Falafel: deliziose polpette di ceci

Un antichissimo piatto mediorientale che accomuna ebrei e musulmani.


Pochi gli ingredienti oltre ai ceci secchi frullati nel mixer: aglio, prezzemolo, pepe nero, cipolla, cumino, sale e tantissimo olio per friggere! Il sommelier consiglia (ovviamente non ai musulmani a cui il vino è vietatissimo) un bianco frizzante! Accanto ai falafel vi è sempre l’hummus, una salsa di pasta di ceci e pasta di sesamo insaporita da aglio, succo di limone, paprika, cumino, prezzemolo e olio d’oliva.

I falafel nascono tantissimi secoli or sono in Egitto non con i ceci ma con le fave. Ai cristiani copti era vietata la carne durante le festività religiose e così loro ricorsero alle polpettine vegetali adottate subito dagli ebrei nella variante ceci, La Kashrut è la via che insegna a mangiare senza errori: niente carne di maiale, di coniglio, di cavallo, niente abbinamenti carne/latticini, pesce/latticini bomboloni: nessuna panineria in Israele prepara cheeseburger e fishburger considerati cibi taref (ovvero impuri). Semaforo verde per i cibi kasher (o kosher) ovvero cibi puri. I carciofi alla giudia nascono a Trastevere, nel cuore del Ghetto. I bomboloni ripieni di crema pasticcera in Israele si chiamano sufganiot.

Sono i dolci rituali della festa di Hanukkah. Nel 587 a C. Nabucodonosor distrusse il tempio di Gerusalemme. Tra le macerie un bimbo trovò una minuscola ampolla di olio che miracolosamente non durò solo un giorno ma otto. Ancor oggi ad Hannukah ogni sera, per otto sere, si accende una candela e si mangiano solo cibi fritti. Per Purim (gioioso carnevale ebraico) a Livorno le mamme friggono “le orecchie di Amman” sulle quali spolverano zucchero vanigliato.

A Livorno la comunità ebraica ha sempre goduto della massima libertà, non è mai stata rinchiusa in un ghetto. Per Pesach (Pasqua) a Ferrara, Padova e Verona si preparano le scodelline altresì dette zuccherini. La diaspora ovvero l’esilio forzato non ha fortunatamente cancellato le tradizioni. Le donne ebree han fatto loro i piatti italiani (naturalmente solo quelli kasher) ma non han dimenticato quelli della tradizione!

Foto di Ugo Negrini

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