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Uno sguardo sull’arte contemporanea europea.


Incontro con lartista DariNei giorni scorsi ho avuto modo di apprezzare il lavoro artistico di Dario Papi, nato a Berlino  nel 1975  ma cresciuto tra l’Italia e  Vienna  per poi stabilirsi definitivamente  a   Berlino fin dagli anni novanta. Laureato in biotecnologia, ha iniziato il proprio percorso artistico circa cinque anni fa ed espone permanentemente in una piccola galleria la Milchmeergalerie di Berlino insieme ad altri artisti berlinesi. Incontrandolo, ho avuto piacere di fargli qualche domanda:

Come è nata in lei la passione per l’arte e l’incontro con la pittura e quali sono, se ci sono, artisti che in questi anni lo hanno maggiormente attirato.
La forma d’arte che per me ha avuto la maggior importanza è sempre stata la musica. La pittura stranamente non mi ha mai interessato molto fino a pochi anni fa. Io ho sempre notato, che quando ascolto musica strumentale, spesso questa nella mia mente crea delle immagini. Colori, forme astratte o addirittura paesaggi interi. Da questo è nata l’idea di provare a dipingere queste immagini, mentre ascolto certi pezzi. Quindi la pittura all’inizio non è stato altro che un esperimento. Non avrei mai creduto di trovarci tanta passione. Prima che cominciassi a dipingere, la pittura non mi ha mai interessato. Questo oggi lo vedo da una parte come svantaggio, perché non ho mai avuto nessuna competenza tecnica o conoscenza di vari stili o artisti. D’altra parte però, forse, è stato proprio questo il mio vantaggio, perché almeno all’inizio non sono stato influenzato da nessuno e sono riuscito a sviluppare un mio proprio stile. Ovviamente da quando dipingo ho cominciato ad apprezzare molto la pittura di altri. Oggi adoro le mostre, adoro scoprire nuovi artisti. Recentemente ho scoperto Joanne Duffy, una pittrice Australiana. I suoi quadri rappresentano delle idee di paesaggi, trasmettendo emozioni fortissime. Quindi, come concetto un po’ come i miei lavori, ma stilisticamente e tecnicamente completamente diversi. Ma la mia ricerca di nuovi artisti è più basata sull’aspetto musicale. Cerco sempre di scoprire nuove forme musicali per trovare ispirazioni nuove. Ultimamente dipingo spesso ascoltando i Bohren & Der Club of Gore, un gruppo tedesco, che fa una specie di Jazz lentissimo, e che secondo me sa dipingere con le note.Incontro con lartista Da

Berlino viene vista da molti come una città all’avanguardia nel mondo creativo, è veramente così?

Berlino offre tantissimo per tutti. La gente è più o meno libera di fare, sperimentare e creare. Ci sono possibilità di esporre quadri per chiunque. Dal principiante che espone in un bar o in un ristorante fino al professionista che espone in una delle centinaia di gallerie. Artisti da tutto il mondo si sono trasferiti a Berlino. Questo arricchisce l’aspetto artistico della città, ma è anche uno svantaggio, visto che per chi vuole farsi un nome, rischia di perdersi nella massa. Però Berlino sta anche cambiando. La Berlino creativa degli anni 90 è nata dalla situazione creata dalla caduta del muro. Soprattutto all’est della città esistevano immensi spazi vuoti, che sono stati sfruttati da artisti, avendo creato un’atmosfera molto particolare. Oggi è rimasto quasi niente di quel periodo. Molti di questi luoghi pieni di creatività ingenua, sono diventati concetti commerciali e turistici. La città è quindi sempre ricca di arte e creatività. Forse più di prima. Ma purtroppo ha perso un po’ la sua individualità, diventando un marchio.

Lei fa parte di un gruppo di altri artisti, ha voglia di parlarci di questa vostra realtà?

Qualche anno fa scoprì per caso questa piccola galleria. Già entrando coglievo un’atmosfera diversa dalle solite gallerie, che mi ricordava un po’ la mentalità fai da te degli anni 90. Una galleria dove la galleria stessa è al centro dell’attenzione, come risultato degli artisti coinvolti. Quest’ultimi hanno tutti un loro stile, uno diverso dall’altro, avendo in comune però un amore per l’arte come veicolo per esprimere proprie emozioni. La nostra galleria non è un posto per presentare artisti, ma un luogo per passarci una serata insieme ad altri, spesso accompagnata da qualche concerto, e per godersi vari tipi di quadri, fotografie o sculture. Questo però non è un concetto ufficiale ma soltanto la mia interpretazione di questo luogo per me magico.

Come vede il panorama artistico attuale?

Bisognerebbe definire il termine “panorama artistico”. La pittura, la musica, la letteratura, il film... Sono tutte forme di arte che sono in grado di esprimere concetti astratti ed emozioni. C’è tanto da scoprire sia in un quadro appeso in una piccola trattoria, sia in uno esposto alla Biennale di Venezia. Ci sarà sempre chi crea e sempre chi apprezza. Godiamoci l’arte senza farne una scienza.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Una mia mostra nella nostra galleria. Inoltre vorrei lavorare insieme a qualche gruppo musicale che apprezzo. Mi piace l’idea di dipingere vari quadri ascoltando la loro musica, per poi esporli in una sala dove loro suonano.

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