi utilizzati dal personale medico e infermieristico“.

Questa la motivazione, questa l’ufficialità, ma quello che nessuna motivazione, per quanto nobile, saprà mai dire è che Giuseppe non è un ragazzo straordinario solo per aver contribuito a creare presidi chirurgici nei giorni tremendi del primo lock down, quando quei presidi erano preziosi quanto un bene primario e non ci era dato di reperirne in commercio, quando lui lavorava alacremente con la sua piccola stampante 3D per supportare medici e infermieri e noi, ancora increduli su quanto accadeva, ci interrogavamo disperati su quello che ci sarebbe accaduto. Giuseppe, io lo conosco bene, è un ragazzo straordinario tutti i giorni, lui che a scuola non salta una lezione, e non l’ha saltata quando avrebbe potuto starsene comodamente a casa e godere della didattica a distanza, quando si allena faticosamente ogni pomeriggio per uno sport durissimo nel quale eccelle e per il quale si allena tutti i giorni e non ha mai fatto richiesta del Piano di studi personalizzato, che pure gli spetterebbe di diritto”.

“Giuseppe è straordinario quando, pur sfinito dopo le gare, viene a scuola ogni giorno e i suoi voti sono sempre eccellenti, in tutte le materie. Giuseppe è straordinario quando qualcuno tra noi docenti gli chiede una mano con le strumentazioni informatiche che spesso si prendono gioco di noi, che non siamo proprio generation Z, e Giuseppe il problema lo ha già risolto, prima ancora che noi ci accorgessimo di averlo. Erano questi i pensieri che ieri mi attraversavano la mente mentre il presidente Mattarella gli stringeva la mano sorridendogli come un amabile nonno fa con il suo nipotino. Erano queste le emozioni che mi riempivano il cuore, mentre riflettevo su quanto eccezionale sia lui e quei ragazzi intorno a lui“.

Nella presentazione alla Cerimonia ieri, il presentatore, Giuseppe Calabrese, ha avuto a dire che per essere degli eroi occorre “saper sognare ed essere perseveranti”, ovvero avere il coraggio di credere nei propri sogni fino a realizzarli. Beh…Giuseppe ha dei grandi sogni e nei suoi sogni, sono certa, crede fermamente. Il sogno che lo ha tenuto sveglio giorno e notte quando ha prodotto i presidi medici di cui sopra e il sogno quotidiano di fare sempre il proprio dovere. Perché, forse, è questo ciò che guida o dovrebbe guidare i passi che ogni giorno compiamo: fare il nostro dovere, piccolo o grande che sia, qualunque cosa siamo chiamati a fare, per noi e per gli altri. Giuseppe, sono solita dire quando parlo di lui, non ha compiuto nulla di eccezionale, in verità, non ha scalato monti a pedi nudi, non ha fatto salti mortali giù dai grattacieli. Giuseppe ha dimostrato una cosa bellissima a tutti noi: si può essere straordinari solo facendo il proprio dovere. Salvando una vita, forse, ma senza sentirsi e senza comportarsi da eroe. Giuseppe è un eroe, ma lo è sottovoce, in modo delicato e umile, senza proclami, senza grandeur, senza imporsi. Mai. Mi è stato chiesto di raccontare le mie emozioni di ieri. Ho saputo raccontare solo di Giuseppe, che sa emozionarmi. Ogni giorno. Con la sua straordinaria normalità. Parola di prof.!Antonella la Grasta

Siamo sicuri che sarà di esempio e stimolo ad altri giovani con il suo impegno.

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