Ventunesima Microeditoria di Chiari

Inaugurata la Rassegna al motto di “paesi come pagine” e con ospite il Marocco. Un weekend ricco di incontri e iniziative diffuse in tutta la città, a partire da Villa Mazzotti Biancinelli.


Chiari si sa, durante i giorni della Microeditoria rinasce sotto il segno del libro e mette in vetrina quello che già fa splendidamente durante tutto l’anno, dentro e fuori i luoghi della cultura, in maniera diffusa e a più voci. La Rassegna della Microeditoria diventa dunque l’occasione per fare “mostra” e raccogliere in un unico evento gli sforzi della filiera clarense.

Ecco perché l’inaugurazione ufficiale è preceduta sempre dalle gare di lettura “Per un pugno di libri” con protagonisti gli studenti e studentesse degli istituti di Chiari e Brescia grazie alla collaborazione con la Rete Bibliotecaria Bresciana e cremonese (le gare si sono svolte il mattino del 3, dalle 10 alle 12 circa).

Così come è “tradizione”, per ogni apertura di Microeditoria che si faccia rispettare, far emergere temi di impegno sociale, attualità tanto utili per una lettura più approfondita del “senso” di organizzare ogni anno questa festa corale, come ad esempio i due momenti fondativi di questa edizione numero ventuno: dapprima l’inaugurazione a “tendone aperto” del venerdì 3 novembre, ore 20.30.

Poi, la mattina successiva, Sabato 4 novembre, un salto nelle città del Mediterraneo (Across the mediterranean cities, dalle ore 10) con il “paese- pagina” da stampare nelle “memoires” della Microeditoria, già capitale del Libro e ora “pontiere” tra nazioni, città, paese.

L’ambasciatore Youssef Balla, accolto con tutti gli onori dall’organizzazione e dalle istituzioni locali, ha infatti sottolineato: “con l’Italia abbiamo consolidato da anni un rapporto di collaborazione importante, sotto ogni punto di vista. L’ occasione della Microeditoria di Chiari ci dona la possibilità di approfondire questo legame avvicinandosi reciprocamente con la cultura, unico veicolo di pace e convivenza. In questo senso il ruolo dei Comuni è fondamentale perché grazie ad essi si possono sviluppare modelli di conoscenza e relazioni che difficilmente altro attori possono svolgere” a cui ha fatto seguito un altro tassello tipicamente mediterraneo, ivi compresa la sfida alla povertà culturale così connessa a quella civica, bene esemplificata da Leoluca Orlando, altro ospite di eccezione e testimone di una storia italiana da tenere bene a mente, perché sempre di attualità.

Nel giugno del 2022 Leoluca Orlando lasciò Palazzo delle Aquile, la sede del municipio di Palermo. In quelle stanze passò, a più riprese e con qualche pausa, ventidue anni. I giornali non solo italiani parlavano del capoluogo siciliano come della «capitale della mafia», non c’era ancora stato il Maxiprocesso, e mancavano ancora sette anni agli attentati che costeranno la vita ai giudici Falcone e Borsellino.

“Comincia da quei giorni questo lungo e serrato libro- dice Leoluca Orlandoracconto la mia vita e 40 anni di Palermo e parla di diritto e di diritti e di politica, rivelazioni, retroscena a partire dall’indimenticata, e compianta, stagione  delle “carte in regola” di Piersanti Mattarella, del quale ero consigliere giuridico.

Un vero e proprio “codice umano” che, casualmente, pare ripetersi contemporaneamente nella Sala Giunchi di Villa Mazzotti Biancinelli, da sempre teatro discreto della Microeditoria e delle sue “incursioni” nel mondo del digitale, tema sempre più dirimente. Nelle altre Sale dai nomi evocativi “Morcelli, Mille Miglia, Rodari….” si snodano altre conferenze dal sapore teorico e pratico: laboratori per le scuole (a cura di Anna Rastello), le attività in ricordo di Rigoni Stern, le visite guidate per la città di Chiari, “come progettare un esordio letterario”, “l’editoria nel mondo dell’AI” e poi c’è quasi “paradossalmente” il Tendone della Microeditoria che accoglie le maggiori stelle del firmamento locale e internazionale.

