Fibromialgia, questa sconosciuta

Solamente un italiano su dieci sa approssimativamente di cosa si tratta.


Un’indagine dell’Istituto Piepoli in collaborazione con Alfasigma (player dell’industria farmaceutica italiana) su questa patologia che colpisce due milioni di italiani, soprattutto donne con un’età media di circa quarant’anni. La fibromialgia causa forti dolori diffusi in tutto il corpo, in particolare schiena e cervicale; facile affaticamento anche nel compiere semplici azioni, insonnia, difficoltà a concentrarsi.

Il professor Piercarlo Sarzi Puttini (reumatologo) aggiunge: “Dal 2010 in avanti si rilevano altri tre segni cardinali: alterazione del sonno, stanchezza sia mentale sia fisica e disturbo neuro cognitivo. A questi sintomi cardinali si associano anche aspetti di tipo psico-affettivo come ansia e depressione.

Per la diagnosi usiamo due criteri: da una parte individuiamo le aree in cui il paziente percepisce il dolore. Le aree complessivamente sono diciannove e il paziente con una crocetta segna se è presente o assente. Il secondo è un punteggio di sensibilità di sintomi. La somma di questi e quelli precedenti va da 0 a 31 e indica l’eventuale diagnosi e la severità di malattia. La diagnosi è difficile perché manca un criterio biochimico: bisogna ascoltare il paziente, raccogliere la sua storia clinica in relazione ai sintomi e valutare clinicamente!”. Sinora nessun farmaco può guarire questa patologia.

Il professor Sarzi Puttini continua: “La malattia ha severità differenti: ci sono alcuni casi per cui un semplice analgesico può bastare. A volte, invece dobbiamo usare più farmaci. Efficaci sono alcune molecole che modificano i neurotrasmettitori del sistema di percezione del dolore, come antidepressivi e anticonvulsivanti, oppioidi a basso dosaggio, cannabinoidi, sedativi e acetilcarnitina utile sia per l’energia muscolare che su aspetti depressivi e percezione del dolore.

E’ necessario poi seguire anche trattamenti non farmacologici, per prima cosa il fitness. Avere una buona forma fisica e nutrirsi in maniera corretta è fondamentale. Da non trascurare, infine, l’aspetto psicologico, come problemi di disturbi post traumatici da stress che vanno analizzati e corretti con terapie terapeutiche comportamentali!”.

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