Festival Giornalisti del Mediterraneo
Dal 2 sino a domenica 7 settembre a Otranto i grandi temi del dibattito politico e del giornalismo internazionale.
Al via l’undicesima edizione del Festival Giornalisti del Mediterraneo di Otranto che sino a domenica 7 settembre vedrà la partecipazione di giornalisti, intellettuali, operatori, politici, istituzioni con un calendario di appuntamenti e momenti di approfondimento su temi che fissano l’agenda del dibattito politico e giornalistico internazionale dei prossimi anni.
Tanti i focus in programma nell’ambito del Festival, promosso e organizzato dall’associazione “Terra del Mediterraneo”: Mediterraneo, Medio Oriente, Isis, geopolitica, ruolo e difficoltà delle donne nei media e nelle istituzioni, web e diritti, fake news, ambiente e turismo, minori e media, pluralismo ed etica dell’informazione, immigrazione e obbligo del soccorso in mare, diritto di cronaca, di famiglia e della comunicazione sociale, futuro della televisione e dei mass media.
L’evento è realizzato in partnership con l’Assessorato alla Promozione Turistica della Regione Puglia; il Corecom Puglia; la Consigliera di Parità della Regione Puglia; l’Adisu, Agenzia per il diritto allo Studio della Regione Puglia. Partner istituzionali: Ambasciata del Regno del Marocco, Ambasciata del Regno di Giordania, Ambasciata della Repubblica di Tunisia, Sovrano Ordine di Malta. I seminari sono accreditati dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
Questi i temi e il programma di domani 2 settembre:
Ore 20.30, Piazza del Popolo “Donne, media e immigrazione. Una nuova prospettiva”
Interventi di Giuseppe Romano, avvocato; Fabiana Pacella, giornalista d’inchiesta; Leda Cesari, giornalista “Nuovo Quotidiano di Puglia”. Modera Pamela Spinelli, Telenorba
Tre temi quanto mai attuali, “pesanti” singolarmente considerati ma ancor più quando le storie si incrociano e si fanno raccontare trasversalmente. E aprono interrogativi annosi che presuppongono sempre la stessa risposta: ad esempio, come usa il nostro sistema informativo quella “Quanto è difficile essere giornalista e donna al contempo?”. A rispondere proveranno alcuni esperti, tra cui Fabiana Pacella, “geneticamente ribelle” (la nonna materna guidò negli anni ‘20 la rivolta delle tabacchine in quel di Ceglie Messapica) e autrice di alcune inchieste nel Salento che hanno provato a fare luce sui legami fra criminalità, imprenditoria, politica e finanza, porterà la sua esperienza e la sua voglia di libertà.
“Per la quale”, racconta, “ho dovuto pagare con la solitudine, arrivando anche a rinunciare ad opportunità di lavoro. Io però penso di essere semplicemente giornalista: né donna, né d’inchiesta. Una cronista che racconta ciò che vede, che sia una sagra o un’operazione di polizia giudiziaria. Mi è capitato di intravedere cose poco chiare e allora ho voluto approfondire raccontando, come fa un giornalista, e difendendo a denti stretti il sacrosanto diritto alla libertà”.
Ore 20.30, Largo Porta Alfonsina “Parità di genere: le buone pratiche della comunicazione televisiva”
Daniele Piervincenzi, Rai 2; Rossella Matarrese, Rai Tg3 Puglia; Stefania Mininni, sostituto procuratore della Repubblica di Lecce; Sebastiano Leo, assessore al Lavoro e diritto allo studio della Regione Puglia. Modera Paolo Di Giannantonio, Tg1 Rai.
La parità di genere si regge anche sulle parole: Rossella Matarrese, componente del gruppo Giulia – Giornaliste Unite Libere Autonome – non ha dubbi al riguardo, tant’è che ha approntato piccoli vademecum a uso delle redazioni per dirimere il classico dilemma: se l’assessore è donna, è un assessore comunque o un’assessora? “Non è una questione formale”, spiega la giornalista, “perché una cosa che non si esprime con una parola non esiste”.
E poi le esperte, segnalate da Giulia in un sito perché gli esperti intervistati dai giornali sono sempre maschi, e la necessità di arginare l’hate speech, che ha colpito tanto la Boldrini quanto la Meloni: “La parità di genere non si è mai compiuta pienamente e ha trovato terreno più fertile principalmente negli usi e nei costumi”, aggiunge Sebastiano Leo, assessore alla Formazione e lavoro della Regione Puglia. Per rimanere nell’ambito giornalistico, la questione è talmente profonda da non riguardare unicamente l’Italia e l’Europa.
“L’Osservatorio europeo del giornalismo ha condotto una ricerca in 11 Paesi europei sull’ampiezza delle disparità di genere nei media, rilevando come le disparità di genere siano elevate in tutti i Paesi, anche se esistono specificità nazionali e alcune differenze tra i media tradizionali e quelli digitali”.
E poi il fronte occupazione: “Le donne, nel settore dei media, sono sotto la cupola del cosiddetto “soffitto di cristallo”, e per questo non hanno pari opportunità di carriera. Da questo punto di vista, sulla vita professionale delle donne incidono varie cause, non ultimo il complicato equilibrio tra lavoro e vita privata, visto che il compito di accudimento e cura ricade prepotentemente sulle donne”.