Rita El Khayat, psichiatra, antropologa, scrittrice marocchina è una di quelle che lo ha occupato, illuminandolo di materia grigia femminile allo stato puro, lotta contro le diseguaglianze, discriminazioni di genere, senso dell’etica naturale mescolata ad una maestria letteraria che ne ha fatto una della scrittrici più importanti di questa porzione di secolo.

Con lei hanno dialogato l’on. Marina Berlinghieri, madrina del gemellaggio e lo stesso Youssef Balla, rilanciando sinergicamente il bisogno di pace e fratellanza così bistrattato dalle guerre a cui nessuno può esimersi, nemmeno per indifferenza. A stemperare la temperatura dialettica di questo speciale incontro con l’autrice e il suo popolo, nel primo pomeriggio arriva, con puntualità a dir poco bresciana, l’appuntamento con il “Premio Microeditoria di Qualità” e l’assegnazione del Premio Cogeme.

Paolo Festa, Presidente dell’Associazione l’impronta e coordinatore del pomeriggio dà atto dei risultati*:” Mai come quest’anno sono stati numerosi i libri in concorso. E con grande soddisfazione sia i lettori delle biblioteche che la giuria hanno constatato che sono davvero tanti i libri di alto livello. A testimonianza di ciò c’è l’alto numero di marchi di qualità assegnati, che riconosce l’impegno e la passione che gli editori indipendenti sanno mettere nel proprio lavoro, anche pubblicando libri coraggiosi, che le grandi case editrici non sceglierebbero di pubblicare, o lanciando nuovi autori o, ancora, recuperando e diffondendo vere perle del panorama letterario”.

Il discorso attorno alla qualità è certamente uno dei vettori su cui la Microeditoria poggia le proprie radici e ciò che la spinge a chiedere la presenza di un certo tipo di autori e temi da affrontare. Il versante educativo è forse quello meno appariscente ma che soggiace ad ogni scelta, anche pedagogica della Microeditoria. L’alleanza con l’Associazione Montessori di Brescia, le Scuole del territorio, le reti bibliotecarie, i gruppi di lettura, le Fondazioni confermano l’aspirazione di una rassegna ad essere qualcosa di più di una mera esposizione di piccoli e micro editori, pur considerandoli i veri protagonisti della battaglia culturale a monte (presenti infatti circa 100 standisti).

Tra le alleanze, vagliate dal comitato scientifico, vi è quella con il maestro, giornalista e scrittore Alex Corlazzoli, protagonista di molti momenti di queste edizioni, rivestendo vari ruoli, in primis quello di autore. Il suo “Lettera a una professoressa del nuovo millennio” scritto a più mani e menti (quelle delle generazioni più giovani) fa il verso al suo personalissimo Don Milani, celebrandolo nell’anno del centenario dalla nascita e divenuto (non sempre a proposito) modello pedagogico da attualizzare, così come emerso durante l’incontro svoltosi nella Sala Mille miglia alla presenza di tanti giovani e non, addetti ai lavori, semplici curiosi.

Un impeto educativo che sta alla base anche di altre scelte, anche quelle di convivenza civica o civile (da qualsivoglia parte la si voglia disbrigare la faccenda) ben esemplificate dall’incontro con il Prorettore dell’Università degli Studi di Brescia, Carlo Alberto Romano che ha parlato di Brescia e del sistema dialogante con il mondo islamico, quasi contemporaneamente ad un altro incontro “plenario” che ha visto “contendersi” la visione antropologico religiosa di Padre Claudio Ubaldo Cortoni (monaco camaldolese), quella digitale di Davide Dattoli (Talent Garden) e quella politico amministrativista di Federico Manzoni, Vice Sindaco di Brescia, rispetto al moloch, tutt’altro che discreto, dell’intelligenza artificiale che irrompe nella vita di ciascuno.

Non a caso, una delle sezioni della Microeditoria curata da Anna Giunchi, “Cultura digitale” affonda mani, cuore e intelligenze nella sfida più imponente di questi anni, tramite alcuni incontri ad hoc, svolti proprio il sabato, nel tardo pomeriggio: tra i segnalati quello con Stefano Quintarelli, imprenditore informatico e fondatore di I.net primo internet provider italiano, all’interno di una sponsorizzazione targata CNA Brescia (partner importante della rassegna) che ha dialogato per tramite del suo Vice Presidente Achille Falzone.

