Diodato, l’eleganza del pop

“Cosi speciale” è un disco che porta avanti un percorso di cantautorato pop per un artista che non si è fatto ammaliare dalle sirene dei numeri facili per salvare se stesso e la qualità della sua musica.


“Che fine ha fatto Diodato?”. Non è il massimo come incipit ma purtroppo questa frase, piuttosto lapidaria e banale, ha riecheggiato parecchie volte nel sentire popolare di chi segue la musica un po’ superficialmente.

Questa è un’epoca distorta e frenetica, in cui se si sparisce dal radar delle nuove uscite per un paio di mesi sembra una roba strana, tempi in cui ogni artista quando esce con una canzone nuova gli viene subito chiesto se è già al lavoro o quando uscirà la prossima.

Alla faccia dell’algoritmo e dei dettami del mercato, Diodato nei tre anni che lo hanno separato dalla vittoria sanremese ha suonato tantissimo all’estero, ha scritto, sperimentato, per poi uscire con un album di, udite udite, dieci canzoni, poche ma buone.

“Così speciale” è un titolo che già spiega tutto, 37 minuti dove c’è dentro il mondo di un artista che insegue un proprio stile riconoscibile ed elegante, senza ospiti forzati, senza strizzate d’occhio ai suoni da piattaforma digitale, rivestendo le sue canzoni con archi, chitarre, elettronica non invasiva.

Diodato si ispira a una concezione britannica del pop, a partire da come viene concepito e registrato il disco, una dimensione che convive con l’influenza dei nostri cantautori.

Già da “Ci vorrebbe un miracolo” capiamo quanto Diodato sia in grado di costruire brani apparentemente semplici che non hanno testi eclatanti dal punto di vista letterario ma che sono strettamente funzionali alla narrativa, a un suo mondo che non tradisce chi è abituato ad ascoltarlo, pur non rinunciando a piccole e mirate sperimentazioni.

“Che casino” e “Lasciati andare” sono variazioni notevoli ma non troppo traumatiche rispetto al suo standard, “Buco nero” parla di depressione in maniera limpida senza fare sconti e senza banalità.

“Ormai non c’eri che tu” e “Ci dobbiamo incontrare” rappresentano il suo scrivere in maniera sentita e passionale, “Occhiali da sole” parla della vita, di quanto le nostre speranze siano disattese ma di quanto siamo ancora qui a non arrenderci.

In “Se mi vuoi” risuonano archi e atmosfere da 007 anche se è la colonna sonora dell’ultimo Diabolik italiano ma a rappresentare al meglio il disco (e anche il “Diodato – pensiero” se cosi vogliamo chiamarlo) è ovviamente la canzone che ne dà il titolo.

In “Così speciale” riecheggia in parte la nota “Fai rumore” ma lo sviluppo è più complesso senza diventare mai pesante o stucchevole.

La quinta prova in studio per Diodato è malinconica ma piena di luce e speranza, fatta di storie e racconti, con la supervisione di Tommaso Colliva e la partecipazione di musicisti amici come Rodrigo D’Erasmo, Fabio Rondanini e Adriano Viterbini.

Ne esce un album senza picchi altissimi ma con una qualità costante che lo accompagna dalla prima all’ultima nota, che ci fa capire quanto in questo paese ci sia ancora bisogno di cantautori popolari, che ambiscano al grande pubblico ma non rinuncino all’eleganza e alla qualità.

Lunga vita a Diodato, che ci porta un po’ di genuina passione per la musica in un momento storico così legato a fenomeni evanescenti e impalpabili.

Informazioni:
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MUSICAL EXPRESS è un programma di Fabio Alberti, in onda tutti i giorni alle 10,10 – 14,05 – 21,00 su Radio Budrio

Fabio Alberti

 

 

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