Ore 22, Largo Porta Alfonsina “Mediterraneo: il delicato equilibrio tra terra e mare”
Interventi di Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto; Barbara Valenzano, direttore del Dipartimento ambiente, opere pubbliche e paesaggio – Regione Puglia; Tonia Riccio, dirigente settore autorizzazioni ambientali – Regione Puglia; Gianni Stea, assessore alla Qualità dell’ambiente della Regione Puglia; Modera Stefano Piraino, Università del Salento.
Occorre tornare a ripensare il bacino del Mediterraneo come teatro di relazioni fra i Paesi che su di esso si affacciano. Il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, né è certo: “Così come occorre ricondurre all’interno di questo approccio anche il tema della tutela ambientale, favorendo dialogo e collaborazione fra i Paesi del Mediterraneo. Il Festival può svolgere anche questa finalità. Abbiamo cominciato l’anno scorso con il Marocco: abbiamo gettato un sasso nel grande mare sperando che l’onda possa propagarsi, l’auspicio è che queste nostre azioni siano seguite dagli atti di chi è preposto a realizzare concretamente politiche di collaborazione fra i Paesi.”
Mare tema strategico, dunque, anche in termini di sviluppo e turismo, specie per una regione come la Puglia che, con le isole Tremiti, raggiunge mille chilometri di costa, come spiega Stefano Piraino, docente dell’Università del Salento: “Lungo le coste del Mediterraneo si muovono 150 milioni di turisti, un flusso capace di generare ricchezza per 180 miliardi di euro. Un patrimonio da valorizzare e da tutelare: un’opportunità verrà dall’istituenda area protetta di Otranto, perché conservazione della biodiversità significa garanzia di sviluppo e di sostenibilità delle comunità costiere. Il mare del Salento è un crocevia biogeografico al centro del Mediterraneo, la cui ricchezza floristica e faunistica ne fa un hotspot di biodiversità di valore inestimabile. Ma è anche un avamposto di ricerca per il monitoraggio del cambiamento climatico in acque che vanno scaldandosi molto più velocemente rispetto ad altri mari e agli oceani e che si popolano sempre più di elementi tropicali”.
Mare valorizzato significa innanzitutto mare pulito: Gianni Stea, assessore regionale alla Qualità dell’ambiente, racconta il progetto pilota per la raccolta della plastica avviato con le Capitanerie di Molfetta, Manfredonia e Barletta attraverso l’Ager, agenzia per il servizio di gestione dei rifiuti e in collaborazione con Legambiente.
“Siamo una delle prime regioni ad aver avviato un progetto che coinvolge i pescherecci che praticano la pesca a strascico. Prima i rifiuti “pescati” venivano rilasciati in acqua, poiché smaltirli è oneroso, ora, invece, i pescatori li trascinano sulle banchine dove sono state attrezzate isole ecologiche, e la Regione si fa carico dello smaltimento attraverso l’Ager. Un progetto che vorremmo ampliare a tutti i comuni che ospitano un porto, ma serviranno molte più risorse: chissà che il prossimo ministro all’Ambiente non trovi il modo di dare risposte concrete su tutto il territorio regionale e nazionale”.
Ore 22, Piazza del Popolo “Il ruolo delle donne nel Mediterraneo. Diritti negati, disparità, violenze”
Interventi di Stefania Ascari, Commissione Giustizia Camera dei Deputati; Anna Grazia Maraschio, consigliera di parità della Regione Puglia; Serenella Molendini, consigliera nazionale di parità; Cristina Giudici, Nuove Radici World; Antonio Greco, direttore SalentoLive24. Modera Ilaria Pellegrino, giornalista.
Cinque donne per parlare della condizione femminile nei Paesi del Mediterraneo, dove – come spiega Cristina Giudici di “Nuove Radici World” – le battaglie a favore della parità delle donne si distribuiscono a macchia di leopardo, legittimando situazioni paradossale in cui, per fare un esempio, le donne di alcuni Paesi “illuminati” del Nord Africa sono più garantite di quelle immigrate in altri, come accade per esempio a molte donne approdate in Italia e appartenenti a famiglie che magari seguono ancora la Sharia e leggi patriarcali assolute.
Insomma, la condizione femminile è questione delicata e complessa, nel bacino del Mediterraneo, e a volte anche quella che appare come situazione di emancipazione in alcuni Paesi dell’area non è poi così effettiva, considerando ad esempio le disparità di trattamento professionale ed economico che vigono ad esempio in Paesi come l’Italia, racconta la consigliera di parità della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio, sperequazioni riemerse in maniera forte negli ultimi tempi, e che necessitano di essere eliminate se si vogliono costruire diritti effettivi di cittadinanza.
E poi il tema della violenza sulle donne: a raccontare i progressi fatti dal recente Codice rosso, che prevede una corsia preferenziale per le denunce nei casi di violenza domestica o di genere, una deputata del Movimento 5 Stelle, ovvero la relatrice del provvedimento Stefania Ascari.