Echi di pensieri
In un’epoca in cui l’immagine è al centro di ogni tentativo di comunicazione, Diana Tamantini, attraverso pennellate di parole, crea atmosfere degne di un film di Tim Burton e attimi che sembrano illustrati da Benjamin Lacombe. L’autrice presenta un’emozionante raccolta di poesie esistenzialiste: fragili, sofferenti, spietate.
«Strade spoglie, senz’anima/i miei passi rumorosi/Potrei ballare, in mezzo al nulla/ma chi ha voglia di ballare». “Echi di pensieri” di Diana Tamantini è un’intensa raccolta poetica in cui si dipinge un ritratto dell’autrice dai colori evanescenti, e in cui le sue emozioni e le sue riflessioni ci giungono da lontano, echeggianti, eppure sorprendentemente incisive.
Sono poesie feroci, nostalgiche e disincantate, che parlano della difficoltà di comprendersi e di comunicare; le liriche diventano quindi un’occasione di catarsi, per togliersi quel peso dallo stomaco, per sventolare come una bandiera bianca la propria anima ferita.
La poetessa, quasi senza pelle, cerca di raccontarsi nella sua unicità, sperando che qualcuno la ascolti; a volte ella chiede proprio a sé stessa di ascoltarsi, come accade nella poesia “Altra me”: «O forse sono sempre io/forse scrivo a me stessa/cerco risposte diverse/altri significati ai miei perché».
La tematica del doppio è molto presente nelle sue liriche, perché Diana a volte non si riconosce in sé stessa e cerca risposte; in altre occasioni, invece, emerge forte la sensazione che ella non si senta compresa dagli altri, come afferma nella poesia “La voce muta”: «Non serve dire nulla/a chi non ascolta/apro la bocca/e la mia voce è muta».
Lo smarrimento, la solitudine e l’incomunicabilità diventano quindi il cuore dell’opera, e anche la morte è un tema frequentato, declinato in diverse sfaccettature, come nella poesia “Il senso del ricordo”, la più lunga della raccolta e tra le più travagliate: «Il ricordo/fantasma del passato/corpo che facciamo rivivere/la fine della luce di una candela […] Il ricordo è morto/il ricordo è incolore/spirito errante e inquieto/un libro che si chiude».
Diana Tamantini presenta una generosa selezione di poesie introspettive e immaginifiche, in cui si dipingono quadri vividi dove non solo lei ma anche noi lettori diveniamo figure centrali; vi sono anche amare liriche sulla nostra attualità, sulla paura e l’ansia che ci attanagliano, noi prigionieri in libertà vigilata – «Un aiuto/un appiglio per uscirne/dove/dove trovarlo?».
SINOSSI DELL’OPERA
“Echi di pensieri” è una raccolta di quasi cinquanta poesie che catapultano il lettore nell’io più profondo dell’autrice, lo fanno navigare in balia delle onde nel mare dei sogni in una giornata di burrasca, lo rendono partecipe delle fragilità dell’uomo, dei timori che – soprattutto ultimamente – hanno provato tutti, delle paure della scrittrice. Perché se è vero – come disse Moravia – che «lo scrittore narra gli altri, il poeta narra sé stesso».
BIOGRAFIA DELL’AUTRICE
Diana Tamantini nasce a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, nel 1989. Studi scientifici e umanistici alle spalle, collabora da anni con un giornale sportivo online. Scrivere poesie è uno dei suoi hobby da quando era giovanissima. “Echi di pensieri” è la sua prima pubblicazione.
Casa Editrice: Kimerik
Collana: Karme
Genere: Raccolta di poesie
Pagine: 64
Prezzo: 15,00 €