A Catanzaro il duo Roberto Trainini e Cristiano Burato
Gli Amici della Musica presentano il concerto presso la Sala Concerti di Palazzo De Nobili.
L’importanza di avvicinare la gente alla musica classica e da camera con la possibilità di ascoltare dal vivo pagine importanti composte da grandi Autori. E’ quello che si prefigge da sempre l’Associazione Amici della Musica, presieduta da Daniela Faccio e che si avvale della consulenza musicale del Maestro Graziella Provedel. Venerdì 31 gennaio, alle ore 18, saranno i Maestri Roberto Trainini e Cristiano Burato ad esibirsi nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili di Catanzaro.
La manifestazione, organizzata dagli Amici della Musica aderenti a AMA Calabria rientra fra gli eventi promossi dall’Associazione con il sostegno del Fondo Unico dello Spettacolo del MiBACT Direzione Generale dello Spettacolo con il cofinanziamento della Regione Calabria Assessorato alla Cultura nell’ambito del piano di Azione e Coesione 2014/2020 Asse 6.7.1 TRIENNIO 2017/2019 Azione 1° Grandi Festival ed Eventi Internazionali.
Roberto Trainini, considerato tra i maggiori virtuosi del violoncello a livello mondiale, ha intrapreso lo studio del violoncello all’età di 10 anni e lo ha proseguito al Conservatorio “Piccinni” di Bari. Trasferitosi in Svizzera ha frequentato la International Menuhin Music Academy di Gstaad dove ha studiato con Igor Oistrakh e Yehudi Menuhin. Si é affermato in tutto il mondo come un completo violoncellista, sia come camerista che come solista, con un repertorio che spazia dal primo Barocco alla musica contemporanea. Suona il violoncello “Stradivarius del Vaticano” costruito da Nicolò Amati e trasformato da Antonio Stradivari nel 1620, in prestito dall’Academia de Arte de Florencia.
Considerato a livello internazionale come uno dei maggiori pianisti della sua generazione, Cristiano Burato si è imposto sulle scene internazionali con la vittoria al Concorso Internazionale “Dino Ciani – Teatro alla Scala” di Milano. Ha collaborato con prestigiose orchestre come l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica della RAI, la Philarmonia Orchestra di Londra, la Sydney Philarmonic Orchestra, la Wiener Kammerorchestere con importanti direttori d’orchestra, tra i quali Simon Rattle, Lü Jia, Marcello Viotti, Alun Francis, Mario Bellugi, Ravil Martinov, Umberto Benedetti Michelangeli, Frank Shipway, Cristian Maendel. Grandi apprezzamenti hanno sempre suscitato le sue interpretazioni del repertorio di Chopin.
Nel corso del concerto verranno eseguite composizioni per piano e violoncello di Franz Schubert, Benjamin Britten e Frederic Chopin. La Sonata in la minore per violoncello e pianoforte «Arpeggione» D 821 risale al 1824, l’anno decisivo nell’esperienza creativa di Schubert come autore di musica strumentale. E’ possibile che questa opera sia stata commissionata a Schubert da Vinzenz Schuster, promotore dell’arpeggione, lo strumento ibrido tra il violoncello e la chitarra che era stato appena costruito dal liutaio viennese Johann Georg Staufer. Eseguita da Schuster nel novembre 1824, la Sonata D 821 rimase manoscritta; quando la si pubblicò per la prima volta era il 1871 e, ormai scomparso l’arpeggione, l’editore Gotthard dovette provvedere a trascriverne la parte per violino e per violoncello. La Sonata D 821 sprigiona un fascino discreto, caratteristico della musica strumentale dell’ultimo Schubert.
La Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 di Benjamin Britten è la prima di cinque partiture che l’autore dedicò a Mstislav Rostropovič. Essendo stato impegnato durante gli anni Cinquanta dalla produzione teatrale, il compositore aveva trascurato la musica da camera. Questa opera interruppe, di fatto, un lungo periodo di inattività compositiva. E’ con essa che l’Autore mette in evidenza una assoluta capacità nelle composizioni cameristiche, risultando uno dei momenti più alti della sua espressività.
La Sonata op. 65 per pianoforte e violoncello di Chopin, composta nel 1847, fu composta due anni prima della sua morte ed è dedicata al violoncellista Auguste Franchomme, suo grande amico, con il quale si esibì a Parigi nel 1848. Questa Sonata è un omaggio ad una forma musicale del ‘700 in cui il pianoforte è accompagnato da un altro strumento, il violoncello, con la volontà di una sua nuova ricerca timbrica. Non trascura, però, il predominio del pianoforte che in tutti e quattro i temi, soprattutto nell’Allegro moderato e nel Finale risulta essere il protagonista.