Andreatta lascia la Rai, fiction in caduta libera?

Il mondo delle serie Tv targate Rai ha appena subito un forte scossone, dopo 25 anni di cui 8 alla guida del reparto fiore all’occhiello per l’azienda, Eleonora “Tinny” Andretta ha deciso di lasciare per un nuovo incarico a Netflix dove ricoprirà il ruolo di vicepresidente delle Serie Originali Italiane.


Il comunicato emesso dalla Rai recita così: “Tinny Andreatta è stata, nei suoi anni trascorsi in Rai, una risorsa importante nella crescita della nostra azienda. La sua competenza e autorevolezza hanno consentito alla Rai di imporsi in un settore, come quello delle fiction, che è completamente mutato negli ultimi otto anni. Tinny lascia un team di grande qualità, che affronterà il futuro con la stessa passione, energia innovativa e spirito di servizio pubblico di sempre. A lei vanno gli auguri di buon lavoro e nuove soddisfazioni professionali da parte di tutta la Rai”.

Il ruolo di direttore di Rai Fiction verrà ricoperto ad interim dall’AD Fabrizio Salini. È indubbio che la Andreatta abbia contribuito a far crescere in modo esponenziale il settore. Sono davvero pochi i progetti non riusciti che possiamo attribuirle. Ha il merito di aver reso più internazionale l’azienda grazie a produzioni come I medici e ben più importate L’amica geniale. Per non parlare degli ultimi due grandi successi Doc-Nelle tue mani e Vivi e lascia vivere.

Il vuoto si sentirà di sicuro. È anche vero però che la Andreatta ha preso decisioni che non sempre sono piaciute ai fan degli ex grandi colossi seriali. Pensiamo ad Un medico in Famiglia o Provaci Ancora Prof. Serie di grandissimo successo che avrebbero meritato forse un proseguo, un degno finale o quantomeno una spiegazione in più sul perché decidere di chiuderle definitivamente senza dare possibilità di replica nemmeno agli attori delle varie produzioni che si sono sempre dimostrati disponibili.

Insomma, la Andreatta ha sicuramente fatto un ottimo lavoro, la sua assenza si farà sentire, probabilmente lei contribuirà a portare lustro in una piattaforma che negli ultimi tempi si è opacizzata, per la Rai però potrebbe essere non necessariamente l’inizio di una crisi, ma, a lunga scadenza, una grande opportunità di cambiamento ai limiti della rivoluzione e chissà che magari non si possa accontentare anche qualche telespettatore in più.

Enrica Leone

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