Oltre 1,5 mln di ospiti a tavola a Pasqua e Pasquetta
Agriturismi: menù tradizionale a 40-50 euro. Strutture contengono costi, dimezzando i coperti.
Tra il pranzo di Pasqua e Pasquetta saranno in agriturismo oltre 1,5 milioni di persone che pagheranno in media sui 40-50 euro, per menù à la carte o fisso. Si tratterà, per lo più, di famiglie con bambini e comitive, buona parte di quei 12 milioni di italiani in viaggio per il prossimo weekend.
A dirlo è Cia-Agricoltori Italiani e Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica, che stimano festività di gran pienone, una boccata d’ossigeno rispetto all’impennata dei costi di produzione e agli effetti dei cambiamenti climatici sui campi.
Dunque, Pasqua-agriturismo si conferma, a tavola, il binomio perfetto, senza tempo e per tutte le età, per chi vuole approfittare della festività di primavera per godere di piatti tipici della tradizione, assicurandosi sia cibo di qualità, con materie prime della filiera corta, che giornate all’aria aperta, tra natura incontaminata, vita agricola e lontana dall’overtourism.
Va da sé, il tutto esaurito nelle 25.400 strutture agrituristiche diffuse in tutta Italia che beneficeranno dell’arrivo di tanti connazionali, soprattutto di quelli che -sottolineano Cia e Turismo Verde- hanno scelto di passare il weekend di Pasqua in montagna (17,6%), ma anche nel segno del relax (64,8%) o facendo trekking e gite (51,4%) e senza rinunciare a momenti gastronomici (10,6%).
Cia e la sua associazione per la promozione agrituristica, registrano il tutto esaurito anche nelle strutture con camere, per soggiorni di almeno due giorni e soprattutto di stranieri. Con Pasqua e Lunedì dell’Angelo, nelle aziende agricole con cucina e possibilità di soggiorno, il turismo è pronto a segnare un +20%.
Delle prenotazioni in agriturismo, specie al Nord Italia, almeno un 10% lo fanno gli stranieri, in particolare americani, tedeschi e svizzeri, ma tornano anche da Belgio, Germania, Norvegia e Svezia. Si percepisce il ritmo delle festività pre-Covid, ma con meno confusione e sprechi.
Del resto, gli agriturismi italiani garantiscono, allo stesso tempo, affluenza contenuta e prezzi competitivi, pacchetti con proposte di visite agli animali delle fattorie didattiche, degustazioni in cantina e di olio nei frantoi, immancabili anche a tavola tra piatti regionali tipici a Pasqua.
Le uova a primeggiare, quelle vere e quelle di cioccolato, protagoniste nelle frittate di asparagi e con i carciofi, le prime, in abbinamento con i dolci tipici, le seconde. Ci saranno le ricette con l’agnello, il capretto o il coniglio, tanti salumi, ma anche formaggi, ortaggi e molte erbe spontanee, la stracciatela primo piatto e per finire si va dalla colomba alla torta pasqualina, al casatiello e alla pastiera.
“Un tripudio di cultura enogastronomica italiana come solo le piccole comunità, in montagna e in collina, dove tra l’altro si trovano l’84% degli agriturismi italiani, sanno raccontare e portare a tavola, insieme alla promozione autentica di una ruralità lenta e sostenibile -commenta il presidente nazionale di Turismo Verde Cia, Mario Grillo-.
Questo è il valore che dobbiamo difendere con determinazione, affrontando la crisi economica senza intaccare l’identità delle aziende agricole multifunzionali. Abbiamo dimezzato i coperti pur di non far pagare ai nostri ospiti il peso del caro-bollette. Siamo ottimisti, da Nord a Sud le nostre strutture stanno andando verso il tutto esaurito anche per il ponte 25 Aprile-1° Maggio”.