Tempo di bilanci per il mercato del Vino Italiano
La situazione dei vini italiani nel mondo in questo dannato 2020 è molto migliore di quella dei suoi principali competitori.
L’Italia chiuderà questo anno terribile con un – 4,6 % nell’export rispetto alla media globale di un -10,5 %. I nostri amati odiati cuginastri francesi fanno segnare un disastroso 18 % in meno e addirittura un meno 23 % verso gli Stati Uniti.
Diminuiscono le esportazioni di vini italiani verso Cina, Giappone, Australia e Canada. Stabile il commercio verso la Russia e in crescita verso l’algida Svezia e l’extracomunitaria antipaticissima Confederazione Elvetica alias Svizzera.
Il mercato interno vede un aumento moderato nella scelta di etichette DOCG da parte dei consumatori. Gli aumenti degli acquisti di vini di categoria medio alta nelle fasce di prezzo da 5 a 10 euro fanno registrare una media dell’8,1 % nel periodo Aprile – Ottobre.
I consumatori sono pronti a trovare nella GDO vini che erano riservati solo al canale HORECA. Gli stati maggiori delle grandi catene hanno già iniziato a pensare a come trasformare gli spazi dedicati al vino. Crescono gli acquisti di spumanti, vini comuni e con marchio di insegne distributive.
I vini da uve biologiche più o meno veri crescono rispetto al 2019 del 12,5 %. E c’è una rivincita sorprendente dei bottiglioni da 1,5 litri: + 30 %! L’acquisto online fa segnare un + 200 % raddoppiando la sua quota sui fatturati della GDO.
Solo una parte dei consumatori torneranno alle forme di acquisto pre covid. Bene le enoteche e le vendite dirette nelle cantine prima delle restrizioni agli spostamenti. E in questo anno tormentato Massimo Casali se ne è andato a 85 anni. È considerato il padre dell’Uva Spergola, vitigno storico autoctono.
Ne ha intuito per primo le potenzialità e agli inizi degli anni Ottanta andò in Francia a studiare i segreti e il metodo dello champagne per trasferirli in Emilia a Scandiano. Il nome dell’uva ha radici antiche e sembra indicare il grappolo che si presenta spargolo cioè diradato.
Tipica delle colline del territorio reggiano ha ottenuto principalmente grazie a lui la denominazione di Colli di Scandiano e Canossa Spergola. Su questi colli è presente almeno dal XII secolo e le prime notizie di questo vino si devono a Matilde di Canossa che ne fece omaggio a Papa Gregorio VII.