Il raccordo tra cultura e mondo del lavoro è un altro tratto distintivo della Microeditoria, e a testimoniarlo sono alcune “accoppiate” o “triangolazioni” come quelle garantite dal Gruppo Itas Assicurazioni e Farco Group. La prima svoltasi alle ore 17, sempre nel tendone con Massimo Cotto deejay di Virgin Radio e Omar Pedrini, cantautore e leader storico dei Timoria; l’altra, a seguire, con Corlazzoli, Pedrini, Cordini uniti nel consegnare a Dori Ghezzi, ospite d’eccezione di questo sabato, il Premio “Donna di parola”.

Dori Ghezzi, moglie di Fabrizio de André, ha mostrato al pubblico alcuni lati privati e professionali che han fatto di De André un’icona assoluta, non solo nel campo musicale, ma anche nel panorama culturale e intellettuale, su più generazioni, oltre ad aver incantato il pubblico con le raffinate note del cantautore. Da intellettuale, seppur da apparente remota distanza, è tornato alla Microeditoria Piero Dorfles (patrocinato dal Centro per il libro e la lettura) critico letterario e storico conduttore Rai della trasmissione “Per un pugno di libri”, ospite dalle 16.00 e narratore della “Mappa letteraria”, quel portale copyright Microeditoria ideato da Daniela Mena, che ha spiegato come “Mappa Letteraria nasce con l’obiettivo di unire due piaceri della vita: lettura e viaggio, perché nell’unione vengano entrambi amplificati.”

Tra le chicche di questa giornata densa di appuntamenti la presentazione di alcuni volumi con autori e autrici: Oksana Stomina e le sue “Lettere non spedite: Mariupol, Ucraina”; “l’ascensione al monte Tarrabah” di Luce Bellori e Mas Mad, “il destino a volte non c’entra di Marina Brognoli,  “Balena 52-hertz” di Jacopo Panizza, “Ai fiori non serve il pettine di Ilaria Santambrogio e Marina Gellona, “Io ho paura- ma l’amore ha vinto” di Ivan Zordini Braga, “Una vita e altre notti” di Stefania Rossotti, le “Origini delle famiglie e dei cognomi bresciani di e con Alberto Fossadri, “Mons. Bruno Foresti, testimonianze e scritti insieme a don Adriano Santus, Michele Busi e Luca Ghisleri del CE.DOC centro di documentazione, “la monogamia dei calzini” di Giulia Pretta con Hanna Suini, “Non è solo un gioco- perché il calcio è così importante per l’uomo” di Federico Casotti in dialogo con Alan Poloni, inventore della primo Festival di Letteratura e Cultura Calcistica Fahrenheit 442 (poi confluito nella Microeditoria dello sport), “La mia vita è un calcio di rigore” di e con Edoardo Maturo della trasmissione “Lunch press” di Radio Rossonera, Saverio Fattori con “Acido Lattico” toccando invece un altro sport, l’atletica, e il tema doloroso del doping.

Infine, ma non per ultimo, una delle novità più importanti di questa edizione, prima che lo scrittore Marco Albino Ferrari spiegasse al pubblico il suo “Assalto alle alpi”: il Premio Purgatori presentato agli studenti di scuola secondaria di Secondo grado dedicato al famoso giornalista scomparso recentemente, da un’idea di Michele Scalvenzi, giornalista pubblicista e Segretario generale di Fondazione Cogeme ETS, Alex Corlazzoli e Daniela Mena, insieme a Gaia Facchetti e Sabrina Corsini (Iis Einaudi).

Di seguito si riportano i vincitori delle varie sezioni del Premio *Microeditoria di qualità

Premio bambini
La cometa di Joe Todd Stanton (Babalibri)
Premio ragazzi
Da qui si vede il mondo intero di Koens Enne (Camelozampa)
Premio Cogeme
#Ecofiabe. Storie per una educazione sostenibile di Roberto Melchiorre (Ianieri)
Premio narrativa
Senza speranza senza paura. Nec spe nec metu di Michelangelo Severgnini (Gagio edizioni)
Premio Giovani
La ragazza della cupola di Riccardo Bigi (Libreria editrice fiorentina)
Premio Fumetto
Essere montagna di Jacopo Starace (Bao Publishing)
Premio Saggistica
Il silenzio della lavandaia di Paola Carmignani (Grafo)
Brescia da leggere
L’ombra sul colosso. La prima indagine del commissario Villata di Marco Badini (Todaro Editore)

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